L’attuale contesto sociale e politico vede una profonda spaccatura su un valore assoluto e indiscutibile che è la vita. Sovente si accentua mediante numerosi interventi e manifestazioni il diritto alla buona morte, per porre fine alle atroci sofferenze che affliggono una persona. Il contesto culturale occidentale è da tempo secolarizzato e nichilista e quella concezione sacrale di vita, condivisa al tempo anche dai non credenti, è svanita.
Mi rincresce e addolora sapere che alcuni ministri della Madre Chiesa, garanti della Dottrina, vogliano aprire un varco e, di conseguenza, accettare le pratiche come la fecondazione artificiale e l’eutanasia. Queste possibili aperture, oltre ad eliminare il fine dell’Istituto Teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del matrimonio e della famiglia, istituito dal Papa polacco nel 1981 con lo scopo di preservare mediante lo studio della Teologia Morale e della Bioetica l’integrità della famiglia e della vita, pongono il soggetto in una condizione di pericolosa vulnerabilità.
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