“Se non parli al malvagio, della sua morte domanderò conto a te”

Piero della Francesca e aiuti, Profeta Ezechiele, 1458-1466, Arezzo, «Storie della Vera Croce»,
Cappella maggiore della Basilica di S. Francesco

Colletta

O Padre, che ci hai liberati dal peccato
e ci hai donato la dignità di figli adottivi,
guarda con benevolenza la tua famiglia,
perché a tutti i credenti in Cristo
sia data la vera libertà e l’eredità eterna.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.

Commento artistico-spirituale al Vangelo della XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A 10 Settembre 2023

Di don Tarcisio Tironi, Direttore M.A.C.S. (Museo di Arte e Cultura Sacra) di Romano di Lombardia-Bg

«Mi fu rivolta questa parola del Signore: “O figlio dell’uomo, io ti ho posto come sentinella per la casa d’Israele. Quando sentirai dalla mia bocca una parola, tu dovrai avvertirli da parte mia. Se io dico al malvagio: ‘Malvagio, tu morirai’, e tu non parli perché il malvagio desista dalla sua condotta, egli, il malvagio, morirà per la sua iniquità, ma della sua morte io domanderò conto a te. Ma se tu avverti il malvagio della sua condotta perché si converta ed egli non si converte dalla sua condotta, egli morirà per la sua iniquità, ma tu ti sarai salvato”». (Ezechiele 33,1.7-9)

Ezechiele («Dio è forte») di stirpe sacerdotale, rimasto vedovo all’improvviso, vive in esilio a Babilonia, deportato con molti altri dal 597/596 a.C. in seguito all’occupazione della Terrasanta da parte dei babilonesi.

Dopo aver annunciato nei primi 24 capitoli del libro, che porta il suo nome, l’imminente fine del regno di Giuda, il profeta dà l’inizio alla seconda fase del ministero, presentandosi come una «sentinella» di guardia «per la casa d’Israele»: Dio promette la ricostruzione di Israele e occorre risvegliare tutti alla responsabilità della conversione. Nell’antichità, dalle sentinelle appostate sulle mura dipendeva la sicurezza della città e la salvezza degli abitanti, perché vegliando dovevano riconoscere chi stava spuntando all’orizzonte e mettere in guardia con il suono del corno per la salvezza o per la speranza d’un aiuto.

L’affresco il «Profeta Ezechiele» di Piero della Francesca e aiuti, si trova nel registro superiore della parete centrale delle «Storie della Vera Croce» (1458-1466) nella cappella maggiore della basilica di S. Francesco ad Arezzo. L’immagine del grande personaggio biblico, di certo attribuita per il disegno al maestro di Sansepolcro, si trova a sinistra della vetrata centrale, dipinta su fondi monocromi come il Profeta Geremia in corrispondenza sul lato opposto. I due profeti rappresentati da Piero a grandezza uguale a quella delle altre figure del ciclo, sono appoggiati su un gradino marmoreo: Ezechiele, illuminato da destra, con la veste rossa e con mantello verde, Geremia con la luce da sinistra, ha il rosso sul mantello e il verde sulla veste.

Se pensiamo alla comunità, fare la sentinella vuol dire sentirsi responsabili gli uni degli altri, aiutandosi a crescere nel bene, correggendosi con l’esempio e il sostegno. Con il richiamo alla correzione fraterna, la carità richiamata da Gesù nel brano evangelico (Matteo 18,15-20) evidenzia quanto l’aspetto comunitario esprima una forma di collaborazione all’azione di Dio.

La mistica inglese Giuliana di Norwich (1342-1416) ci regala una sintesi mirabile, utile per continuare la riflessione e per agire conseguentemente: «La misericordia opera in quattro modi: custodisce, sopporta, ravviva, guarisce, e tutto questo è la tenerezza dell’amore».

don Tarcisio Tironi

direttore del M.A.C.S.

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Autore: Libertà e Persona

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