I gomiti puntellati al davanzale, Marie guarda la strada in una Milano, in genere, rumorosa di gente e parole. In questo “metà agosto”, invece, la brulla mollezza del panorama le procura un innaturale, gelido brivido lungo la schiena.
Appare, in un fotogramma, il ricordo di un altro vuoto cittadino.
Il deserto dell”’Era coviddica” tutti lo abbiamo attraversato e per molto più di quaranta giorni a trovare l’oasi di una “nuova normalità”.
In un sorriso un po’ storto torna, suo malgrado, alla mattina della discussione della Tesi di Laurea, quattro
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Avrei potuto battezzare questo piccolo racconto “Delle leggi e della Giustizia”, ma il nome non avrebbe centrato il senso.
Le riflessioni di Justine, infatti, non si soffermano sull’azione-reazione del controllore (se il biglietto
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Una storia nella quale, in un piccolo paese, le motivazioni culturali possono, ancora, spingere a forzare le proprie scelte. “Una copertina azzurra”
Lasciare il proprio bambino in un ospedale, a volte lontano, per esiliare l’onta della vergogna o anche per tenere alla larga la quotidianità di un ricordo è l’inizio di uno scempio dell’anima che non troverà una fine.
Continua a leggereIntervista a una giovane schiacciata dal peso della sua stessa vita. “Disincanto”
Lasciare il proprio bambino in un ospedale, dopo averlo dato al mondo, rappresenta l’estremo gesto di un percorso che, a volte, ha radici profonde e tormentate, e il primo passo di un sentiero di ricordi, di dolore, di sollievo, che si presenteranno lungo tutta la vita di una donna.
Non sempre si tratta di una scelta consapevole e, qualunque ne sia la sorgente, lascia cicatrici profonde
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