Tra il serio e il faceto.

Tema in classe sulla cena del giorno prima in famiglia: mi parlano di tv, telegiornali, lavoro, noia…La famiglia non attira più…perchè non c’è più.

Forse anch’io devo stare meno in internet altrimenti mia moglie si arrabbia, e dice che non siamo famiglia.

 "L’utero è mio e lo gestisco io" è una ottima frase, tutt’oggi valida. Mia moglie giura di averla sentita pronunciare da mia figlia, ancora analfabeta, per quei nove mesi in cui quest’ultima, su nostra richiesta, ha abitato nella sua capsula spaziale.

E’ verissimo il luogo comune caro a tanti maschi furbetti: gli uomini non devono occuparsi di aborto, è una questione delle donne. Infatti l’aspiratore che fa a pezzi il bambino entra nell’utero di una donna. Nessun uomo può dunque impicciarsi, se è pro choice: troppo facile essere favorevoli ad un dramma di cui non ci si occupa, e che avviene sulla pelle di un altro e nel corpo di un’altra. L’uomo contrario all’aborto, invece, ha tutto il diritto di parlarne: perchè lui non metterebbe mai incinta una donna per poi dirle: vai ad abortire, è una faccenda tua! Quel bimbo e quella donna, sono una faccenda anche sua, perchè li ama.

Darwin aveva le sue ragioni, ma al contrario: nella mia esperienza ci sono uomini che diventano scimmie, che perdono per strada la loro umanità, mai scimmie che diventano uomini.

Dio mi ha fatto incontrare un’ottima moglie. Sapeva che avrei dovuto tenerla per sempre. Se si pensasse più a lungo cosa significa “sempre”, forse si sarebbe più prudenti nella scelta.

Nessun uomo è immune dall’orgoglio: anche nelle opere buone la superbia si infila. Eppure non propter te coepi, nec propter te desinam: non ho cominciato a causa della superbia, nè a causa della superbia cesserò. L’uomo che ha potere e responsabilità, però, deve vegliare sempre, per non divenire schiavo del potere. E’ l’anello del potere di Tolkien… Nel mio caso, l’anello lo ha mia moglie, almeno in casa.

Mia figlia è un dono splendido: svegliandosi la notte, più e più volete, mi ricorda che servendo qualcuno realizziamo noi stessi…però, se non si sveglia, è meglio….

A scuola mi diverto molto: i ragazzi ti mantengono giovane…quando non sono, nell’animo, più vecchi dei vecchi….cosa che ormai succede spesso.

 Anche mia moglie insegna: a casa io mi fermo, lei continua….

Sopra di me abita mia suocera. Alcuni mi hanno detto che sono matto… in verità ogni tanto vado da lei..per riposarmi da mia moglie.

 Sta arrivando mia moglie: forse vuole chiacchierare con me, per fare famiglia…più probabilmente vuole usare lei internet….

Napoli, quartiere Ponticelli

Romeno o rom fa lo stesso. ? difficile non sapere che i rom corrispondono a un problema sociale e purtroppo criminale. ? difficile non sapere che i rom, numeri alla mano, tendono a compiere reati con regolarità e a non integrarsi nella comunità che li circonda. Altre cose, invece, puoi anche non saperle. Non sei obbligato a conoscere la differenza tra un romeno e un rumeno e un rom, e poi la differenza tra un rom romeno, un rom non romeno, un rom polacco, uno zingaro e un semplice nomade. Non sei tenuto a sapere che gli zingari, assieme a quella ebraica, furono l’unica razza che il nazismo decise di sterminare integralmente; che ad Auschwitz sopravvissero solo quattro zingari maschi; che il celebre dottor Mengele amava fare esperimenti soprattutto sugli zingari e che iniettava la malaria ai piccoli rom.
Potresti dire: ma queste non sono informazioni essenziali, questo non c’entra col fatto che al quartiere Ponticelli (forse) hanno tentato di rapire una bambina. E avresti ragione. Ma se decidi di vendicarti, se per ritorsione tu e altri venti deciderete di aggredire un romeno che non c’entra niente (pestare e accoltellare un operaio che ha una casa, un lavoro regolare e che non vive in un campo nomadi) allora c’è qualcosa che sei obbligato a sapere: che meriti la galera e basta. Romeno o rom fa lo stesso
Filippo Facci – Il Giornale – 15 maggio 2008

Il ’68 di Veneziani.

