2-IL DUOMO DI MONREALE, LA CIVILTÀ DEL MOSAICO (II parte)

La creazione di Adamo, mosaico bizantino del XII secolo, Duomo di Monreale, fonte flickr.com.

La creazione dell’uomo (Gen 1,26-27)

a) Incontro con le immagini

Nel mosaico, da Dio parte il soffio, la ruah1, che chiama in vita Adamo. Il mosaicista ha espresso la fede della Chiesa nell’opera creatrice della Trinità qui rappresentata con il volto del Cristo Pantocratore, il cui

aspetto rende visibile il Padre e, mediante il soffio, simbolo dello Spirito Santo. Questa raffigurazione traduce in immagini visive la tradizione cristiana che vuole che, all’opera creatrice di Dio, abbiano partecipato sia il Figlio, sia lo Spirito Santo pensati come le due mani che realizzano la creatura, cioè l’uomo. Gli studenti riescono a giungere a questa lettura teologica proprio grazie all’aiuto del testo-arte.

L’insegnante analizza la creazione di Adamo sottolineando la somiglianza fisica fra l’uomo e il suo Creatore e fa notare che il mosaicista evidenzia in modo particolare il ventre di Adamo in quanto espressione di ‹‹creaturalità›› perché è la cavità del corpo che contiene la forza della vita. Tale evidenziazione si riscontra, talvolta, nelle rappresentazioni del Cristo e allude alla sua natura umana2.

b) Incontro con il testo biblico

Si parte dalla lettura approfondita di Genesi 1,26 per cogliere somiglianze e differenze fra testo scritto e testo visivo, per poi cercare di scoprire come il mosaicista, nella sua sensibilità artistica, abbia interpretato ciò che è scritto nella Bibbia.

L’insegnante sottolinea che la dignità unica dell’uomo è affermata dal primo capitolo della Genesi con l’indicazione che l’uomo è l’ultima delle creature, cioè la più perfetta3, in Genesi 2 dall’immagine opposta: Adamo è creato per primo, prima delle piante e degli animali perché è il fine di tutta la creazione4.

Si spiegherà che la giustapposizione dei due capitoli indica chiaramente che il redattore “finale” della Genesi sapeva di non fornire una descrizione scientifica dell’origine dell’uomo, ma aveva piuttosto il desiderio di offrire una visione vera di tale origine attraverso immagini teologico-poetiche e i due racconti dimostrano, semplicemente, la totale dipendenza dell’uomo da Dio.

Adamo è creato a immagine e somiglianza di Dio; per capire appieno questo importante concetto si deve risalire alla spiegazione fornita, in parte dalla tradizione giudaica, in parte da quella cristiana, in base alla quale Dio attraverso l’immagine ha messo nell’uomo un seme di somiglianza divina. Ma per passare dalla semplice possibilità alla realizzazione della somiglianza con Dio deve intervenire la libera scelta dell’uomo. Dio propone sempre, ma non impone mai. Propone all’uomo un cammino che dalla immagine possa giungere alla somiglianza ma non può imporla se l’uomo non accoglie con libertà questa proposta che gli viene da Dio.

 La creazione di Eva e la relazione con Adamo

Dio presenta Eva ad Adamo, XII-XIII secolo, Duomo di Monreale (Palermo), fonte La Voce.

Questa proposta didattica prende in esame le scene musive relative a: Dio conduce Adamo nel giardino dell’Eden, La creazione di Eva, Dio presenta Eva ad Adamo, Adamo solo si ciba dei frutti del paradiso, Eva e il serpente, Adamo ed Eva nel giardino dell’Eden.

  1. Incontro con le immagini

L’insegnante spiega che nei mosaici di Monreale si è voluto dedicare ampio spazio alla vicenda della creazione dell’uomo e della donna e alle prime relazioni fra loro: sono ben dieci, infatti, le scene che raccontano la vita dei progenitori dalla loro creazione fino alla cacciata dal Paradiso terrestre. Questo costituisce un unicum rispetto ad altre rappresentazioni della creazione e va inteso come un indizio che porta a vedere l’intero ciclo di Monreale incentrato sull’uomo, sulla sua dignità e sul progetto di redenzione che Dio ha su di lui.

Suggestivo e particolare è l’atteggiamento di gioia di Adamo nel momento in cui Dio gli presenta la donna: questa gioia esprime un significato più profondo che va ricercato nella iniziale solitudine di Adamo che, sebbene fosse stato posto nel creato dove poteva disporre dei frutti della terra e soggiogare gli animali, non aveva trovato nessuno che gli fosse simile.

Singolari sono le rappresentazioni di Eva sola che dialoga con il serpente e la scena che rappresenta il peccato originale nella quale si nota come non si possa distinguere chi dà il frutto all’altro, proprio per bilanciare la responsabilità dei progenitori della colpa di avere trasgredito il comando di Dio.

Il peccato originale, XII-XIII secolo, Duomo di Monreale (Palermo), fonte Monastero di Bose.

b) Incontro con il testo biblico

Leggendo Genesi 25, si sottolinea che l’essere umano è, per volontà divina, maschio e femmina, per cui la duplicità sessuale non è motivo di divisione, ma di incontro, di dialogo, di fecondità; Dio ha voluto, fin dall’inizio, che esistesse parità fra Adamo ed Eva. Questo concetto è evidenziato dal fatto che essa viene estratta dal fianco, esprimendo la parità perché indica che si trovano sullo stesso piano. L’uomo trova la propria realizzazione nella relazione con la donna, differente, ma essenziale nella dualità perché complementare. La parità non va giustificata solo da un punto di vista culturale, ma soprattutto ontologico: l’uomo e la donna hanno pari dignità poiché insieme sono l’immagine di Dio, non separatamente.

Dal punto di vista didattico questo percorso permette all’insegnante di sviluppare i seguenti temi:

  • la figura del Cristo Pantocratore, con i segni iconografici del Padre, favorisce la riflessione sull’Antico Testamento quale testo fondante dell’agire di Dio in Gesù, quindi sull’unità intrinseca della Bibbia;
  • tutta la realtà della vita, degli animali, degli uomini e dei corpi celesti non ha origine in se stessa, ma è stata creata da Dio;
  • la centralità dell’uomo nella creazione che si manifesta: nella immagine e somiglianza con Dio e quindi con la capacità di dialogare con lui; nella dualità di maschio e femmina destinati all’amore di sé e alla continuazione della vita; la superiorità qualitativa dell’uomo rispetto agli altri esseri viventi dei quali è custode;
  • la presentazione esegetica dei mosaici della creazione non va confusa con i dati della ricerca scientifica; pertanto, sarà opportuno stabilire una relazione tra il punto di vista artistico e quello scientifico, in modo che lo studente possa comprendere la prospettiva del testo biblico, quella dell’arte e quella scientifica, che non si escludono, ma si completano e si illuminano a vicenda.

  1. Il suono di questo vocabolo imita sia il rumore del vento che passa fischiando, sia quello dell’affannoso alitare degli esseri umani. Il termine ruah compare 378 volte nell’Antico Testamento. ↩︎
  2. Cfr. M.L. Mazzarello – M.F. Tricarico (ed.), La creazione, op. cit.,50. ↩︎
  3. Gen 1,26-31. ↩︎
  4. Gen 1,7. ↩︎
  5. Cfr. Gen 2,18, Gen 2,24. ↩︎
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