PIER GIORGIO FRASSATI UN MODELLO PER L’ATTUALE CONTESTO SOCIALE

Introibo

La santità è la direzione verso cui ogni battezzato è diretto. San Paolo stesso affermò che la santità è il destino ultimo verso cui si è indirizzati. La santità è la caratteristica dell’essere cristiano, il quale pur non essendo sempre il testimone di eventi soprannaturali quali i miracoli, le bilocazioni, le stigmate, ripone ogni dì il proprio sé in Cristo incamminandosi così verso il faticoso, ma lodevole cammino qual è la santità.

Chi è il santo?

I santi sono soggetti sorretti dallo Spirito Santo. Essi esercitano le virtù cristiane:

  1. Teologali: fede, speranza e carità.
  2. Cardinali: prudenza, giustizia, fortezza e temperanza.

Santo è colui che ripone Dio al disopra di se stesso, pur non disdegnando il mondo. Il santo è quegli che vive in Cristo e di Cristo, anche nelle diatribe esistenziali, senza attendere il plauso altrui. I santi conducono quindi un’esistenza umile e obbediente. Essi per Cristo sopportano ogni incomprensione. Si pensi a San Padre Pio da Pietrelcina. Costui fu il primo sacerdote stigmatizzato, testimone di esclusivi eventi soprannaturali, che lo interposero con i vari padri provinciali e il Sant’Uffizio. Egli rimase nelle differenti e costanti persecuzioni in toto subordinato alla Madre Chiesa. Si evince che i santi non creano scissioni interne ed esterne, ma indicano su chi fondare il proprio essere: Dio che è l’archè, il logos.

Rappresentazione della santità nei primi tempi del Cristianesimo

Nei primi tempi del Cristianesimo(I secolo d.C.) il sostantivo santo indicava ogni battezzato, il quale in virtù di tale sacramento era incorporato e nascosto in Cristo. I santi erano quindi soggetti attivi nella comunità cristiana. Codesti compivano ogni dì il sacrificio incruento di Cristo: l’Eucaristia e tal volta erano anche testimoni di eventi soprannaturali, ma sostanzialmente la santità era attributo non necessariamente radicato a soli eventi trascendenti. San Paolo nella Lettera agli Efesini capitolo 1, 1 – 10 redige:

Paolo, apostolo di Gesù Cristo per volontà di Dio, ai santi che sono in Efeso, credenti in Cristo Gesù:  grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo.
Benedetto sia Dio Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo, secondo il beneplacito della sua volontà. E questo a lode e gloria della sua grazia, che ci ha dato nel suo Figlio diletto; nel quale abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, la remissione dei peccati secondo la ricchezza della sua grazia. Egli l’ha abbondantemente riversata su di noi con ogni sapienza e intelligenza, poiché egli ci ha fatto conoscere il mistero della sua volontà, secondo quanto nella sua benevolenza aveva in lui prestabilito per realizzarlo nella pienezza dei tempi.

L’accezione del concetto di santità, mutò nell’epoca dei martiri(II secolo d.C.) ove per santo si intendeva colui o colei, che emulando Cristo morto sulla croce, donava come Lui la vita sino all’effusione del sangue. Il martire è testimone di Cristo. È colui che appartiene in toto a Lui e alla sua sposa: la Chiesa. Nel Medioevo vennero aggiunti i santi ausiliatori, acciocché santi particolari, invocati per specifiche intercessioni, generalmente per condizioni di salute infauste oppure per protezione da calamità naturali. Ecco che vengono istituiti i patronati, ossia legami di fede intensa tra il santo e l’orante, palesati da manifestazioni di preghiera particolari, quasi a rendere il santo una sorta di persona alla loro pari. Ne è un esempio il patronato di san Gennaro Vescovo e martire, attraverso il quale i fedeli partenopei rivolgono al santo che reputano un membro della società napoletana suppliche per somme esigenza, per esempio l’essere preservati da calamità naturali, come sopra citato.

La santità nell’epoca post contemporanea

Dal XX secolo a oggi repentini i mutamenti culturali, storici, sociali ed economici, alcuni dei quali hanno segnato la Chiesa. Si pensi ai differenti aggiornamenti apportati dal Concilio Ecumenico Vaticano II(1962 – 1965) il quale in riferimento alla santità ha dichiarato la possibilità di un esercizio multiforme di essa. La santità quindi non è più realtà esclusiva di religiosi e chierici, ma anche di laici. La Costituzione Dogmatica Lumen Gentium al numero 41 in relazione chiosa così:

Nei vari generi di vita e nei vari compiti una unica santità è coltivata da quanti sono mossi dallo Spirito di Dio e, obbedienti alla voce del Padre e adorando in spirito e verità Dio Padre, camminano al seguito del Cristo povero, umile e carico della croce, per meritare di essere partecipi della sua gloria. Ognuno secondo i propri doni e uffici deve senza indugi avanzare per la via della fede viva, la quale accende la speranza e opera per mezzo della carità.

