I gay pride e il vaiolo delle scimmie

Vaiolo delle scimmie”: solo sentire questa espressione ci fa venire i brividi. Ricorda il vaiolo, terribile malattia mortale debellata grazie ai vaccini, evoca qualcosa di animalesco, e fa riaffiorare alla mente gli anni appena trascorsi a lottare contro il coronavirus, i lockdown, la crisi economica…

Recentemente, l’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato il vaiolo delle scimmie emergenza sanitaria internazionale. In Alto Adige, dopo il primo caso segnalato, non sono emerse nuove infezioni. In Italia i casi scoperti per il momento sono circa 500. 

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Il MpV di Trento aderisce ai camion vela

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Anche il Movimento per la Vita di Trento ha aderito all’iniziativa di Provita Onlus per ricordare il quarantennale della nefasta legge 194 e i suoi più di 6 milioni di bambini morti.

Un camion vela con un manifesto prolife ha iniziato a percorrere le strade principali della provincia trentina e dei suoi maggiori centri abitati.

A 11 settimane dal concepimento il feto è completamente formato. Un’immagine chiara per una verità inconfutabile!

Un’immagine che lunedì 21 maggio ha percorso le strade di Mezzolombardo, Mezzocorona e Lavis. Leggi tutto “Il MpV di Trento aderisce ai camion vela”

? in edicola Terra, quotidiano ambientalista

Il formato è agile, mentre il colore dominante della grafica è il verde. Stiamo parlando di Terra, il quotidiano ambientalista giunto in edicola mercoledì scorso. “Terra”, ovvero “Gea-Tellus”: l’antica dèa pagana, sorta dalle tenebre del Caos e incredibilmente prodiga di rapporti incestuosi con figli e fratelli. Dopo una felice parentesi di più o meno duemila anni, risulta da vari indizi che l’inquietante divinità si sia messa in testa di reclamare nuovamente la sua parte di culto.

Culto devoto e militante, se possibile. Ed ecco Terra (organo ufficiale della Federazione dei Verdi, noto in precedenza come Notizie Verdi) proporsi di indirizzare l’opinione pubblica sulle grandi tematiche di oggi: “da quelle energetiche alla crisi climatica, dalle questioni dell’economia e della crisi ai problemi del territorio e delle acque e del loro uso, dalla cultura ai problemi della scuola, dal nodo della povertà alla questione della salute, dell’alimentazione e dell’agricoltura, dai diritti delle persone e degli animali ai problemi più in generale della democrazia” (dal sito www.terranews.it). Come si vede non manca nulla, o quasi: l’ambientalismo, al pari di ogni altra religione che si rispetti, si sente chiamato ad orientare la coscienza dei fedeli in ogni ambito della loro esistenza.

I primi tre numeri di Terra in edicola (da mercoledì 15 a venerdì 17 aprile) danno un’idea abbastanza chiara di cosa il nuovo giornale voglia essere a livello di stile e di indirizzi. A tenere banco sono le tipiche idiosincrasie politically correct della sinistra post-comunista: non sto ad elencarle, le conosciamo tutti benissimo. Colpisce, certo, lo spazio-pubblicità concesso all’ennesima riproposizione de Il vicario, la pièce anticattolica commissionata a suo tempo a Rolf Hochhuth dal KGB. Così come colpiscono le insistenti frecciatine, o qualcosa di più, indirizzate a Benedetto XVI. Ma, in fondo, di cosa stupirci. Se Gea-Tellus vuole tornare ad essere adorata, un’altra religione deve prima essere distrutta: quella di Gesù Cristo.

Che l’ambientalismo sia l’ennesima ideologia anticristiana e antiumana germinata sul tronco della modernità, l’abbiamo capito da tempo. Il problema semmai è come far capire questo (e molto altro) ai nostri contemporanei, così sensibili ai bei proclami e all’esibizione di buoni sentimenti. Una cosa è certa: finché i cattolici non investono in modo serio sull’informazione (Avvenire e Sat 2000 sono una goccia nell’oceano), la partita è persa ancora prima di iniziare. Si potrebbe quasi prendere esempio da Terra…

Legge naturale, contraccezione e fornicazione

L’esistenza e l’obbligatorietà di una legge morale immutabile iscritta nella natura umana (legge naturale) non è un dato di fede o di Rivelazione, ma un qualcosa di razionalmente dimostrabile. Alcuni contenuti o precetti specifici di tale legge possono apparire oggi ingiustificati o addirittura ridicoli: ciò accade specialmente, ma non solo, nelle intelligenze che misconoscono quell’altro dato certissimo di ragione che è l’esistenza di Dio. Tutto ciò non toglie, però, che i precetti di cui stiamo parlando esistano e che debbano essere rispettati da tutti, cattolici e non cattolici, affinché l’anelito di ciascuno ad una vita buona e felice sia perseguito e raggiunto. In questo sintetico contributo vorrei dimostrare, in particolare, la cogenza oggettiva di due precetti di legge naturale oggi largamente misconosciuti e disattesi: i precetti, cioè, che interdicono le pratiche della contraccezione e della fornicazione.

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Innanzitutto: cos’è la legge naturale? Le definizioni filosofiche rigorose, qui, non ci interessano; diciamo brevemente che la legge naturale è la norma eterna posta da Dio nella creazione materiale, in quanto partecipata e resa accessibile all’intelligenza dell’uomo. Per comprendere le singole prescrizioni della legge naturale vanno in primo luogo rintracciate razionalmente – la Rivelazione, ripeto, non è necessaria – le finalit? intrinseche della persona umana, dei suoi atti fondamentali (tra cui, nel nostro caso, la sessualità) e dei beni da lei liberamente perseguibili (beni e finalità materiali, psicologiche, emotive, spirituali, sociali eccetera). Schematizzando un po’: riconoscere l’esistenza di Dio Creatore significa riconoscere la struttura finalistica, teleologica da Lui impressa all’essere creato (1); riconoscendo il finalismo intrinseco dell’essere creato, e della creatura umana in particolare, si riconosce l’esistenza e la necessità di una legge naturale che custodisca e promuova questo finalismo (l’uomo è infatti libero, contrariamente agli animali e alle cose, di “svellersi” intenzionalmente da esso); riconoscendo la legge naturale si determinano oggettivamente le singole norme che la specificano e la promuovono nel concreto.

Per esemplificare banalmente con un paio di casi semplici: è chiaro che l’uomo “contiene” una finalità naturale intrinseca all’autoconservazione del proprio essere; in vista dell’autoconservazione del proprio essere è necessario che l’uomo si nutra; ergo, per legge naturale è moralmente obbligatorio assumere del cibo, ed è immorale, ad esempio, lasciarsi morire di fame per “endura” come i càtari del XII secolo. Ancora: l’uomo, essendo stato dotato da Dio di una natura intelligente e spirituale, “contiene” una finalizzazione intrinseca a quella Intelligenza e Spiritualità somma che è Dio stesso, Bene infinito e termine ultimo di ogni esistente; fine sommo della vita umana è dunque la contemplazione dei misteri divini; ergo, per legge naturale è moralmente obbligatorio compiere atti di culto religioso, ed è immorale professare l’ateismo, l’indifferentismo, l’idolatria eccetera. Professando queste concezioni erronee, o lasciandosi morire di fame per “endura”, l’uomo si distoglie, si “svelle” intenzionalmente, come dicevo, dai fini (ultimi o prossimi) per cui è stato creato: di qui l’essenza malvagia di tali atti.

