Cattolicità

In una bancarella di libri, mentre spulciavo tra vari titoli, ne è comparso uno abbastanza eloquente: “Cattolicità”. Anno 1943, collezione a cura della Pontificia Opera per la Preservazione della Fede, editore Morcelliana, autore Igino Giordani (1894-1980). Scrittore, politico, giornalista (Osservatore Romano, Il Popolo, ecc.), direttore della Biblioteca Apostolica Vaticana, nonché co-fondatore – parola di Chiara Lubich – del movimento dei Focolari. Leggi tutto “Cattolicità”

L’Eucarestia “tutta intera”: Sacrificio – Presenza – Comunione

«Il presente libro (di padre Massimiliano Degasperi)  compie una indispensabile ed urgente opera di chiarificazione, di approfondimento e di difesa della fede nel mistero eucaristico. In un tempo di grande crisi della fede e della vita eucaristica, come è il nostro, abbiamo il sacro dovere di diffondere la sana e chiara dottrina sull’Eucaristia. L’autore ci presenta in modo corretto la ricchezza degli insegnamenti del Magistero sull’Eucaristia, c’è realmente bisogno di parlare con la voce chiara della Chiesa stessa».
S. Ecc. Athanasius Schneider Leggi tutto “L’Eucarestia “tutta intera”: Sacrificio – Presenza – Comunione”

Un contributo importante al dibattito sul Concilio


Leggere gli atti di un convegno di solito è qualcosa per  addetti ai lavori, il lettore medio, per quanto interessato,  tende a schivare.  Invece, questo libro – Concilio Ecumenico Vaticano II. Un Concilio Pastorale (Casa Mariana Editrice, 2011) – pur essendo la pubblicazione degli atti di un convegno merita davvero la lettura. Per diversi motivi.

Il primo riguarda la natura dei lavori di cui si pubblicano gli atti; nel dicembre 2010, a Roma, i Francescani dell’Immacolata hanno organizzato questo convegno nell’intento di fare un analisi storico-filosofico-teologica del XXI Concilio della Chiesa Cattolica. Il carattere innovativo di questa giornata si colloca nel punto di vista da cui prende le mosse: un orizzonte che, nel rispetto dell’assise conciliare, non esita nell’approccio critico. Non che mancassero voci allarmate rispetto al Concilio e alla sua ricezione, anzi, ma in questo lavoro si avverte un primo tentativo sistematico per uscire da una confusione che perdura da troppo tempo.

Inutile ricordare che tutto ciò prende origine dal magistero di Benedetto XVI, un indirizzo che di fatto ha permesso una via d’uscita da una continua celebrazione un po’ stereotipata dell’evento conciliare. La strada da fare è ancora molta, ma non si può negare che il cammino sia iniziato.

I contributi presenti nel libro sono tutti assolutamente autorevoli, ne sottolineo tre:

1) il contributo di don Ignacio Andereggen che riguarda la prospettiva filosofica. Venti pagine straordinarie per capacità di sintesi e analisi, dalla loro lettura, infatti, emerge un “virus” che ha infettato il pensiero e ha manifestato la sua influenza soprattutto da Kant in poi. “L’introduzione delle filosofie che si basano sull’atteggiamento e sulle dottrine kantiane è una vera catastrofe nella vita della Chiesa; e noi siamo immersi in mezzo a questa catastrofe” (pag. 146).

2) il “vademecum pastorale” proposto da S.E. Mons. Athanasius Schneider, sette punti tratti dalla Sacrosantum Concilium (n°9) per fare chiarezza su di una teoria e prassi pastorale veramente in continuità con la Dottrina di sempre. E’ ormai celebre la proposta di Mons. Schneider sulla necessità di un Syllabus errorum circa interpretationem Concili Vaticani II. In sostanza, dice Mons. Schneider “tenendo conto dell’ormai pluri-decennale esperienza delle interpretazioni dottrinalmente e pastoralmente sbagliate e contrarie alla continuità bimillenaria, sorge la necessità e l’urgenza di un intervento specifico ed autorevole del Magistero pontificio per un interpretazione autentica dei testi conciliari con completamenti e precisazioni dottrinali” (pag. 185-186).

3) L’acuta riflessione di don Florian Kolfhaus rispetto all’orientamento pastorale del Vaticano II. Sottolinea Kolfhaus: “chi conosce a memoria le risposte del catechismo può usare con la coscienza tranquilla immagini ed espressioni nuove, quando si tratta di utilizzare la dottrina cattolica nella pratica e in un modo conforme ai tempi. La pastorale poggia sulla dottrina, la prassi presuppone la retta dottrina. Il rovesciamento di questo ordine porta troppo facilmente a far sì che con “una nuova realtà pastorale” si sviluppi una “nuova” dottrina” (pag. 235).

Se la regola imperante diviene il “dire le cose in modo nuovo”, si finisce poi per “credere in modo nuovo”, se poi questo modo nuovo sia anche cattolico è un problema di non poco conto. Almeno per i cattolici.

Per chi vuol capire qualcosa del dibattito sul Concilio, questo è un libro che non può mancare.