Il recente spettacolo di Castellucci ha messo sulla scena con provocatoria efficacia una concezione della sofferenza, che riprende antiche idee gnostiche e si è recentemente diffusa anche nei nostri ambienti cattolici, per l’influsso di una cristologia che divinizza la sofferenza, considerandola come qualcosa di assolutamente ineliminabile, in se stessa buona e positiva.
Si tratta di risorte concezioni pagane basate su di una visione della realtà ciclica o dialettica, dove bene e male o si intrecciano indissolubilmente tra di loro eternamente come fossero due assoluti – il manicheismo – o si succedono eternamente come i momenti necessari – il “positivo” e il “negativo” – di un unico Assoluto o di un Intero: la concezione ciclica greca e indiana, ripresa da Hegel in chiave razionalistica e da Nietzsche in chiave irrazionalistica. Leggi tutto “Dolorismo e concezione cristiana della sofferenza”