È stato proprio così per Pier Giorgio Frassati filantropo, terziario domenicano e membro della Società San Vincenzo de Paoli, della Federazione universitaria cattolica italiana e di Azione Cattolica. Pier Giorgio Frassati nasce a Torino il 6 aprile 1901 e decede nella medesima città il 4 luglio 1925.

Pier Giorgio Frassati uomo eucaristico

Egli fu un giovane dedito alla conoscenza di Gesù Cristo. Da infante si commuoveva nell’udire i racconti di Cristo e ogni sera non si coricava, prima di aver proferito le orazioni, non per obbligo o dovere morale, ma per il bisogno costante di incontrare Cristo. A 17 anni il gesuita Pietro Lombardi nonché suo padre spirituale, gli consiglia la pratica della comunione frequente, la quale per Frassati era congiunta al servizio liturgico attento e devoto. Egli all’epiclesi osservava con diligenza l’Ostia richiamando talvolta anche alcuni dei presenti, distratti per personali motivazioni. Il futuro santo aveva una profonda devozione verso l’Eucaristia tanto da proferire il 29 giugno 1923 suddetto discorso ai giovani di Pollone:

Cibatevi di questo pane degli angeli e di là troverete la forza per combattere le lotte interne, le lotte contro le passioni e contro tutte le avversità, perché Gesù Cristo ha permesso a coloro che si cibano dell’Eucaristia la Vita Eterna e le grazie necessarie per ottenerla.

L’amore verso l’Eucaristia non si esaurisce nella sola celebrazione, erano infatti numerose le notti trascorse dinnanzi al Santissimo Sacramento in orazione, unite alla lettura e meditazione della Parola. In riferimento Frassati redige:

Gesù mi fa visita ogni mattina nella Comunione; io la restituisco nel misero modo che posso: visitando i poveri e intorno ai poveri e sofferenti io vedo una luce che noi non abbiamo.

Uomo di carità

Pier Giorgio Frassati è l’esempio di chi concilia la dimensione sacramentale(in particolare Riconciliazione ed Eucaristia) con azione caritatevole. La carità come più volte ho redatto è la forma massima dell’esperienza di fede. Tale santo insegna, che essa si attua anzitempo nell’appartenenza devota a Cristo e in suo nome nell’attenzione all’altro. Egli appartenendo ad un contesto di estrazione sociale alto borghese, non ne fece un privilegio, ma con generosità donò ai bisognosi. Alla sorella Luciana che gli chiese il motivo, egli rispose così:

Aiutare i bisognosi è aiutare Gesù.

Tale dimensione non deve però essere esaltata e soprattutto scissa dall’aspetto sacramentale. La Chiesa e i suoi rappresentati, ivi i santi non possono essere ridotti a esecutori di sole azioni caritatevoli. La prima forma di carità è spirituale, quindi riconoscersi costantemente recettori del perdono, sempre in circolarità con il pane immortale che è l’Eucaristia. Senza i suddetti aspetti la carità diviene atto fine a se stesso e nel tempo muore. La sola carità materiale non salva la persona e e nemmeno la nobilita dinnanzi a Dio perché se in essa vive il peccato, in particolare il peccato mortale non può essere in comunione con Dio ed ogni azione, anche la più volenterosa è atto esclusivamente umano, che non accresce la fede. La carità materiale, sempre deve essere correlata alla sacramentalità dell’esperienza di fede.

Frassati uomo eucaristico e terziario domenicano

I terziari domenicani, così come i francescani sono laici sia maschili, che femminili, i quali seguono la spiritualità e le regole dell’Ordine dei Predicatori. Pier Giorgio Frassati vi fu ammesso il 28 maggio 1922 con una celebrazione avvenuta nella Chiesa di san Domenico ubicata in Torino assumendo il nome di Fra Girolamo in onore a Girolamo Savonarola. Frassati visse in profondità la vita domenicana, si dedicò infatti allo studio della teologia, alla predicazione e all’aiuto di persone indigenti, oltre alla dimensione sacramentale.

