“LA LEGGE FU DATA PER MEZZO DI MOSÈ”. A Romano di Lombardia tre diversi percorsi quaresimali con le incisioni di Georges Henri Rouault.

Rembrandt van Rijn, Mosè con le Tavole della Legge, 1659.
Berlino, Gemäldegalerie der Staatlichen Museen

Antifona

I miei occhi sono sempre rivolti al Signore:
egli libera dal laccio il mio piede.
Volgiti a me e abbi pietà, perché sono povero e solo.
(Cf. Sal 24,15-16)

Commento artistico-spirituale alla Prima Lettura della III DOMENICA DI QUARESIMA – ANNO B  – 03 Febbraio 2024

Di don Tarcisio Tironi, Direttore M.A.C.S. (Museo di Arte e Cultura Sacra) di Romano di Lombardia-Bg


«In quei giorni, Dio pronunciò tutte queste parole: “Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile: Non avrai altri dèi di fronte a me. Non ti farai idolo né immagine alcuna di quanto è lassù nel cielo, né di quanto è quaggiù sulla terra, né di quanto è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. […] Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il Signore non lascia impunito chi pronuncia il suo nome invano. Ricòrdati del giorno del sabato per santificarlo. […] Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà. Non ucciderai. Non commetterai adulterio. Non ruberai. Non pronuncerai falsa testimonianza contro il tuo prossimo. Non desidererai la casa del tuo prossimo. Non desidererai la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo né la sua schiava, né il suo bue né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo”» (Esodo 20,1-17).

Al popolo durante il cammino nel deserto, Mosè presenta i dieci comandamenti. «Dio pronunciò tutte queste parole» per esplicitare, parlando direttamente al popolo, la strada da seguire per non ricadere nella schiavitù: la nuova relazione con sé – doveri verso Dio – e con gli altri – doveri verso il prossimo – deve essere caratterizzata dall’amore e dalla libertà. Tutto si inizia dall’affermazione: «Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile». Dal ricordo dell’alleanza di Dio con il popolo prendono significato e si sviluppano le altre nove prescrizioni.
«Mosè con le tavole della Legge» (1659) è il dipinto di Rembrandt van Rijn che raffigura con intensa espressività la guida del popolo, ripresa dal basso, mentre, dopo la prima discesa dal Sinai, solleva e presenta le due tavole della legge su cui sono scritti i dieci comandamenti in una corretta lingua ebraica. L’opera ora ai Musei statali di Berlino, mostra la testa e il volto di Mosè illuminati dall’alto, al centro della composizione formata dalle lastre di pietra scura e dalle braccia alzate, pure esse segnate dal bagliore divino.
Il biblista Haim Baharier, ha dichiarato: «Quando il Santo Benedetto, diede la Torah a Israele vi fu un gran silenzio nel mondo: nessun uccello cinguettava, nessun bue muggì, nessun cavallo nitrì, nessun cane abbaiò e così nessun animale del mondo fece il proprio verso. […] Tutti gli uomini del mondo trattennero il loro respiro e nessuno parlava. Allora si udì la voce del Signore che disse tutte queste parole: “Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d’Egitto…”».
don Tarcisio Tironi
direttore M.A.C.S.

Ieri, Venerdì 1 Marzo, è stata la volta del Velo della Veronica.

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Autore: Libertà e Persona

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