Il primo precetto generalissimo della legge naturale, “il male è da evitare e il bene è da perseguire”, è noto a tutti e quasi tautologico; successive specificazioni – anche apparentemente intuitive, come “non si deve stuprare” o “non si devono commettere stragi terroristiche” – trovano già, incredibile ma vero, i loro negatori. Questo accade perché la ragione umana è, a causa non di un difetto di natura ma dell’esistenza del peccato, debole, soggetta all’influenza irrazionale delle passioni, deformabile ad opera del contesto sociale (se uno si mette a frequentare una setta che pratica il sacrificio umano, giunge poco a poco a giustificare “razionalmente” il sacrificio umano) e soprattutto condizionata dal peccato personale e abituale: gli abiti viziosi dell’individuo, inizialmente riconosciuti come tali, conducono, se assecondati, alla negazione della norma morale anche precedentemente professata. Una dinamica simile che oggi tipicamente avviene è, per fare un esempio noto, quella che riguarda i pedofili: inizialmente le persone con tendenze pederastiche sono del tutto consapevoli dell’illiceità morale del mettere in atto i loro propositi con i bambini; ma, indulgendo volta dopo volta alla tentazione, giungono gradualmente a convincersi della bontà, per i bambini stessi, del sesso precoce compiuto con gli adulti. Manzoni esprime, a questo proposito, un concetto a mio modo di vedere acutissimo nelle Osservazioni sulla morale cattolica: l’avversione dell’uomo vizioso, dice, ai precetti che non vuole osservare lo porta a desiderare che essi siano mere finzioni umane; “e la rabbia d’averli violati cambia qualche volta il desiderio in persuasione”.

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Fatte queste premesse, vengo ai peccati in esame: fornicazione e contraccezione. Essi sono oggi talmente diffusi, propagandati, socialmente accettati che è quasi miracoloso che un individuo riesca ad astrarsi dal proprio ambiente sociale giungendo a considerarne razionalmente e obiettivamente l’illiceità. Ad ogni modo è necessario farlo, impiegando con onestà e rigore intellettuale la famosa ragion pratica, ed applicando i principi “finalistici” di cui sopra.

Ordunque. Il corpo umano maschile e il corpo umano femminile sono evidentemente progettati per “combaciare” nell’atto sessuale; similmente avviene per la psicologia maschile e la psicologia femminile, diversamente costituite ma strutturate in vista di un’integrazione e armonizzazione nel rapporto di coppia. Detto per inciso, è tale intrinseca finalizzazione (fisica e psicologica) dell’uomo alla donna e della donna all’uomo ad escludere in radice la liceità degli atti omosessuali: il corpo e la psiche di un uomo non sono progettati per “combaciare” con il corpo e la psiche di un altro uomo, e lo stesso dicasi per due donne. Compiere atti omosessuali, assecondando tendenze che in sé possono essere totalmente incolpevoli, significa dunque ribellarsi all’ordine naturale e al progetto stabilito dal Creatore per noi: di qui la grave immoralità di tali pratiche.

Ora, è evidente che dal punto di vista anche solo strettamente fisiologico la finalità naturale primaria dell’atto sessuale tra un uomo e una donna è la generazione. L’atto sessuale, nella sua dinamica propria, pone in essere le condizioni materiali, biologiche per l’innesco almeno potenziale di una nuova vita e l’inizio di una gravidanza. Ogni atto, dunque, che miri ad escludere intenzionalmente e in modo diretto la possibilità della generazione è, per legge naturale, illecito: con la contraccezione, infatti, l’uomo e la donna si “svellono” – per tornare ad usare questo vocabolo, che a mio parere rende perfettamente l’idea – dalle loro finalità naturali e cioè, ancora una volta, dal progetto di Dio su di loro, negando radicalmente alla Sua Provvidenza la possibilità di trarre dal loro amore un nuovo essere intelligente e spirituale da destinare alla vita eterna.

Proseguiamo nell’analisi dei fini della sessualità. Accanto al fine detto “generativo” dell’atto sessuale è anche riscontrabile, ancora una volta per ragionata osservazione, un fine “unitivo”: nel fare l’amore l’uomo e la donna realizzano la massima espressione naturale della loro comunione di intenti, di vita e di sentimento. Tale espressione coincide anche, per volontà stessa del Creatore, con uno dei massimi piaceri sperimentabili naturalmente dall’essere umano. Il piacere che accompagna l’atto sessuale è – lo sottolineo – cosa buona e desiderabile, ma per legge naturale non può costituire il fine primario e tantomeno unico dell’atto stesso. Chi nell’atto sessuale perseguisse esclusivamente il piacere disconoscerebbe colpevolmente la struttura più intima del gesto che compie, mutilando e distorcendo il fine unitivo e rinnegando totalmente il fine procreativo.

Una sessualità resa volutamente infeconda (contraccezione), una sessualità infeconda per sua essenza (atti omosessuali) o una sessualità solitaria (masturbazione, consumo di pornografia) ignorano, riducono o distorcono – in modi parzialmente diversi – la duplice finalità dell’atto sessuale: sono dunque illecite. In natura, infatti, il fine generativo (primario) e il fine unitivo (che un filosofo novecentesco definiva “co-primario”) dell’atto sessuale si danno unitamente. Chi volesse assolutizzare il fine unitivo a spese del fine generativo (contraccezione eccetera) o viceversa il fine generativo a spese del fine unitivo (fecondazione artificiale, clonazione) si rivolterebbe contro la propria stessa natura umana.

Prima di proseguire nella spiegazione mi lancio in una serie di esempi un po’ paradossali e comici, ma potenzialmente chiarificativi. Se un sasso lanciato da una torre decidesse di non dirigersi verso il basso – come Newton comanda – ma di svolazzare in cielo qualche ora per poi, chessò, andare a sfondare il finestrino di un aereo, compirebbe una serie di atti gravemente immorali. Se un pioppo decidesse di crescere all’incontrario, sviluppando le radici verso l’alto e le fronde sottoterra, si troverebbe in una situazione di disordine morale oggettivo. Lo stesso accadrebbe se un gabbiano volesse avere rapporti sessuali con una balena, o se un leone della savana sposasse l’ideologia alimentare “vegan”; o, per concludere, se l’acqua cominciasse di sua spontanea volontà a bollire a 200 gradi anziché a 100. Se queste cose avvenissero, tutti questi enti si starebbero ribellando alla loro stessa natura: rispettivamente alla natura di “sasso”, di “pioppo”, di “gabbiano”, di “leone” e di “acqua”. Naturalmente non è possibile che queste cose avvengano, perché né il sasso, né il pioppo, né il gabbiano eccetera sono dotati di intelligenza e libero arbitrio: la legge eterna non può che essere da loro infallibilmente rispettata, secondo il “programma” istintuale o meramente fisico e chimico iscritto nella loro natura (natura a sua volta ricevuta dal Creatore). Ora: unico tra tutti gli animali e le cose, l’uomo è invece dotato di intelligenza e libertà; può dunque liberamente tradire la propria natura di uomo, violando la legge eterna. Quando l’uomo decide di disconoscere l’ordine delle finalità insite nella sua natura (ad esempio suicidandosi, o masturbandosi, o professando l’ateismo) si comporta esattamente come i protagonisti dei miei impossibili esempi: con il medesimo arbitrio e la medesima assurdità.