Morte, beatificazione e canonizzazione

Pier Giorgio Frassati muore il 4 luglio 1925 a soli 24 anni a causa di una meningite virale, contratta probabilmente in un quartiere torinese insalubre. È stato beatificato il 20 maggio da san Giovanni Paolo II papa per l’avvenuta guarigione di Domenico Sellan giovane friulano che ha contratto il morbo di Patt, ossia una particolare tubercolosi extrapolmonare. Il 26 aprile 2024 nella XVIII Assemblea nazionale dell’Azione Cattolica il Cardinale Marcello Semeraro prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi annuncia la canonizzazione di Frassati per l’anno 2025. La motivazione? Juan Manuel Gutierrez oggi sacerdote dell’Arcidiocesi di Los Angeles il 25 settembre 2017 praticando sport con i compagni seminaristi si lede il tendine di Achille. Il futuro sacerdote preso da sgomento per il costo esoso dell’intervento chirurgico e le possibili conseguenze in seminario si pone in preghiera dinnanzi a Pier Giorgio Frassati. Dopo alcuni giorni di distanza il seminarista, sempre assorto in implorazione, avverte in se un calore intenso alla caviglia e riprende a camminare senza alcun ausilio. La risonanza rivela la scomparsa della lesione, non dimostrabile con la scienza, ma da ricercare nel soprannaturale. Papa Leone XIV nel suo primo concistoro tenutosi il 13 giugno 2025 annuncia la data di canonizzazione: il 7 settembre 2025 verrà dichiarato santo in correlazione con il beato Carlo Acutis.

FORZA E VALORE DEL PAPATO PER LA CHIESA E PER IL MONDO

Giulio Loredo, con la sua consueta chiarezza, propone un approfondimento sul perché il Popolo di Dio, ed anche il mondo non cattolico e della politica, guardino con reale apprensione alla salute del Pontefice ed al destino della Chiesa, anche se spesso potrebbero sembrarne distanti.

Quali i motivi profondi per cui anche chi mostra divergenze con taluni orientamenti di un Papa li manifesta pubblicamente eppure prega per il Papa?

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 DIFESA DELLA VITA 

Pochi giorni fa alcuni medici si sono sentiti accusati e feriti per la frase proferita dal Sommo Pontefice sull’aborto. Egli ha definito i medici che praticano codesto genocidio sicari. L’etimologia del sostantivo “sicario” ha differenti significati: nella società ebraica i sicari erano un gruppo estremista appartenente alla categoria degli zeloti. La definizione più opportuna è la seguente: sicario è colui che esegue per conto di un mandante un omicidio. La storia a priori presenta notevoli mandatari di omicidi, si pensi alla ferocia della Criminalità Organizzata, ai terroristi, ma anche a chi deliberatamente compie l’interruzione volontaria di gravidanza. 

AGLI ALBORI 

Il 22 Maggio 1978 viene varata la norma che rende lecita l’interruzione volontaria di gravidanza. A capo di suddetta scelta vi fu Vincenzo Balzano esponente del Partito Socialista Italiano e come firmatario Giovanni Leone avvocato incardinato nella Democrazia Cristiana e Presidente della Repubblica Italiana dal 1971 al 1978. Prima di questa legge il codice penale italiana perseguiva l’interruzione volontaria di gravidanza in quanto reato. Si tentò nel Febbraio del 1980 mediante il Movimento per la vita(associazione sorta in Italia nel 1975 che difende la vita e la dignità dell’uomo dal suo concepimento al suo morire) di presentare alla Cassazione le firme raccolte per la costituzione di un referendum che andasse ad abrogare la legge sull’aborto volontario, ma il tentativo fu vano in quanto fine a se stesso. 

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Inferno (parte seconda)

Fratelli Limbourg*, La caduta degli angeli ribelli, 1412-1416,
nel Libro d’ore Très riches heures du Duc de Berry,
Le Ore molto ricche del duca di Berry, Folio 64, Fonte Meisterdrucke

Link alla Prima parte

La creazione degli Angeli e dei Demoni 

La filosofia greca, in particolare quella platonica in unione al pensiero presocratico, oltre che aristotelico, ha offerto un notevole supporto alla teologia scolastica e alla patristica, soprattutto in riferimento alla creazione dell’uomo. Il ruolo primario è occupato dal pensiero platonico

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Origene e Celso

Dopo aver fornito nei precedenti articoli (primo articolosecondo articolo) informazioni biografiche su Origene e l’approccio da lui adottato alla comprensione delle Sacre Scritture, nel seguente articolo si mettono in evidenza le posizioni di Celso (filosofo pagano) nei confronti del Cristianesimo e dei cristiani e allo stesso modo la risposta di Origene alle istanze poste dal filosofo.

CHI ERA CELSO?

Celso è stato un filosofo greco antico del II secolo, di ispirazione platonica, vissuto nel regno di Marco Aurelio. Il suo nome è tipicamente latino, infatti alcuni sosteneva che fosse un romano orientale più che un greco. Di Celso è giunta una sola opera: Alethès logòs, ossia la vera dottrina, la vera parola, discorso vero, discorso di verità. Egli scrisse questa opera per contrastare la dottrina cristiana. Non si posseggono informazioni circa la data di stesura, secondo gli storici una possibile datazione potrebbe essere durante il lungo conflitto tra Marco Aurelio e i Marcomanni (tribù germaniche), all’incirca nel 172. 