Il marxismo si presento come la rivoluzione degli oppressi, il ’68 invece fu la rivoluzione dei repressi. Non liberò dai padroni ma dai padri. Marx, corretto da Freud e da Lacan, finì in minigonna e in jeans. Una volta liberati i repressi, restarono però i depressi.

Jan Palach fu l’unico sessantottino che scontò la protesta sulla propria pelle. Gli altri incendiarono il mondo pensando a se stessi, lui incendiò se stesos pensando al mondo. Entrambi amarono la libertà ma in modo diverso. lui affrontò i carri, gli altri la carriera. (Marcello Veneziani, Rovesciare il ’68, Mondadori).

Assaggi n. 45: Anatemi levantini

“Che Allah maledica Berlusconi e scateni la sua rabbia contro di lui e contro il Papa”. ? questo il commento diffuso su “al-Hesbah”, uno dei siti Internet jihadisti più vicini ad al-Qaeda, a proposito della vittoria alle elezioni politiche in Italia ottenuta dalla coalizione guidata da Silvio Berlusconi.

Assaggi n. 44: Impulso alla ricerca

“A un certo punto ci si trova come avvolti in un senso profondo di vuoto e di nulla; ma, proprio nello stesso momento in cui questo senso ci è dato, si avverte che questo vuoto, che questo nulla sono popolatissimi, e che proprio questo, proprio questo chiede di essere capito. Dopo aver rifiutato tutti i sensi possibili, proprio allora ci troviamo a chiederci i motivi di questo proliferare, e nasce prepotente l’impulso alla ricerca”.

“Di ciò di cui sembra non si possa parlare giova, invece, continuare a parlare finché non si possa veramente parlarne”.

Luciano Anceschi

Assaggi n. 43: La Terra è piatta e il Sole gira intorno

La terra è piatta. Parola di astronomo. Rimbalza per la rete il video tratto da una trasmissione andata in onda qualche mese fa su una tv irachena. Nella puntata dal titolo “La Terra è piatta?”, trasmessa sul canale Al Fayhaa, l'”astronomo e ricercatore” iracheno Fadhel Al-Said, parlando del sistema solare con un collega fisico in studio, afferma che “il nostro pianeta è piatto”. Alcuni spezzoni della puntata sono stati messi online sottotitolati in inglese dal sito Memritv. Al-Said termina infine con: “il sole gira intorno alla Terra perchè è più piccolo della Terra, come è evidente nei versi del Corano”.

Assaggi n. 42: Il Cavallo Rosso

…[Michele] sentì nascere anche dentro di sé un’improvvisa voglia d’amore fisico, voglia ch’è sempre pronta a insorgere nei giovani, anche in lui – nonostante la sua severità morale – dotato com’era di esuberante vitalità e di fantasia. Gli venne in mente la ragazza dell’isba… la incontrava più volte al giorno.
“Ehi, un momento” s’impose subito; quella ragazza non era per lui, era destinata a un altro. E lui non doveva partecipare in nessun modo al disordine: “Perché comincia proprio da qui il guasto che si estende poi a tutto il creato e lo trasforma in una bolgia… Proprio da qui comincia.”
Era anche una questione di correttezza verso la propria futura moglie. Già. Chissà dov’era in questo momento – cerco di prospettarsi, sempre passeggiando davanti all’isba – la donna che sarebbe stata la compagna della sua vita. Chissà che viso aveva… Con ogni probabilità doveva essere molto giovane, quasi certamente lui non l’aveva mai vista. A meno che… Gli venne a un tratto incontro nella fantasia la figura acerba e stranamente sorridente di Almina, la sorella quindicenne di Ambrogio.

Eugenio Corti, Il Cavallo Rosso

Credo in Dio non capisco gli atei

Giovanni Allevi (musicista) ha raccontato la sua fede di cattolico mite e risoluto al mensile Jesus. “Sono un peccatore perché non riesco a essere un praticante assiduo come vorrei. Credo in Dio, sono credente. Penso che chiunque svolga un’attività artistica non può non esserlo: la musica e l’arte ti portano sull’orlo di una realtà trascendente. Io sono giunto lì, sull’orlo. Per me l’ateismo è inconcepibile”.