Resta da comprendere perché la fornicazione, cioè il sesso consumato al di fuori o prima del matrimonio, sia per legge di natura una pratica gravemente illecita. Richiamo i due fini dell’atto sessuale: generativo ed unitivo. Li tratterò separatamente. Il perseguimento del fine generativo, innanzitutto, non si esaurisce nella generazione materiale e biologica dei figli: coinvolge, oltre allo svezzamento e ad un lungo accudimento, l’opera lenta e delicata dell’educazione. I genitori sono, per legge naturale, moralmente obbligati a prestare tale opera, in quanto direttamente responsabili della venuta all’esistenza dei loro figli. L’obbligazione morale coinvolge entrambi i genitori congiuntamente: l’educazione e la piena maturazione fisica e psicologica di un bambino e ragazzo esige la presenza di una figura genitoriale maschile (funzione paterna) e di una figura genitoriale femminile (funzione materna). Essendo le funzioni materna e paterna perfettamente complementari dal punto di vista dei compiti materiali e soprattutto del ruolo psicologico, l’assenza di una delle due figure crea svariati e gravi scompensi nella crescita normale ed equilibrata della prole. ? dunque moralmente obbligatorio, per legge naturale ovvero perché siano rispettate le finalità intrinseche dell’educazione, che la procreazione avvenga in un contesto contrassegnato dalla presenza e convivenza dei due coniugi e dalla garanzia della stabilità nel tempo del loro rapporto: l’istituzione matrimoniale.

Tutto questo, però, non è sufficiente. Ulteriori elementi di riflessione morale si ottengono prendendo in considerazione il fine unitivo dell’unione tra un uomo e una donna. Il fine unitivo non sarebbe infatti pienamente perseguito se non si rinvenissero, nel rapporto di coppia, i caratteri dell’esclusività, dell’indissolubilità e della pubblica riconoscibilità. Il motivo è che l’unione sentimentale, emotiva, materiale, esistenziale, progettuale tra un uomo e una donna, per essere davvero tale e cioè per distinguersi ad esempio da un’infatuazione o da un compromesso, deve essere totale. Ora: non è possibile il darsi di un’unione totale in presenza della possibilità – anche vaga, lontana, improbabile o implicita – di una successiva o contemporanea unione con altri uomini o donne. La stipulazione di un vero e proprio contratto matrimoniale, accettato liberamente da entrambi i nubendi come perpetuamente impegnativo, è dunque condizione necessaria e previa alla costituzione di una comunione coniugale lecita.

Oltre a ciò, il punto fondamentale consiste nel fatto che, per il darsi di un’autentica finalità unitiva, l’unione carnale presuppone sempre l’unione spirituale. La donazione fisica presuppone, per diritto naturale, una donazione delle persone completa e totale; solo dopo che uomo e donna si sono donati completamente ha senso ed è possibile un’unione fisica a sua volta totale: in caso contrario il fine unitivo non sarebbe raggiunto. Ma la donazione spirituale-personale completa si realizza solo al momento di un consenso vicendevole perpetuamente impegnativo. Le proprietà del matrimonio – già ne ho accennato – sono l’unicità e l’indissolubilità. Il consenso “fa scattare” questa unicità (“io prendo te…”) e questa indissolubilità (“e ti prometto di amarti e onorarti per tutti i giorni della mia vita”). L’unione di queste due proprietà crea l’istituto matrimoniale. Ecco allora che Tizio può donarsi anche fisicamente a Caia, e viceversa: e può farlo proprio perché prima è avvenuta la donazione spirituale-personale, cioè perché c’è stato un matrimonio legittimo.

L’intersezione di questi fondamentali motivi e riflessioni, e di altri motivi e riflessioni possibili, conduce alla designazione del matrimonio eterosessuale, monogamico e indissolubile quale unico contesto deputato, per legge naturale, alla procreazione e – stante anche la già illustrata illiceità della contraccezione – all’esercizio della sessualità. Ergo: la fornicazione è, per legge naturale, gravemente illecita.

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Vorrei offrire a questo punto, per chiarezza e perché quanto detto finora si possa valutare nella sua intrinseca razionalità, una nuova sintesi dello schema di ragionamento generale che ha sorretto tutte le mie argomentazioni: la natura è fine: dunque contrastare il fine intrinseco di un atto significa compiere un atto contro natura; il fine dell’atto sessuale è procreativo ed unitivo: dunque contrastare questi fini, cioè eliminarli o comprimerli, significa compiere un atto contro natura, e quindi immorale.

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Una breve e piuttosto sbrigativa parentesi, ora, sull’imputabilità morale, cioè sul grado di colpevolezza che le pratiche elencate (soprattutto contraccezione e fornicazione) implicano nel concreto individuo che volta per volta le compie. Esiste infatti, in morale, un aspetto oggettivo e un aspetto soggettivo. L’aspetto oggettivo è dato dall’essenza obiettivamente malvagia di un dato comportamento: nel caso di contraccezione e fornicazione (ma anche di masturbazione, adulterio, fecondazione artificiale, aborto, clonazione eccetera), si tratta dal punto di vista oggettivo di atti gravemente illeciti in se stessi (materia grave, contrapposta alla materia lieve), poiché con essi si negano finalità e beni fondamentali ed intrinseci della stessa natura umana. L’aspetto soggettivo è invece dato dalla presenza o meno (e dal grado di questa presenza) di una piena avvertenza e di un deliberato consenso soggettivi nel compimento concreto degli atti in esame.

Ora abbandono l’approccio puramente filosofico, per passare ad un dato proprio della fede come quello di “peccato”: indebolimento o rottura dell’amicizia con Dio. Perché si dia un peccato mortale, cioè un peccato degno della dannazione eterna, occorre la compresenza, in una deliberazione umana, delle tre caratteristiche elencate: materia grave, piena avvertenza, deliberato consenso. In mancanza anche di uno solo di questi requisiti un peccato non è mai mortale. I peccati che stiamo considerando sono in se stessi potenzialmente mortali, in quanto la prima condizione, la gravità dell’atto, sussiste; ma sarà Dio Giudice a valutare, caso singolo per caso singolo, la presenza o meno del “deliberato consenso” e, soprattutto, della “piena avvertenza”.

In parole povere: se un tale è cresciuto in una famiglia e in una società che non solo non gli hanno fornito insegnamenti morali adeguati, ma che gli hanno sistematicamente dato scandalo in determinate materie con atti, discorsi e concezioni sbagliate, quel tale potrebbe senza sua colpa essere del tutto o in parte inconsapevole dell’autentica portata negativa di determinati atti che compie. Questo annullerebbe o quantomeno ridurrebbe la “piena avvertenza”, e di conseguenza la mortalità di quei dati peccati. Sicuramente, dato l’estesissimo analfabetismo morale vigente oggi nelle società occidentali, in materia sessuale alcune volte questa situazione può verificarsi. Fatta questa doverosa precisazione, non sarebbe tuttavia saggio che qualcuno si sentisse troppo sollevato dalle proprie responsabilità: Dio ha posto la legge naturale nel cuore di ogni uomo; al di là dei condizionamenti culturali e sociali, la voce della coscienza non è mai soffocata a tal punto da non poter essere riconosciuta e assecondata. Per fare un esempio, il fatto che in determinate civiltà viga la poligamia non esime i membri di quelle civiltà da una seria riflessione e dal conseguente rigetto di tale istituto, gravemente lesivo della dignità femminile. Stesso discorso per molte abitudini, non solo sessuali, vigenti nella civiltà contemporanea.

