Emanuele Sinese è nato a Napoli il 24 Novembre 1991 e da anni vive a Bergamo.
Ha frequentato l’Istituto di Scienze Religiose in Bergamo, conseguendo nel 2017 la Laurea triennale con la tesi Il mistero eucaristico in San Pio da Pietrelcina. Nel 2019 ha ottenuto la Laurea magistrale con la tesi La celebrazione eucaristica secondo il rito di San Pio V. È insegnante specialista di Religione. Da ottobre 2024 prosegue gli studi presso l'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum.
Il 19 Aprile 2005 alle ore 17.56 l’allora Cardinale Joseph Ratzinger Prefetto per la Congregazione per la Dottrina della Fede viene eletto successore di Pietro. Un’elezione da parte di alcuni inaspettata, in quanto si attendeva un Pontefice simile a Giovanni Paolo II, senza tenere conto che ad agire nel Conclave è lo Spirito Santo e non l’esclusiva volontà del soggetto.
Il digiuno è una forma penitenziale utilizzata fin dagli albori del Cristianesimo, ma anche dalla fede ebraica. Esso ha l’intento di aiutare l’uomo a non vivere di esclusive realtà materiali, ma anche di Dio, infatti lo scopo primario del digiuno è riporre Dio al primo posto dell’esistenza. Il digiuno cristiano ha inizio con il Mercoledì delle Ceneri, che a sua volta sancisce l’esordio della Quaresima, quale periodo di ricognizione dell’uomo, affinché splenda sempre più l’immagine trinitaria in lui impressa.
Arcabas -Cappella della Riconciliazione presso La Pèta di Costa Serina (BG)
Sacramento è un termine di origine romana e significa “sigillo”. Nell’Impero Romano era il segno che l’imperatore compiva sulla fronte della recluta, come segno di appartenenza e dedizione all’Impero. Dal punto di vista teologico cristiano il sacramento indica la completa militanza a Dio. Già nell’antico Israele era in uso la pratica penitenziale per chiedere perdono a Dio delle proprie omissioni. Gli Ebrei esercitavano infatti la Teshuvah, ossia una pratica penitenziale collettiva, ma anche individuale per giungere alla salvezza oltre all’immolazione di animali al Tempio di Gerusalemme. Si riporta in riferimento il salmo 51:
Purificami con issopo, e sarò puro; lavami, e sarò più bianco della neve. Fammi di nuovo udire canti di gioia e di letizia, ed esulteranno quelle ossa che hai spezzate. Distogli lo sguardo dai miei peccati e cancella tutte le mie colpe. O Dio, crea in me un cuore puro e rinnova dentro di me uno spirito ben saldo. Non respingermi dalla tua presenza e non togliermi il tuo santo Spirito. Rendimi la gioia della tua salvezza, e uno spirito volenteroso mi sostenga.
Pochi giorni fa il Presidente della Regione Toscana ha approvato la facoltà di avvalersi del Suicidio Assistito, come affermazione del primato del soggetto. L’uomo post contemporaneo è sempre più fautore del suo declino, in quanto in coscienza elimina la propria identità trinitaria.
Il mondo post contemporaneo, soprattutto negli ultimi anni anche a causa della pandemia da Sars Covid 19, ha accentuato nelle svariate forme dell’esistenza la volontà di avvalersi del supporto telematico. Si pensi alla Didattica a Distanza per l’istituzione scolastica, oppure alle celebrazioni eucaristiche e alle catechesi in streaming, che su un versante hanno giovato per molteplici fattori (confinamento, distanza, mancanza di tempo), sull’altro versante hanno però eliminato la capacità di ascolto e integrazione. Sovente si afferma che i nuovi nati sono nativi digitali, in quanto già da infanti utilizzano strumenti informatici che se non calibrati, oltre a limitarli nell’eloquio e nella capacità di scrittura, li espongono a numerosi pericoli che la rete propone.
Dopo aver messo in risalto gli elementi principali che hanno indotto la Chiesa a convocare il Concilio di Trento si pone l’attenzione sulle motivazioni che hanno indotto papa Pio V a costituire per la prima volta nella Chiesa il nuovo Messale Romano Universale
Agli albori
Il 14 luglio 1570 papa Pio V, mediante la costituzione Apostolica in forma di bolla pontificia Quo primum tempore, promulga l’entrata in vigore del nuovo Messale Romano. Si riporta il contenuto principale del suddetto documento:
Ordiniamo che nelle chiese di tutte le Provincie dell’orbe Cristiano dove a norma di diritto o per consuetudine si celebra secondo il rito della Chiesa Romana, in avvenire e senza limiti di tempo, la Messa, sia quella Conventuale cantata presente il coro, sia quella semplicemente letta a bassa voce, non potrà essere cantata o recitata in altro modo da quello prescritto dall’ordinamento del Messale da Noi pubblicato; e ciò, anche se le summenzionate Chiese, comunque esenti, usufruissero di uno speciale indulto della Sede Apostolica, di una legittima consuetudine, di un privilegio fondato su dichiarazione giurata e confermato dall’Autorità Apostolica, e di qualsivoglia altra facoltà.
Il Papa ha voluto ricordare la storia della settimana ecumenica. «La pratica della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani fu introdotta nel 1908 da Padre Paul Wattson [1863-1940], fondatore di una comunità religiosa anglicana che entrò in seguito nella Chiesa cattolica. L’iniziativa ricevette la benedizione del Papa san Pio X [1835-1914] e fu poi promossa dal Papa Benedetto XV [18541922], che ne incoraggiò la celebrazione in tutta la Chiesa cattolica con il Breve “Romanorum Pontificum”, del 25 febbraio 1916».
In questi ultimi anni soprattutto con la pubblicazione del Motu Proprio Traditionis custodes, sovente si è parlato di Vetus Ordo Missae. Quindi dell’antica forma celebrativa dell’Eucaristia che, dal 1570 sino alla riforma liturgica avvenuta il 4 dicembre 1963, ha forgiato la vita di fede di numerosi cristiani. Prima di addentrarmi nella spiegazione di suddetto rito è doveroso tracciarne la storia e quindi le motivazioni che hanno indotto la Chiesa, per la prima volta, a creare un Messale che offrisse una celebrazione Eucaristica universale.
Alla mensa del tuo dolcissimo convito, o dolce Signore Gesù Cristo, io, peccatore e privo di meriti, mi accosto tremante, solo confidando nella tua misericordia e tenerezza. Anima e corpo ho macchiato di molte colpe, la mente e la lingua non ho ben custodito.