La solennità del Corpus Domini è la festa principale dell’anno liturgico per la Chiesa Cattolica, questa solennità rievoca la Missa in Cena Domini, quindi l’Ultima Cena celebrata da Gesù il Giovedì Santo. Codesta solennità fu istituita da papa Urbano IV mediante la bolla Transiturs l’11 agosto 1264; anche se in Belgio con precisione nella Diocesi di Liegi nel 1247 per contrastare l’eresia di Beringario veniva celebrata questa festa. Beringario sosteneva che la presenza di Cristo nell’Eucaristia fosse solo simbolica e non reale(nei prossimi mesi scriverò un articolo su questa diatriba teologica). La solennità del Corpus Domini ricorda che Cristo è realmente presente, che nella celebrazione eucaristica durante l’offertorio avviene la Transustanziazione, quindi le specie terrene divengono soprannaturali, ossia reale corpo e sangue di Cristo!
Agli albori
Suor Giuliana di Liegi(1192 – 1258), mistica belga ebbe una visione:
La Chiesa aveva le sembianze di una luna piena, con una macchia scura che stava a indicare la mancanza di una festività.
Nel 1208 ebbe un ulteriore visione durante la quale Cristo le chiese di impegnarsi affinché nella Chiesa venisse istituita la festa del Corpus Domini. Nel 1222 la suddetta venne eletta priora del convento Mont Carmillion e grazie all’ausilio di numerosi sacerdoti convinse il Vescovo Roberto di Thourotte a istituire suddetta festa(al tempo i Vescovi locali potevano costituire festività per le proprie diocesi). Nel 1264 papa Urbano IV che ben conosceva suor Giuliana di Liegi, dopo aver riconosciuto anche il miracolo eucaristico di Bolsena, mediante la bolla citata all’inizio creò la festività e solennità del Corpus Domini. Fu indicata come festa di precetto il giovedì dopo l’ottava di Pentecoste per la Chiesa universale. Sorge spontanea la domanda, perché il giovedì? Il giovedì rimanda all’istituzione dell’Eucaristia compiuta nel cenacolo da Gesù nell’Ultima Cena. Lo scopo di summenzionata festa è affermare e ricordare l’unione tra le due nature di Cristo, umana e divina. Esse sono senza confusione e scissione, in ogni istante della vita di Gesù hanno sempre operato, anche nel dramma della croce l’ipostasi divina soffriva interamente, quindi sulla croce non ha sofferto solo dimensione umana, ma anche quella divina. La dimensione umana ha patito il dolore dei flagelli, della coronazione di spine, del pesante legno della croce e degli insulti dei soldati . La dimensione divina oltre a questi aspetti ha patito il dolore più immenso: il rifiuto da parte del popolo eletto(Israele) della salvezza, cosi come anche dal resto dell’umanità. Quanti dolori ancora oggi il Signore patisce, quanta indifferenza, quanta sporcizia anche nella Chiesa che non riguarda solo il tarlo della pedofilia, ma anche il sonno di alcuni ministri che a volte a si dedicano sole realtà
mondane offuscando i logos, oppure il ridurre la dottrina a visione soggettiva generando così confusione e sofferenze.
Celebrazione
Dopo la celebrazione dei Divini Misteri, si svolge la processione più importante per un cristiano, appunto quella del Corpus Domini, che si districa tra le vie di una città o di un paese. Essa avviene portando l’ostensorio con all’interno l’Ostia consacrata, affinché anche pubblicamente Gesù vero Dio e vero uomo venga adorato. Il passaggio di Cristo non è pretenzioso, ma silenzioso, esso ricorda ai fedeli anche lontani che nulla nel mondo ha valore se non riposto in Cristo. Il sacerdote indossando il piviale e ricoperto dal velo omerale con immenso rispetto porta Cristo alle genti. Il velo omerale è un “telo” mediante il quale il ministro ordinato prende l’ostensorio, in quanto essendoci Cristo non va toccato con mani impure. Un sacerdote pur essendo un ministro ordinato è sempre esposto al peccato. La processione si conclude con il canto del Pange Lingua, scritto nel 1264 da San Tommaso d’Aquino incaricato da papa Urbano IV a comporre un inno eucaristico per onorare l’Eucaristia. Il Pange Lingua viene cantato nelle due strofe finali per la benedizione Eucaristica e per intero il Giovedì Santo a conclusione della Messa nella Cena del Signore per la reposizione delle specie eucaristiche e per il Corpus Domini
Conclusione
Per meglio onorare questa celebrazione si riporta l’inno composto dall’Aquinate, che può essere anche udito dal canale informatico
Pànge, lingua, gloriosi
Corporis mystèrium
Sanguinisque pretiòsi,
quem in mundi pretium
fructus ventris generosi
Rex effudit Gentium.
Nobis datus, nobis natus
ex intacta Virgine,
et in mundo conversatus,
sparso verbi semine,
sui moras incolatus
miro clausit ordine.
In supremae nocte coenae
recumbens cum fratribus
observata lege plene
cibis in legalibus,
cibum turbae duodenae
se dat suis manibus.
Verbum caro, panem verum
verbo carnem efficit:
fitque sanguis Christi merum,
et si sensus deficit,
ad firmandum cor sincerum
sola fides sufficit.
Tantum èrgo Sacramentum
venerèmur cernui:
et antìquum documentum
novo cedat rìtui:
praèstet fìdes supplemèntum
sènsuum defectui.
Genitori, Genitoque
làus et jubilàtio,
salus, honor, vìrtus quòque sit et benedictio:
procedenti ab utroque compar sit laudatio.
Amen