Nel caso, infine, che una condotta sessuale “disinvolta” fosse radicata in convinzioni più o meno ateistiche e amoralistiche individualmente professate, tanto meno quel dato individuo avrebbe “di che stare tranquillo” circa il suo destino eterno: l’ateismo tematico è a sua volta e in se stesso un grave peccato, passibile – in caso naturalmente di impenitenza – della dannazione eterna.

Prima di concludere, specifico che ho condotto una trattazione semplificata, ridotta e soprattutto parziale: ho infatti evitato intenzionalmente, salvo i riferimenti finali alle nozioni di peccato e di dannazione, gli argomenti di fede e di Rivelazione – e dunque tutte le considerazioni relative all’ordine soprannaturale e cristiano, che illuminerebbero di luce ben maggiore quanto sostenuto – per limitarmi a contenuti di per sé accessibili alla retta ragione di ogni uomo. Gli antichi stoici, per fare solo un esempio emblematico, sottoscriverebbero il mio piccolo contributo quasi parola per parola, eccettuati appunto i riferimenti finali.

(1) Sottolineo, su istanza di Tommaso Scandroglio al cui giudizio qualificato ho sottoposto questo scritto, che la struttura finalistica delle realtà naturali, e con ciò la piena validità e cogenza morale della legge naturale, è riconoscibile dal punto di vista filosofico-razionale anche prescindendo totalmente dall’esistenza di Dio. “La legge naturale – scrive infatti Scandroglio – ha due fonti: la natura umana e Dio. Fonte prossima è la natura umana, fonte remota è Dio. ? come se la natura umana fosse un laghetto di montagna che riceve l’acqua dai ghiacciai, cioè Dio. Io posso dissetarmi (= posso seguire validamente i precetti della legge naturale) anche se non so da dove viene quell’acqua, anche se non riconosco l’esistenza di Dio. Si parla in questo caso di non autonomia ontologica della legge naturale, dato che la legge naturale è inscritta nella natura dell’uomo che è stata però creata così da Dio; e di autonomia psicologica della legge naturale, dato che posso comportarmi secondo morale naturale anche se sono ateo”. Tirando le fila: anche un ateo, sulla base dell’osservazione ragionata della propria natura umana, può e deve riconoscere razionalmente l’esistenza della legge morale naturale e l’oggettiva obbligatorietà di ogni suo precetto. Quanto Scandroglio puntualizza, peraltro, non toglie il fatto che l’esistenza di Dio sia a sua volta un dato di ragione (non di fede) che l’ateo “filosofo”, se intellettualmente onesto, ancora può e deve attingere.
Ringrazio Tommaso per molti altri suggerimenti che mi hanno permesso di irrobustire le argomentazioni esposte.

Test per scoprire se sei un kattoliko hard-core o un modernista come ce ne sono tanti

Il Test per scoprire se sei un kattoliko hard-core o un modernista come ce ne sono tanti richiede un foglietto e una matita. Per ognuna delle caratteristiche dell’autentico kattoliko hard-core riportate nella lista seguente, segnate sul vostro foglietto un numero di crocette corrispondente all’eventuale punteggio ottenuto. Alla fine del test dovrete sommare le vostre crocette e verificare nella tabella riportata in fondo la gravità o meno della vostra situazione in fatto di integralismo.
Come in tutte le cose, si partirà generalmente dagli aspetti più banali e di rodaggio per arrivare “step by step” a quelli più difficili e impegnativi.
Libertà e Persona vi augura un impeccabile svolgimento del test.

Se possiedi uno o più Rosari, aggiungi 1 punto.

Se possiedi uno o più Scapolari, 2 punti.

Se possiedi la Reliquia di un Santo (che sia autentica o meno non influisce), 3 punti. Moltiplica i punti per ogni Reliquia che possiedi.

Se ti innervosisci enormemente quando in un libro o quotidiano trovi scritto “chiesa cattolica” senza la maiuscola iniziale (“Chiesa cattolica”), 1 punto.

Se un istante fa ti sei innervosito enormemente per aver trovato scritto “Chiesa cattolica” senza la doppia maiuscola iniziale (“Chiesa Cattolica”), 2 punti e un applauso.

Se sai riferire con immediatezza il numero delle Stazioni della Via Crucis, 1 punto.

Se sai riferire le denominazioni di tutti i venti Misteri del Santo Rosario, 1 punto.

Se sai riferire a memoria la serie completa di invocazioni delle Litanie Lauretane, 2 punti.

Se sai riferire a memoria il Santo principale di tutti i 365 giorni dell’anno, 5 punti.

Se conosci a memoria la preghiera-esorcismo di Papa Leone XIII a San Michele Arcangelo, 1 punto. Se la conosci a memoria in latino, 2 punti. Se la reciti, in latino o in italiano, almeno tre volte a settimana, 3 punti. Se la reciti ogni volta che vedi qualcuno scartabellare “Famiglia Cristiana”, 5 punti, eventualmente cumulabili con i precedenti.

Se conosci a memoria tutti e dieci i precetti del Decalogo… non scherziamo, questo non è un concorso a premi di “Jesus”.

Se hai almeno 7 fratelli, 1 punto.

Se hai almeno 8 figli (tutti e otto dallo stesso coniuge, con il quale ti sei sposato/a religiosamente), 1 punto.

Se hai contemporaneamente almeno 7 fratelli e 8 figli, è inutile che tu prosegua il Test: il Patentino Di Kattoliko Hard-Core ti verrà rilasciato d’ufficio. Se accidentalmente tu fossi ebreo, musulmano o altro avresti diritto al Patentino ad honorem, ma non considerarti dispensato dal richiedere immediatamente il Santo Battesimo assieme ad ogni singolo membro del tuo clan.

Se ti rechi abitualmente in chiesa almeno un quarto d’ora prima dell’inizio della Messa, 1 punto. Almeno 25 minuti, 2 punti. Almeno 25 minuti + recita del Santo Rosario, 3 punti.

Se pensi che il tuo Angelo Custode debba per forza di cose essere molto più gagliardo degli Angeli Custodi dei tuoi amici catto-progressisti, 1 punto. Se qualche volta lo hai mandato a coadiuvare i suoi colleghi in quel ginepraio di eresie, 2 punti.

Se la pelle delle tue ginocchia è più dura e insensibile di quella dei tuoi talloni, 1 punto.

Se anche la pelle dei tuoi gomiti lo è, 2 punti.

Se soffri terribilmente di scrupoli, 1 punto.

Se soffrivi terribilmente di scrupoli, ma ora con l’aiuto di Dio hai superato questa diabolica tentazione, 2 punti.

Se preghi e offri digiuni perché i politici cattolici soffrano un po’ di più di scrupoli, 3 punti.

Se tieni in kamera da letto un megaposter del Kardinal Ruini, o almeno una sua foto inkorniciata sul komò, 1 punto.