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“LA FOLGORE COLPISCE PER LA TERZA VOLTA” Un romanzo di Jan Dobraczyński. Impariamo a conoscere Gesù (3)

Il Vangelo di oggi, della seconda Domenica di Avvento, sulla via della nascita di Gesù, mi rimanda alla lettura che feci anni fa di questo romanzo spirituale, sulle orme di un uomo il cui parlare era Sì, sì, No, no! (Mt 5, 37). Non mezze parole e dialoghi umani, che non accompagnano mai alla conversione. Ma la voce che si abbatte dall’alto e incendia la vita!

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NEWS DALLA RETE. “Il Vangelo secondo Maria. Un poema in prosa”

Ci scrive l’amico Alfredo Tradigo, giornalista, scrittore, poeta …

Con questo nuovo libro, scritto nella primavera scorsa e che trovate in libreria o in rete, mi sono voluto misurare con la forma del racconto in prosa. Il libro è diviso in tre parti. La prima è affidata alla voce di un narratore che – basandosi su testi tratti dai Vangeli sia canonici che apocrifi (e in parte sugli scritti di Anna Emmerick e Maria Valtorta) – racconta la nascita, l’infanzia e l’adolescenza di Maria. Nella seconda parte è Maria stessa a narrare la sua vita fino alla resurrezione di Gesù. L’ultima parte è affidata alla voce dell’evangelista Giovanni, che descrive e accompagna Maria negli ultimi momenti della sua vita. Qui sotto vi collegate all’introduzione di Vincenzo Sansonetti.

Alfredo Tradigo

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“Dimmi come preghi e ti dirò in quale Dio credi”

Fabritius, Il fariseo e il pubblicano, 1661, o/t 95 × 293 cm, Rijksmuseum di Amsterdam

Colletta

O Dio, che sempre ascolti la preghiera dell’umile,
guarda a noi come al pubblicano pentito,
e fa’ che ci apriamo con fiducia alla tua misericordia,
che da peccatori ci rende giusti.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.

Commento artistico-spirituale al Vangelo della XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C – 23 Ottobre 2022

Di don Tarcisio Tironi, Direttore M.A.C.S. (Museo di Arte e Cultura Sacra) di Romano di Lombardia-Bg

In alto a sinistra dell’opera rappresentata, un diavolo cornuto e alato sventola la bandiera con la scritta: «qui se exaltat humiliabatur» (chiunque si esalta sarà umiliato) mentre sullo striscione mostrato dall’angelo, in alto a destra, si legge: «Qui se humiliat exaltabitur» (Chi invece si umilia sarà esaltato). L’autore dell’invenzione per comprendere la scena raffigurata è Barent Fabritius, nell’opera «Il fariseo e

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Papa Francesco ricorda il Servo di Dio Don Giussani nel centenario della sua nascita e invita Comunione e Liberazione alla missione con la Chiesa

COMUNIONE E LIBERAZIONE, UDIENZA PAPA FRANCESCO/ Diretta video: "Salvate il  carisma"

L’udienza del 15 Ottobre a Comunione e Liberazione mostra l’affetto del Santo Padre per Don Giussani, del quale in vita apprezzò l’esempio e lesse suoi libri che gli furono di ispirazione, ma è stata anche l’occasione per rinnovare l’invito al Movimento a tener vivo il carisma del fondatore e la sua missione con la Chiesa, evitando ciò che da essa allontana, evitando divisioni:

… non sono mancati seri problemi, divisioni, e certo anche un impoverimento nella presenza di un movimento ecclesiale così importante come Comunione e Liberazione, da cui la Chiesa, e io stesso, spera di più, molto di più.

DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
AI MEMBRI DI COMUNIONE E LIBERAZIONE 

Piazza San Pietro
Sabato, 15 ottobre 2022

(Fonte www.vatican.va)

Cari fratelli e sorelle, buongiorno e benvenuti!

Siete venuti in tanti, dall’Italia e da vari Paesi. Il vostro movimento non perde la sua capacità di radunare e mobilitare. Vi ringrazio di aver voluto manifestare la vostra comunione con la Sede Apostolica e il vostro affetto per il Papa. Ringrazio il Presidente della Fraternità, prof. Davide Prosperi, come pure Hassina e Rose, che hanno condiviso le loro esperienze. Saluto il Cardinale Prefetto, il Cardinal Farrell e i Cardinali e Vescovi presenti.

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