Il problema della diversità e il problema della verità – Distinguere il vero dal diverso

water-263054_960_720Un equivoco oggi diffuso, che genera confusione, mette in pericolo la fede e guasta la vita della Chiesa nelle questioni che toccano i rapporti tra di noi e con i non cattolici, è dato dall’intendere in modo sbagliato il valore della diversità, nonché il rispetto delle idee e della coscienza degli altri e del pluralismo.

Innanzitutto bisogna distinguere, in proposito, le caratteristiche e le esigenze della verità da quelle della diversità. Spesso si riduce questa a quella, creando un disastroso relativismo. Ora, occorre notare che al vero si oppone il falso. Vero e falso possono coesistere di fatto, ma non di diritto. Il vero, dunque, è contraddetto dal falso, in modo tale che l’uno non può stare insieme con l’altro simultaneamente e quindi essi non possono e non devono essere pensati ed affermati insieme di una stessa cosa.

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La Chiesa accogliente secondo Rahner

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Stefano Fontana, nel sito Labussolaquotidiana del 3 agosto 2016, ha pubblicato un interessante articolo dal titolo “Rahner, profeta della Chiesa aperta di oggi”. Egli introduce il suo scritto con le seguenti parole: “Nel lontano 1972 Karl Rahner scrisse un libretto dal titolo ‘Trasformazione strutturale della Chiesa come compito e come chance’. L’anno successivo fu pubblicato in lingua italiana dalla Queriniana. Il libro era rivolto alla Chiesa di Germania”.

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Rigidità e flessibilità della legge

La vera legge è un principio solido e stabile di azione, perché deve assicurare una vita rigogliosa, vigorosa e durevole, al riparo dai pericoli, come dice la Scrittura, a proposito dei comandi divini: “stabili sono tutti i tuoi comandi” (Sal 111,7). E’ una solida pista di lancio per i voli dello spirito, dà a coloro che la praticano la certezza di compiere il bene, è principio di fermezza, perseveranza e fedeltà. Mantenendo la propria identità, conserva l’identità propria di colui che le obbedisce. Essendo incorruttibile, rende incorruttibile chi la pratica.

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La regola della misericordia. Sapersi regolare nelle virtù

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Tutte le virtù vanno esercitate in modo ragionevole, ponderato, prudente e giudizioso, ossia secondo la misura della retta ragione, senza lasciarci dominare da abitudini irriflesse, da impulsi istintivi, da interessi privati, da spinte caratteriali, da vani e irrazionali sentimentalismi, da emozioni incontrollate, dalla passione del momento, dalla paura, dal rancore, dall’invidia, dal piacere, dall’egoismo o da altri moti sconvenienti.

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Il riconoscimento pubblico della santità

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La santità cristiana si manifesta nelle opere dei santi. E quando queste opere manifestano una grande virtù, se vengono a conoscenza di fedeli capaci di giudicare, colui che le compie, spesso già in vita, comincia ad acquistarsi la fama di santo.

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Il peccato come ferita e come macchia

gesùPubblichiamo questo lungo ma interessante articolo di padre Giovanni Cavalcoli.

Essenza del peccato

Il peccato, nel senso più cristiano del concetto, è un atto cosciente e volontario moralmente cattivo, col quale, disobbedendo alla legge divina, compiamo il male agli occhi di Dio, e perdiamo o diminuiamo il possesso della grazia, con l’effetto che la coscienza, se è sana, ci rimorde e resta nella nostra anima un turbamento o stato di colpa, ossia di avversione a Dio, che può essere sanato solo dal rinnovo o rafforzamento della grazia divina, che ci spinge al pentimento, per il quale la volontà, da cattiva, si converte, ossia torna ad essere buona.

Otteniamo allora dalla misericordia divina il perdono della colpa, che comporta la cancellazione, annullamento o remissione del peccato, ossia del debito della colpa, ovvero la purificazione o liberazione o assoluzione dalla colpa e riallacciamo la nostra amicizia con Dio e la coscienza torna nella pace.

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Il mistero della figliolanza divina

adorazione-del-bambino.Esiste un concetto naturale di figliolanza, che non fa difficoltà a nessuno. Lo abbiamo acquisito facilmente fin da bambini, vivendo in famiglia. Anche gli animali, come noi uomini, generano ed hanno figli. Tale concetto è poi legato naturalmente a quello di fratellanza, paternità e maternità.

Il problema nasce, fino a diventare mistero religioso e divino, quando ampliamo questo concetto, ne estendiamo il significato, prescindendo dal riferimento biologico, e ne cogliamo il significato profondo, che dice somiglianza, dipendenza, accoglienza, riverenza, intimità, obbedienza, confidenza, timore, amore, comunione: il rapporto del figlio col padre e con la madre. In tal senso, il famoso regista svedese degli anni ’60, Ingmar Bergman, diceva che i suoi films erano i “suoi figli”. Leggi tutto “Il mistero della figliolanza divina”

Evangelizzazione e dialogo

misericordia_cristoLa Sacra Scrittura dà abbondantissimi esempi ed insegnamenti sull’evangelizzazione, ma pare ignorare il dialogo interreligioso, anzi sembrerebbe escluderlo. Esso, in realtà, è implicito e presupposto nell’attività missionaria, catechetica ed evangelizzatrice, come appare evidente soprattutto dal confronto di S.Paolo e degli Atti degli Apostoli con i Greci.

Gli apostoli sono consapevoli della missione dell’Israele cristiano di annunciare Cristo ai pagani. Ma sotto questa categoria di “pagani” o “genti” non si fanno distinzioni, come facciamo noi oggi tra molte diverse religioni, le quali allora o non esistevano o non erano conosciute. Leggi tutto “Evangelizzazione e dialogo”