Se almeno una volta negli ultimi tempi ti sei ri?ordato di pregare per la ?onversione al ?attoli?esimo del ?ardinal Martini, 1 punto.

Se durante la Santa Messa con rito tradizionale di San Pio V sei perfettamente in grado di recitare le parti dei fedeli senza sbirciare sul libretto ciclostilato del “Proprio”, 1 punto.

Se alle Messe tradizionali dove abitualmente ti rechi i libretti ciclostilati del “Proprio” nessuno li ha mai visti, 2 punti.

Se non hai mai frequentato una Santa Messa con rito tradizionale, siamo spiacenti, ma a meno che tu non lo faccia entro i prossimi 8 giorni devi sottrarre 3 punti al tuo punteggio finale.

Se ti è accaduto di essere lasciato/a da una fidanzata/o unicamente a causa dell’estrema rigidità delle tue convinzioni in tema di morale sessuale prematrimoniale, 1 punto e una pacca sulla spalla. Guadagni 1 punto e una pacca sulla spalla in più per ogni fidanzata/o che ti ha mandato/a a spasso per questo motivo, con tanti auguri da parte dello staff di Libertà e Persona di poter incontrare un giorno kolei/ui che stai cercando. Facci sapere.

Se tua madre è attualmente incinta, 1 punto.

Se tua moglie è attualmente incinta, 2 punti.

Se sia tua madre che tua moglie sono attualmente incinte, poni un segnalino di riconoscimento su tuo figlio al momento della nascita.

Se ritieni anche tu che le donne siano incredibilmente litigiose tra loro, 3 punti.

Se sei uomo e ammetti di essere misogino, 4 punti. Se invece sei donna e ammetti di essere inferiore all’uomo, i 4 punti sono per te. Prendere o lasciare.

Se i tuoi amici, quando durante una conversazione in società emergono temi religiosi, ti guardano di sottecchi attendendosi una reazione da un momento all’altro, 1 punto.

Se nel corso della tua reazione non si rompe almeno un bricco di caffè, perdi il punto appena conquistato.

Se conosci di persona almeno 15 preti, di cui almeno 5 sotto i trentacinque anni, 2 punti.

Se hai una sorella o almeno una cugina di primo grado suora, altri 2 punti.

Se per te il capolavoro del pop italiano è “Vandea” di Massimo Morsello, 3 punti.

Se canticchi il “Dies Irae” sotto la doccia, 4 punti.

Se decidi come vestirti in base al colore liturgico della giornata, 5 punti.

Se vivi a Città del Vaticano, 7 punti e la richiesta di autografo.

Se trascorri le tue vacanze estive a Bressanone, 10 punti e la richiesta di una ciocca dei tuoi capelli o anche solo del brandello di un tuo vecchio vestito.

Se quando Joseph Ratzinger è stato eletto Papa hai organizzato una veglia notturna di ringraziamento, 3 punti. Se era solo un ritrovo di preghiera diurno, 1 punto.

Se all’epoca del referendum del 2005 sulla fecondazione artificiale hai convinto un tuo conoscente, concepito tramite fecondazione artificiale omologa, ad astenersi dal voto, 3 punti. Se sei riuscito a convincerlo del fatto che la stessa fecondazione artificiale omologa è una pratica iniqua da vietare assolutamente, ti becchi 20 punti insieme alle sentite congratulazioni dell’intero staff di Libertà e Persona.

Se nel leggere questo test ti è sorto il proposito di riportarlo sul sito/blog che gestisci, 1 punto e il permesso di farlo. Se però stavi pensando di non citare la fonte, il punteggio da te accumulato finora si è già automaticamente azzerato.

Il Test è concluso. Conteggiate le vostre crocette e confrontate il vostro punteggio con la corrispondente voce di questa tabella:

0 punti (o punteggio inferiore a tale cifra): MODERNISTA COME CE NE SONO TANTI. Anche se qualche volta vai a Messa, tu e l’autentico kattolicesimo non avete nulla a che vedere.

1-5 punti: CATTOLICO DIMIDIATO O “KIT-KAT”. Quell’abbonamento a “Famiglia Cristiana” non ha mancato di fare danni.

6-13 punti: CATTOLICO TITUBANTE. La tua fede non è abbastanza materialista e incarnata per dirsi kattolika. Leggi ed assimila profondamente la formula che Berengario di Tours fu costretto a sottoscrivere nel 1059: “Riconosco che il pane e il vino, posti sull’altare, dopo la consacrazione, non sono soltanto il sacramento, ma il vero Corpo e Sangue del nostro Signore Gesù Cristo, e possono in realtà, fisicamente e non solo sacramentalmente, essere sollevati e spezzati dalle mani dei sacerdoti o frantumati dai denti dei fedeli”. Agisci di conseguenza.

14-22 punti: KATTOLIKO, MA KOS? KOS?. Non ci siamo, per poco: devi raccoglierti di più in orazione, cominciando – se già non lo fai – a dire il Rosario tutti i giorni. E ad essere più “superstizioso”, se riesci a non fraintendere questa parola.

23-45 punti: KATTOLIKO. Appunti macroscopici non te ne si possono fare. Allunga il passo e arriverai lontano.

46-80 punti: KATTOLIKONE. La tua fama di bigotto è già piuttosto estesa: buon segno. Il tuo background socio-famigliare è solido e la tua devozione saldamente incardinata. Faresti un ottimo servizio se provassi a diffondere tra amici e conoscenti l’Enciclica “Pascendi” di San Pio X, da te posseduta e annotata. Allungane una copia anche al tuo parroco, se pensi che non si offenda.

81 o più punti: IL VERO KATTOLIKO HARD-CORE. Secondo i calcoli dello staff di Libertà e Persona, tu non dovresti esistere. L’unica possibilità è che il Patentino Di Kattoliko Hard-Core ti sia stato rilasciato d’ufficio per la questione degli almeno 7 fratelli e 8 figli in contemporanea. Complimenti ugualmente.

Conversione di un ragazzo italiano in Germania: la “tragedia sessuale tedesca”, e cinque suore nel centro disperato di Amburgo…

Quella che riporto qui sotto è gran parte dell’e-mail, ricevuta pochi giorni fa, con cui un caro amico mi ha narrato la vicenda della sua conversione. ? secondo me un brano molto bello e significativo, e ho pensato con il permesso dell’autore di riportarlo pressoché tale e quale. ****** è un ragazzo italiano ora venticinquenne, nativo di una città del nord. Educato cattolicamente, ha gradualmente perso la fede sotto l’influenza di letture e professori, nonché di ambienti, come quello giovanile e universitario, generalmente dediti a tutt’altro che alla contemplazione dei sempiterni veri. Russell, Voltaire, Saramago, Onfray, Lucrezio, Sartre: questi, insieme ad altri, gli esponenti della Ragione che hanno convinto ****** dell’inanità delle “ragioni della fede”. Egli è divenuto, così, un agnostico e un razionalista, abbandonando ogni pratica religiosa e cogliendo sulla sua strada tutto ciò che il “mondo” aveva da offrirgli. Salvo accorgersi in seguito, sotto l’influsso della Grazia e complice una permanenza di studio ad Amburgo, che ciò che il mondo aveva da offrirgli non era poi questo granché.

