Antifona
Sono risorto, o Padre, e sono sempre con te. Alleluia.
Hai posto su di me la tua mano. Alleluia.
È stupenda per me la tua saggezza. Alleluia, alleluia. (Cf. Sal 138,18.5-6)
«In quei giorni, Pietro prese la parola e disse: “Voi sapete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nazaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui. E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che si manifestasse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. E ci ha ordinato di annunciare al popolo e di testimoniare che egli è il giudice dei vivi e dei morti, costituito da Dio. A lui tutti i profeti danno questa testimonianza: chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati per mezzo del suo nome”» (Atti 10,34.37-43).
Il discorso tenuto da Pietro in casa del centurione Cornelio – «timorato di Dio» – è una sintesi del Vangelo offerta a primi cristiani, a partire dalla predicazione del Battista fino alla missione consegnata da Gesù ai discepoli: «E ci ha ordinato di annunciare al popolo e di testimoniare che egli è il giudice dei vivi e dei morti, costituito da Dio».
Il messaggio centrale è la crocifissione di Gesù ad opera dei giudei e la sua resurrezione e, infine, il mandato agli apostoli di essere, per l’azione dello Spirito, testimoni del Signore risorto.
La famiglia di Cornelio è la prima famiglia pagana che, dopo una breve catechesi, si affida a Gesù e si fa battezzare dall’Apostolo.
Guardiamo la tempera su tavola «San Pietro predica alla presenza di San Marco», opera del Beato Angelico, visibile al Museo di San Marco (Firenze). La scena descritta (1434-1435) dal maestro sullo scomparto di sinistra della predella del «Tabernacolo dei Linaioli», tempietto marmoreo del Ghiberti, mostra il primo apostolo che, dal piccolo pulpito di legno a forma esagonale, all’aperto, sta annunciando la bella e buona notizia di Gesù di Nazaret. Stanno in ascolto: una coppia di nobili (in piedi, sulla destra); due letterati (sulla sinistra); un gruppo di donne, eleganti negli abiti, nella pettinatura, nelle decorazioni (sedute, al centro). Curioso il particolare di chi, inginocchiato, regge il calamaio per facilitare san Marco nella scrittura del «suo» Vangelo che si rifà alla testimonianza di Pietro.
Cristo è veramente risorto! Alleluia!
È il Vivente e ci aiuta ad essere vivi in ogni situazione della vita.
Non c’è sepolcro da cui non si possa uscire!
Prego e auguro di cuore:
Buona Pasqua di Risurrezione e di speranza.
don Tarcisio Tironi
direttore del M.A.C.S.