Comunicato di padre Cavalcoli

In merito al mio articolo sul cambiamento nelPadre Nostro, recentemente pubblicato su questo sito, devo chiedere venia ai Lettori per aver erroneamente comunicato che la CEI, nella nuova formula, ha scelto la particella «nella».  Invece, come ormai sappiamo, ha scelto la particella «alla», che è cosa diversa.

Infatti, «non abbandonarci alla tentazione» assomiglia di più alla vecchia formula «non indurci in tentazione», anche se nel contempo sostituisce il verbo «abbandonare», che esprime – come avevo detto – un concetto diverso da «indurre», benché essi possano collegarsi reciprocamente, come avevo spiegato.

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Adamo ed Eva sono discesi dalla scimmia?

 

Sappiamo come nella concezione cattolica tutta l’umanità trae origine da una coppia originaria, alla quale la Scrittura dà il nome di Adamo ed Eva. Questa dottrina, che fu a suo tempo confermata da Pio XII nell’enciclica Humani Generis del 1950, la troviamo ancora nel Catechismo della Chiesa Cattolica, dove ripetutamente si insegna che l’umanità deriva da “un solo uomo” alludendo evidentemente ad Adamo, ed anzi in più luoghi nominandolo espressamente (cf nn.359, 374, 375, 376, 388, 391, 399, 402, 403, 404, 405, 406), il che lascia ben intendere che Eva è sottintesa.

Sappiamo altrettanto bene come secondo il racconto genesiaco la coppia primitiva è creata da Dio a sua immagine e somiglianza in una condizione fisica e spirituale di totale perfezione – il cosiddetto “stato di innocenza” o “giustizia originale” o “stato edenico” – in un mondo meraviglioso a loro totalmente sottomesso ed in una comunione di grazia con Dio. Leggi tutto “Adamo ed Eva sono discesi dalla scimmia?”

Note sul culto trinitario

Non c’è dubbio che per la nostra fede la beatitudine in cielo consiste nella contemplazione immediata del mistero trinitario, anche se il dogma della visione beatifica proclamato da Papa Benedetto XII nel 1336 parla di «visione immediata dell’essenza divina», quindi, immediatamente, del Dio Uno, anche se ovviamente il Dio Uno è Trino.

Ma l’osservazione che sorge immediatamente è che, se non fa problema la contemplazione dell’unità di Dio, perché l’oggetto dell’attenzione dev’essere una cosa unica o sola o comunque, se si tratta di più oggetti assieme, devono in qualche modo essere ricondotti ad un’unità, devono esser visti per modum unius, fa invece problema la prospettiva della contemplazione o della visione della SS. Trinità, che comporta la simultaneità di tre persone, quindi tre oggetti dell’attenzione o della considerazione.

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La più grande misericordia

Misericordia e giustizia

Si parla spesso oggi di misericordia di Dio verso l’uomo e dell’uomo verso il prossimo. Ma spesso si fa uso di un concetto errato di misericordia, per il quale la misericordia si rovescia paradossalmente o quanto meno dà spazio all’ingiustizia, alla sopraffazione, alla prepotenza, alla violenza, alla malvagità, alla crudeltà, alla vigliaccheria. Questo assunto non è immediatamente evidente, e perciò mi propongo di dimostrarlo.

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Una opposizione pagana alla Commemorazione dei fedeli defunti

Ormai da alcuni anni sta prendendo piede anche in Italia, in occasione della tradizionale commemorazione liturgica dei Defunti del 2 novembre, una contrapposta cosiddetta «festa di Halloween», che ha tutto il sapore di una beffa sacrilega della pia ricorrenza cristiana.

Questo ritorno di spavaldo paganesimo si spiega con la diminuzione in Italia, come del resto in molti altri paesi un tempo cristiani, del caratteristico atteggiamento di pietà e di rispetto verso i Defunti, a cominciare dai genitori, familiari, parerti ed amici, fino agli antenati di un lontano passato.

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Sulla formazione cristiana dei giovani

Il Sinodo mondiale dei Vescovi in corso dedicato ai problemi e ai valori dei giovani ci spinge ad alcune riflessioni su di un argomento così importante per il futuro della società e della Chiesa.

La questione fondamentale che tocca il giovane è quella della sua formazione. Il giovane è un uomo in formazione in vista di entrare a pieno titolo, con un proprio ruolo e una propria missione affidatagli da Dio e nel contempo da lui concepiti e progettati, nella società e nella Chiesa, al fine di dare il suo contributo originale per il loro progresso e il loro emendamento.

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Teologia astratta e teologia morale

dio_padre-2Qualche tempo fa il Papa, parlando a proposito di un convegno sulla «Teologia della tenerezza», ha detto che la «teologia astratta è ideologia», dimenticando il famoso detto scolastico «abstrahentium non est mendacium».

Ora bisogna dire che non esiste una «teologia astratta», da contrapporre, quasi, a una teologia «concreta», cosa che non avrebbe senso. Può esistere certo, una teologia inoperante ed inefficace nel campo morale, superata od utopistica, quindi inutile, perché non tiene conto della situazione concreta nella quale occorre operare. Leggi tutto “Teologia astratta e teologia morale”

Sul problema dell’agnosticismo

L’agnosticismo in generale è un’impostazione gnoseologica, che ritiene impossibile decidere quale sia la verità tra due tesi contrapposte. L’agnostico non nega e non afferma, ma ammette come possibili le tue tesi opposte. Tuttavia, non sceglie né l’una né l’altra. Da qui il ritenersi neutrale e la decisione di sospendere il giudizio.

L’agnosticismo in campo teologico è la posizione di chi si astiene dal pronunciarsi circa la questione se Dio esiste o non esiste. L’agnostico non è né teista né ateo e ritiene impossibile decidere per l’una o per l’altra tesi. In tal modo all’agnostico non interessa affrontare la questione o ritiene inutile affrontarla, perché è convinto o sembra convinto che è insolubile e indecidibile. Egli crede peraltro che si possa vivere bene lo stesso.

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Riflessioni sul cosiddetto «primato della coscienza»

coscienzaSi sente oggi spesso parlare del «primato della coscienza» come di valore sommo e irrinunciabile. L’espressione sembra a tutta prima innocua e pare riflettere l’alta dignità della coscienza nel giudicare del valore delle nostre azioni e in tal senso parrebbe accettabile. Ma in questa materia così delicata non ci si deve abbandonare a una facile retorica o alla frase ad effetto, ma occorrono molta precisione e cautela, perché in questo campo sono frequenti e pericolose le insidie sotto l’apparenza della verità.

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