Caro Bernardo,

(…)

? vero.. un mio percorso “culturale” mi aveva portato ad avere posizioni diametralmente opposte a quelle proposte da quell’Istituzione che ora con grande emozione torno a riconoscere come la Santa Madre Chiesa.
La mia non é mai stata una fede”passiva”.. e dalle superiori in poi ho cominciato a leggere i miei avversari, come direbbe Jean Guitton, “con una certa complicità”.. Scoprire inoltre realtà sociali poco edificanti legate alla vita di parrocchia e dei movimenti, unito ad un ciclo di seminari tenuti dal prof. Luigi Lombardi Vallauri sulla concezione della Giustizia secondo il paradigma cattolico-romano.. ha dato un po’ il colpo di grazia ad un momento di ricerca affannata ed accanita.

E quando si comincia ad urlare il primo, vigoroso “no”, si è subito circondati da un coro di applausi, di giustificazioni, di argomentazioni stringenti, di evidenze che ammutoliscono.. e pian piano, la tremula face della Verità soffoca sotto il “secchio” della Logica. “Tu non pensavi ch’io loico fossi..” ammoniva il Sommo Poeta dalla bocca d’un satanasso..

Nel frattempo, mi tocca partire per Amburgo. Qualche invisibile traccia di un passato cristiano protestante, nell’assoluta indifferenza della vorticosa frenesia del quotidiano.
“Eppure, tutto funziona bene, anche meglio”.
Quartieri a luci rosse diventati baluardo simbolo della città (St.Pauli – Reeperbahn), ragazzi che escono di casa a 17 anni, alcool a fiumi, omosessuali sposati che passeggiano baciandosi per strada, cultura del divertimento, divertimento e ancora divertimento. Divertimento e libertà.
Oggi si parla di eutanasia, e un ex Assessore-Ministro dela Città-Land di Amburgo ha già collaudato una macchina per la “dolce morte” su una signora anziana, SENZA alcun effetto giuridico, solo un gran chiasso mediatico.
Parlare di etica è “antistorico”. Il sesso è pressoché un’attività sportiva.

? in questa “bella realtà”.. che tutte le mie ragioni son crollate.. son crollate di fronte all’animalità della “logica” umana slegata dal Senso primo dell’Uomo.

Queste “libertà”, non sono certo quel tanto agognato, sbandierato “premio” dell’uomo che vince lo stato di minorità colpevole, che esce dalla caverna buia della mente in cui la religione proietta immagini false e sfocate.
Queste “libertà” sono la base da cui si sviluppano cocenti e disperati problemi sociali, economici, esistenziali e psicologici.
Disagio, apatia, paura, viscerale insoddisfazione e senso di fallimento sono il frutto di questi “premi” che la gente si concede per colpa della tendenza a non vedere il negativo in pulsioni che sono deleterie.
Non si percepisce l’errore come tale.. e da qui nasce la necessità di creare giustificazioni a moti dannosi del proprio egoismo.

Non é il discorso d’un moralista, Dio me ne scampi. ? una costatazione.
Ho letto un libro, non tradotto in italiano: Deutschlands sexuelle Trag?die, ossia cronache della tragedia sessuale in germania, storie vere (e scioccanti) di ragazzi “normali”.
A Berlino, per far fronte a quest’emergenza sociale, 10 anni fa, hanno inventato una cosa RIVOLUZIONARIA, hanno scoperto una cosa pazzesca: il centro giovanile.

Nel quartiere dei divertimenti di Amburgo, tra prostitute, luci e giovani nei discopub, c’é una piccola oasi di 5 suore, Missionarie della Carità. E lì vedi, nel silenzio di quel refettorio, donne che vengono da lontano, chiamate da una Voce reale(!) e forte, in forza della quale dedicano la loro vita e i loro sforzi alla cura delle piaghe di questa società..

E allora ti commuovi. Capisci che c’é qualcosa che non va.

“Dai una chance” a quella voce.
E vedi nella Chiesa, di oggi e di sempre, tanti uomini, tante donne, tante esperienze, di lontananza, di peccato, di santità, di mitezza e di vigore..
Leggi il Card. Martini quando afferma : “c’é in noi un ateo potenziale che ogni giorno grida e sussurra la sua difficoltà a credere”..e rifletti.. il Card. Martini dice “noi”.. non nella gente.. ma “in noi”..e comprendi quanto la difficoltà stessa della Fede sia una cammino di beatitudine (..quelli che crederanno pur non avendo visto..), che non ci sia nulla di scontato, nemmeno per il Papa.. ma che non deve essere una scusa per mollare, ma per andare avanti.. anche se Gesù dorme a poppa mentre si naviga in mare mosso..

Capisci che tutto quel che propone questo mondo, finisce quando questo mondo ti volta le spalle, spegne le luci..
A riaccenderle, ci son quelle 5 piccole suore.. gli esseri più magnifici d’Amburgo.

Ti “arrendi”di fronte al Sepolcro spalancato del mondo e di chi l’ha vinto. E decidi di entrare nel Mistero. E ti accorgi che non sei più solo, che c’é chi risponde alle preghiere, che in fondo, é proprio vero: Dio non lo vede chi non lo vuol vedere.

Ora sto finendo giurisprudenza ad Amburgo, ma la mia passione restano sempre e comunque gli studi filosofici.
E, con buona pace di Odifreddi, non mi sento un cretino, se mi inginocchio nella preghiera del S.Rosario.
Anzi, é proprio in ginocchio che mi sento un essere umano “in piedi” e a testa alta.

(…)

Ti saluto caramente, in Gesù e Maria,

******

Risposta ad un amico sull’eutanasia, la rivoluzione dei costumi e la lettura esoterica del ‘Mondo Nuovo’ di Huxley

In seguito al mio articoletto sulle autentiche motivazioni dell’imminente introduzione dell’eutanasia, un caro amico mi ha contattato privatamente rimproverandomi, benché in modo cortese e interessato, una visione a suo dire quasi fantascientifica della questione, stile Brave New World di Aldous Huxley; e tacciandomi velatamente di una nutrire concezioni piuttosto retrive in merito a talune problematiche morali. Ho cercato di rispondere (in modo abbastanza provocatorio, data la natura peculiare del mio stimato interlocutore) in particolare alla prima parte dell’obiezione in una e-mail che copio-incollo qui sotto con poche e marginali modifiche. Come fonte principale mi sono servito di M. D’Amico, “Verso il ‘Mondo Nuovo’: il lungo assedio alla concezione cristiana della famiglia”, in AA.VV., Atti del 12? Convegno di Studi Cattolici, Rimini 29/30/31 Ottobre 2004.

Caro mio,

noi viviamo in un racconto di fantascienza. Ora cerco di spiegarmi; ma ti avviso che siccome non voglio buttare le cose in vacca e che dibattere dell’argomento con te mi interessa, dovrò essere un po’ lungo e dettagliato. (…).

