Antifona
Mi invocherà e io gli darò risposta;
nell’angoscia io sarò con lui, lo libererò e lo renderò glorioso.
Lo sazierò di lunghi giorni e gli farò vedere la mia salvezza. (Sal 90,15-16)
Commento artistico-spirituale alla Prima Lettura della I DOMENICA DI QUARESIMA – ANNO B – 18 Febbraio 2024
Di don Tarcisio Tironi, Direttore M.A.C.S. (Museo di Arte e Cultura Sacra) di Romano di Lombardia-Bg
«Dio disse a Noè e ai suoi figli con lui: “Quanto a me, ecco io stabilisco la mia alleanza con voi e con i vostri discendenti dopo di voi, con ogni essere vivente che è con voi, uccelli, bestiame e animali selvatici, con tutti gli animali che sono usciti dall’arca, con tutti gli animali della terra. Io stabilisco la mia alleanza con voi: non sarà più distrutta alcuna carne dalle acque del diluvio, né il diluvio devasterà più la terra”. Dio disse: “Questo è il segno dell’alleanza, che io pongo tra me e voi e ogni essere vivente che è con voi, per tutte le generazioni future. Pongo il mio arco sulle nubi, perché sia il segno dell’alleanza tra me e la terra. Quando ammasserò le nubi sulla terra e apparirà l’arco sulle nubi, ricorderò la mia alleanza che è tra me e voi e ogni essere che vive in ogni carne, e non ci saranno più le acque per il diluvio, per distruggere ogni carne» (Genesi 9,8-15)
Il brano tratto dal primo libro della Bibbia, la Genesi, presenta la solenne dichiarazione di Dio: «Io stabilisco la mia alleanza con voi e con i vostri discendenti dopo di voi, con ogni essere vivente che è con voi». Si tratta di un’alleanza che sorpassa tutte le aspettative perché Dio si fa garante di condividere ogni situazione umana, ponendo come segno in cielo l’arcobaleno che, da allora, ha assunto valore positivo: la pace ritornata dopo la tempesta. L’alleanza di Noè rimanda a quella di Gesù con tutto il creato (Marco 1,13).
«Il patto dell’arcobaleno» fa parte dei mosaici di vetro, in stile bizantino, realizzati (XII e XIII sec.) nel Duomo di Monreale che narrano le storie bibliche del Vecchio e del Nuovo Testamento. La scena, collocata sulla destra della navata centrale, mostra Noè, in primo piano che, dopo essere uscito dall’Arca, ha costruito un altare per offrire, insieme alla sua famiglia, un sacrificio a Dio che, come si vede in alto a destra, sta benedicendo il patriarca con i familiari e tutti gli esseri della terra. Il testo scritto in latino recita: «Disse Dio a Noè: “Pongo il mio arco sulle nubi, perché sia il segno dell’alleanza tra me e la terra e non ci saranno più le acque per il diluvio, per distruggere ogni carne». La poesia del testo sacro e quella dei mosaici realizzati dagli specialisti provenienti da Costantinopoli formano un racconto stupendo ed efficace.
Assaporiamo alcuni versi tratti dalla poesia «L’arcobaleno» di Antonella Stelitano:
L’Arcobaleno
«Dopo la pioggia
torna il sereno.
[…] Rinnovato è l’incanto!
[…] Così, il patto tra Dio e Noè
il navigato
ancora una volta è rinnovato:
la Vita e l’Amore
possono
tornare a germogliare…».
don Tarcisio Tironi
direttore M.A.C.S.