“Il Volto Santo di Lucca e quella misteriosa somiglianza con la Sindone”

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Da ilsussidiario,net

Riprendiamo da ilsussidiario.net https://www.ilsussidiario.net/news/arte-e-fede-il-volto-santo-di-lucca-e-quella-misteriosa-somiglianza-con-la-sindone/2662914/ questo articolo di Alfredo Tràdigo, presente anche sul suo blog alfredotradigo.it, del 15 febbraio 2024.

Il Volto Santo di Lucca (VIII-IX sec.) arrivò a Lucca dalla Terra Santa. Era un reliquiario. E l’immagine della Sindone gli è perfettamente sovrapponibile

Farebbe invidia a Picasso il Volto Santo di Lucca, attualmente in fase di restauro nella cattedrale della città intitolata a San Martino. Un volto scolpito nel legno di noce in modo così sintetico e primitivo – quasi cubista. Sarebbe piaciuto a Picasso o a Modigliani, entrambi affascinati

dalla scultura primitiva africana e orientale. Un volto dai tratti così marcati, dai capelli e dalla barba così geometrici da ricordare le primitive icone. Un volto così regale da ricordarci il Cristo trionfate dei primi secoli quando, per tenere viva la fede nella vita eterna, si rappresentava un Dio non morto ma risorto.

Picasso sì, ma un volto così può piacere anche a noi oggi, mentre ci guarda con i suoi grandi occhi, ci attrae con il fiume della sua barba fluente e dei suoi capelli – un flusso di vita – volto selvatico, misterioso, che sembra uscito da una foresta, come il legno in cui è scolpito. E sentiamo risvegliarsi un sentimento antico, arcaico, un desiderio e un grido nascosto. “Mostraci il tuo volto!”. È un Dio vivo, un Re! E la veste regale e sacerdotale che indossa, anch’essa scolpito nell’unico blocco di legno, la corona regale e il grande cerchio anch’esso d’oro in cui è inscritto il suo corpo (come nella traiettoria di un astro), ce lo confermano.

Siamo nella cattedrale di Lucca, dove sono in corso i restauri del Crocifisso più antico d’Italia e forse d’Europa. Prima di raggiungere il prezioso reperto ci viene incontro, nel bianco marmo di Carrara (che si estrae a pochi chilometri da qui), il famoso monumento funebre di Ilaria del Carretto, la bellissima moglie del signore della città, morta di parto a 26 anni (nel 1404) e celebrata nel Novecento da D’Annunzio, Pasolini e persino da un romanzo di Liala. Un salto di seicento anni dal candore della scultura di Jacopo della Quercia al nero del crocifisso del Volto Santo di Lucca che un anno fa usciva – fasciato e imbottito per evitare qualsiasi colpo – dai cancelli del tempietto quattrocentesco dietro l’altare della cattedrale non per la tradizionale processione del 14 settembre che si ripete ogni anno in suo onore (festa dell’esaltazione della Croce), ma per ormai improrogabili analisi e restauri. […]. QUI l’articolo intero.

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Autore: Libertà e Persona

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