Allora, perché non cominciare proprio da Aldous Huxley e dal suo Brave New World, libro che ha immediata attinenza con le questioni da te sollevate. La prendo un po’ larga, ma poi vedrai che arrivo al punto. Huxley, insieme al fratello Julian, ebbe per tutore a Oxford Herbert G. Wells, il famoso scrittore di fantascienza. Wells era membro dell’ordine esoterico e massonico della Golden Dawn, molto diffuso e influente negli ambienti politici e intellettuali anglosassoni (l’Inghilterra peraltro è storicamente, per ragioni che non sto a dettagliare, uno dei paesi le cui élites sono maggiormente permeate di concezioni ermetiche, cabalistiche, in senso lato magiche, dal Seicento in avanti). Fu proprio Wells a presentare ad Huxley Aleister Crowley, il notissimo satanista ed alto iniziato (quello, per capirci, che sta sulla copertina di Sg. Pepper dei Beatles); e fu Crowley ad introdurre Huxley nella Golden Dawn e a fargli sperimentare, in un’ottica magico-teurgica, le droghe psichedeliche. Nel frattempo Aldous era stato iniziato alla setta dionisiaca dei “Figli del Sole”, a cui appartenevano segretamente molti dei migliori rampolli delle élites britanniche.

Ti sei dunque fatto una prima idea di chi era Aldous Huxley fin dalla gioventù: uno gnostico, un iniziato, un esoterista. Questo intellettuale di prima grandezza, esteriormente di mentalità laica e progressista, nascondeva ai più una facciata molto diversa, forgiata nelle conventicole iniziatiche e nelle retrologge d’altissimo livello. La condizione sociale, la cultura e le numerose “conoscenze ai vertici” intrecciate in questi ambienti facevano di lui un “illuminato”, un “uomo-ombra”, perfettamente al corrente di ciò che si muoveva e che si pianificava nei meandri più riposti e inaccessibili della politica europea: nei luoghi in cui la Massoneria, dal Settecento in poi, dispiega le proprie influenze.

Nel 1932, un trentottenne Huxley pubblica Brave New World, il famoso “Mondo Nuovo” della traduzione italiana: un’opera fondamentale ancorché, molto spesso, del tutto fraintesa, perché letta senza tenere nel debito conto il background culturale, spirituale, morale dell’autore. Il titolo, come sto per mostrarti, è programmatico: ciò che importa comprendere, infatti, è che Brave New World non è una denuncia, ma un auspicio; o, ancor meglio, un programma d’azione. Cerchiamo innanzitutto di farci un’idea di cosa fosse la morale diffusa all’inizio degli anni Trenta in Occidente: la rivoluzione sessuale, il Sessantotto sono molto di là da venire. I costumi sessuali sono ancora, presso buona parte della popolazione, quelli cristiani e religiosi (vissuti da molti, è vero, sempre più convenzionalmente). Stante questo contesto storico, il nostro Huxley dipinge nel libro uno scenario stranamente, incredibilmente attuale: nel Mondo Nuovo vigono promiscuità, sesso libero e “consumato” per puro divertimento, contraccezione sistematica, aborto legale, educazione sessuale precoce, fecondazione artificiale, planning demografico, lotta culturale contro la famiglia monogamica, eutanasia, droga libera. Aspetto non meno importante degli altri, è diffuso nella popolazione (ed è incoraggiato dalle autorità politiche) un assoluto ateismo.

Ora, tiriamo un po’ le fila. Huxley non poteva con ciò avere intenti di denuncia, per due ragioni molto semplici: primo, ciò che nel libro è “denunciato” era negli anni Trenta assolutamente impossibile da riscontrare nella realtà, a livello di massa, o anche solo da prevedere sensatamente; secondo, lo stesso Huxley non nutriva personalmente alcuna obiezione di carattere morale alle pratiche sopra elencate. Anzi: in seguito si fece fautore addirittura esplicito, per esempio, dell’uso di droga o del controllo demografico; mentre il suo atteggiamento religioso “esteriore” era improntato al più assoluto agnosticismo. Le sue frequentazioni, poi, non lasciano adito a dubbi circa le sue convinzioni in materia di morale sessuale: il suo amato Crowley, per dirne una, praticava la magia “rossa”…

Dovrebbe essere a questo punto abbastanza chiaro che la mia affermazione iniziale, noi viviamo in un racconto di fantascienza, non è affatto una boutade. Huxley, rappresentante qualificato di potentissimi circoli occultistici e massonici, ha illustrato in Brave New World – sotto le mentite spoglie di un’interessante e apparentemente benintenzionata distopia fantascientifica – buona parte del programma culturale, sociale, “politico” in senso lato delle alte massonerie internazionali: programma, beninteso, puntualmente messo in opera nei decenni successivi, con i risultati che vediamo oggi (quale che sia la nostra valutazione morale su di essi). Sono infatti noti agli studiosi, benché la pubblica opinione ne sia all’oscuro, i finanziamenti e le connivenze della grande politica e finanza internazionale (letteralmente dominata dai grandi affiliati) agli epocali mutamenti di costume avvenuti specialmente negli anni Sessanta-Settanta del Novecento, ma attentamente pianificati nei decenni precedenti.

Ti fornisco alcuni dati a caso. Non è ufologia, ma storia, che strategie di precoce sessualizzazione dei fanciulli, simili a quelle descritte in Brave New World, siano state teorizzate dai servizi segreti americani negli anni Cinquanta, con il progetto MK-Ultra e in particolare con il sottoprogetto Monark Program: proprio Huxley, guarda caso, fu attivamente coinvolto nell’MK. Per quanto riguarda la legalizzazione dell’aborto, essa è stata pianificata occultamente a livello internazionale con decenni d’anticipo sulle legalizzazioni nei Paesi occidentali, avvenute in maggioranza negli anni Settanta: nel Giappone militarmente occupato dagli USA dopo la II Guerra Mondiale, l’aborto e la sterilizzazione vennero imposti da subito, con leggi fortemente volute dagli stessi consiglieri americani e dal generale Mac Arthur, plenipotenziario con poteri illimitati sul Paese sconfitto; tutto questo all’interno di un’ottica sperimentale, in vista di estendere al momento opportuno le stesse misure in Occidente. Discorso simile per Portorico, che nel corso degli anni diventa tra l’altro un laboratorio a cielo aperto in cui sperimentare tutti i nuovi anticoncezionali prodotti dalle multinazionali del farmaco americane, in particolare la pillola, anche per verificare danni ed effetti collaterali su una popolazione “di serie B” perché povera e di colore. Sempre per quanto riguarda l’aborto, recentemente è uscito in Spagna per LibrosLibres il libro-confessione di un importante ex massone e politico francese, Maurice Caillet, che spiega come lui stesso e altri “fratelli” di loggia abbiano influi
to, dietro mandato dei vertici massonici, sulla legalizzazione dell’aborto avvenuta in Francia nel 1975. Ancora: sono ormai notissimi e perfettamente documentati gli appoggi delle grandi organizzazioni mondialiste come l’ONU e l’Unione Europea (legate a filo doppio alla Massoneria fin dal loro sorgere, come si sa) ai programmi di pianificazione demografica, sterilizzazione forzata, aborto forzato, infanticidio forzato nei Paesi del Terzo Mondo, lontano da un’opinione pubblica occidentale che potrebbe avere qualcosa da eccepire. Quanto alla cosiddetta rivoluzione sessuale, essa è tra i “desiderata” delle sette massoniche fin dall’Ottocento, come uno studioso del calibro di Delassus documentava già nel 1907 con citazioni dirette di circolari interne alle varie sette (il libro è Il problema dell’ora presente, ora introvabile ma in mio possesso in versione dattiloscritta): da allora il programma non ha fatto che estendersi, anche tramite mezzi semplicemente incredibili come la promozione intenzionale della pornografia a livello massale (mezzo non a caso illustrato da Orwell in 1984), o il risalto fornito a livello mediatico a correnti culturali, letterarie e musicali trasgressive, “controcorrente”, volutamente immorali.

