L’8 marzo è una festa controversa per molti motivi.Il primo è che la narrazione comune è risultata un classico caso di falsificazione storica. Così inizia uno dei numerosi articoli che lo raccontano: “Provate a chiedere a molti da dove è nata la tradizione dell’8 marzo e quasi tutti vi risponderanno che è stata istituita per celebrare la tragedia che vide 129 donne morire nella filanda tessile Cotton di New York. «È un falso storico creato da un gruppo di femministe per ricordare un fatto simile – dice la psicoterapeuta Silvia Vegetti Finzi – la tragedia realmente verificatasi a New York il 25 marzo 1911… Diciamo che è stato un’attribuzione data dal buon cuore femminista che ha voluto ricordare quelle donne». (Simone Fanti e Federica Levi, L’8 marzo e il “falso storico”. Una giornata per ricordare il rogo della Cotton di New York? No, l’origine della Festa delle donne è un’altra, in Io Donna, 8 marzo 2016).
Prendiamo un’altro articolo, comparso su Repubblica del 6 marzo 1987. Questo il titolo: Il giallo 8 marzo. Ma quella data è un falso storico. Questo invece l’incipit: “Abituatevi all’ idea che l’ 8 marzo sia una bugia, un imbroglio innocente, un falso storico. Siete convinti che la giornata della donna ricordi il famoso incendio in cui morirono 129 operaie americane chiuse dal padrone in una filanda di New York (o di Chicago)? Niente da fare, quell’ incendio non esiste, non c’ è cronaca che lo registri… A svelarci l’ esistenza di un giallo 8 marzo sono due investigatrici insospettabili, due femministe storiche, Tilde Capomazza e Marisa Ombra, redattrici di un libro sconcertante edito da Utopia e intitolato come di dovere 8 marzo, storie miti riti della giornata internazionale della donna ”.
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