Potrei inanellare molti altri dati, ma mi fermo. Si tratta di fatti perlopiù poco pubblicizzati e, mi rendo conto, quasi incredibili agli occhi più o meno scettici di chi, come noi, nel “Mondo Nuovo” ci è nato, sguazzandoci magari a suo perfetto agio. Se prendi tuttavia sul serio anche solo una metà delle cose chi ti ho raccontato, l’ipotesi – debitamente contestualizzata – che dietro alla legalizzazione dell’eutanasia ci sia un progetto consapevole di eliminazione degli individui inutili e improduttivi appare di colpo molto meno “fantascientifica” di prima. Se si è arrivati, con l’appoggio e i soldi dell’ONU, ad ammazzare neonati per esigenze di pianificazione demografica, si può arrivare anche ad ammazzare i vecchi.

Con questo penso di averti dato qualche elemento di riflessione per quanto riguarda parte delle tue obiezioni, anche se potresti a questo punto chiederti il perché la massoneria, o chi per essa, desideri diffondere questi comportamenti, stili di vita eccetera. Motivi economici a parte (per quanto riguarda ad esempio l’eutanasia), per rispondere dovrei addentrarmi in un’illustrazione abbastanza dettagliata del pensiero filosofico che soggiace ad ogni mentalità esoterica e settaria, cioè la gnosi: un pensiero che comporta necessariamente determinate conseguenze a livello morale. (…). Ad ogni modo, se ti interessa approfondire dimmelo senza problemi, poiché mi rendo conto che il discorso lasciato così è monco della sua componente essenziale: le motivazioni.

(…)
Bernardo

Perché i ‘padroni del vapore’ vogliono a tutti i costi l’eutanasia legale

Nel 2050, gli italiani saranno 40 milioni. Di questi, un terzo sarà costituito da ultrasettantenni, con 8 milioni di ultraottantenni e 2 milioni di ultranovantenni. Non mi soffermo sulle cause del disastro sociale che ci attende: dico solo che si tratta del risultato più prevedibile e ovvio di una diffusione spaventosa, terrificante dell’immoralità sessuale, con la normalizzazione culturale e giuridica dei mortali peccati di fornicazione, contraccezione, aborto, persino sterilizzazione (solo in Germania, ogni anno vi ricorrono 30.000 uomini). Il processo di rapido invecchiamento della popolazione avviene in un contesto segnato, come noto, da una progressiva privatizzazione di essenziali funzioni pubbliche, prima fra le quali la sanità. Orbene, appare evidente a chiunque come la prospettiva di dover sostenere molto presto l’impatto economico di immensi gerontocomi faccia storcere il naso ai ‘padroni del vapore’ della grande finanza. La spiegazione dell’ormai incalzante campagna mediatica e politica per la legalizzazione dell’eutanasia è tutta qui. Com’è logico, l’eutanasia sarà introdotta inizialmente per pochi, circoscritti casi pietosi, e solo in caso di esplicito consenso del malato o della sua famiglia. Ma teniamo ben presente che l’obbiettivo reale del movimento pro-eutanasia – un obbiettivo da raggiungere gradualmente, in modo da anestetizzare l’opinione pubblica – è quello di rendere un giorno obbligatoria, coercibile l’eliminazione genocidaria di anziani e malati ormai ‘inutili’ ed eccessivamente costosi. Ai sostenitori più ingenui ed emotivi dell’eutanasia va posta una domanda: nel 2050, quanti anni avrete?

Un ex massone si confessa: così influenzammo la legge sull’aborto in Francia. E così, a Lourdes, il Signore mi chiamò

Nato nel 1933 a Bordeaux da genitori agnostici (che non lo battezzarono), di professione medico, Maurice Caillet entrò nella Massoneria nel 1969 e vi rimase per 15 anni. Una casa editrice spagnola, LibrosLibres, ha recentemente pubblicato un piccolo saggio in cui Maurice racconta la propria storia: Yo fui masòn, “Sono stato massone” (1). 

 

Nel volume, stando alle anticipazioni che ricavo da un’intervista dell’autore a Zenit.org (2) e da un capitolo liberamente consultabile in internet (3), le informazioni succose sono parecchie. Alcune testimonianze di prima mano sui modi in cui i massoni si “aiutano” tra loro, innanzitutto. L’influenza sulla politica, i giuramenti, i rituali esoterici ed occultistici, l’avversione mortale alla Chiesa cattolica. E il ruolo decisivo che la Massoneria svolse nell’approvazione della legge francese sull’aborto del 1974, approvazione in cui giocò una parte lo stesso Caillet. 

 

Quel che alla fine risulta più interessante, però, è ben altro. Riporto per intero, qui sotto, il passaggio finale dell’intervista a Zenit, in cui Maurice narra di come la Grazia seppe conquistarlo e cambiarlo.

 Ero razionalista, massone e ateo. Non ero neanche battezzato, ma mia moglie Claude era malata e decidemmo di andare a Lourdes. Mentre lei era nelle piscine, il freddo mi costrinse a rifugiarmi nella Cripta, dove assistetti con interesse alla prima Messa della mia vita. Quando il sacerdote, leggendo il Vangelo, disse: “Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto”, ebbi uno shock tremendo perché avevo sentito questa frase il giorno della mia iniziazione al grado di Apprendista ed ero solito ripeterla quando, già Venerabile, iniziavo i profani. Nel silenzio successivo – perché non c’era l’omelia – sentii chiaramente una voce che mi diceva: “Bene, chiedi la guarigione di Claude, ma cosa offri?”. Istantaneamente, e sicuro di essere stato interpellato da Dio stesso, pensai che avevo solo me stesso da offrire. Al termine della Messa, andai in sacrestia e chiesi immediatamente il Battesimo al sacerdote. Questi, stupefatto quando gli confessai la mia appartenenza massonica e le mie pratiche occultiste, mi disse di andare dall’Arcivescovo di Rennes. Quello fu l’inizio del mio itinerario spirituale.

  

 

 

 

 

 

 

(1) http://www.libroslibres.com/ficha_libro.cfm?id=221&

(2) http://www.zenit.org/article-16077?l=italian

(3) http://www.libroslibres.com/pdf/LibrosLibres.%20Yo%20fui%20masón.%20Capítulo%20primero.pdf

 

 

 

Caro Cavalleri, grazie!

Su Avvenire del 5 novembre scorso, Cesare Cavalleri se n’è uscito con un liberatorio “Il re è nudo”. In un articolo che parlava di tutt’altro, il noto critico letterario nonché direttore delle Edizioni Ares ha commentato con le parole che seguono l’inno manzoniano sulla Pentecoste: “versi, a mio avviso, fra i più brutti della letteratura italiana“. Non è chiaro, in realtà, se l’autorevole giudizio cavalleriano si riferisse alla sola Pentecoste o all’insieme degli Inni Sacri: in ogni caso, è dovuto al celebre scrittore e giornalista dell’Opus Dei un sincero ringraziamento da parte di noi tutti.