Dal Sacro Sinodo dei Vescovi al Convegno “La Babele Sinodale”

San Bruno, 1030-1101, fondatore dei Certosini e consigliere del Papa.
Fonte Sito Monache Certosine

Fare memoria

Oggi, 6 Ottobre, terzo giorno per i lavori del Sacro Sinodo, (sacro poiché la Chiesa su di esso invoca la presenza dello Spirito Santo al fine di compiere opere Sante nella Verità) è la festa di San Bruno, fondatore dell’Ordine dei Certosini fondato nell’XI sec., in un ‘epoca grave per la Chiesa, ferita dalla simonia, da guerre ed elezioni di antipapi.

I pontefici, in quelle epoche, per la riforma della Chiesa, chiamavano a sé come collaboratori uomini del mondo contemplativo e così fu per l’eremita San Bruno, uomo di cultura, Fede, Preghiera e Carità.

A lui desideriamo guardare per ricevere il dono di quello sguardo contemplativo, capace di placare gli

animi con la luce della infuocata Verità e della vera Carità. Non possiamo, davanti all’altare del Signore, non portare le fatiche del reciproco ascolto tra componenti diverse della Chiesa per le quali il Santo Padre chiede il dono dell’armonia.

Situazione attuale

In tutti questi mesi, dall’indizione del Concilio, molti sono i temi emersi, e da più parti dibattuti sullo stesso invito del Santo Padre, da parte di singoli fedeli, gruppi, teologi, pastori, temi non sempre trattati nel rispetto di un alto livello accademico e culturale, come, invece, dovrebbe sempre essere usando attenzione alla precisione dei termini da approfondire nella pacatezza e nell’ascolto.
Da anni assistiamo a scivolate di stile anche da parte di presuli di notevole importanza, come quando Sua Ecc. il Cardinal Walter Kasper accusò il Cardinal Carlo Caffarra, -che potremmo definire il Premio Nobel italiano della teologia Morale- di essere nemico del pensiero del Papa. Affermazione che poi riconobbe come sbagliata e imprudente, come ricorda lo stesso Cardinal Caffarra nel video di nove anni fa che sotto riproponiamo.

Cardinal Carlo Caffarra – Fonte Chiesa di Bologna

Purtroppo, recentemente, simile caduta di stile si è avuta da parte del neo nominato Prefetto del Dicastero della Dottrina della Fede, Sua Ecc. Victor Manuel Fernandez, nell’intervista a Edward Pentin, nei confronti di Sua Ecc., il Card. Raymond Leo Burke, accusando di eresia e scisma quelli che chiedono al Santo Padre di esercitare l’Ufficio Petrino per salvaguardare e promuovere il depositum fidei”. Il Card. Burke, in tutta risposta, si è limitato a definire l’espressione usata dal Cardinal Fernandez un “errore fondamentale”.

Sua Ecc. il Card. Raymond Leo Burke – Fonte Informazione Cattolica

Oltre la cronaca

Non stiamo a ricostruire, come già è stato fatto da molte testate, -a volte in modo impreciso e incompleto, altre volte con dovizia di particolari fino ad abbandonarsi ad illazioni di cornice che non possono giovare ad alcuna causa-, il percorso subito dai Dubia presentati da cinque Cardinali, tra cui il Card. Burke.

Preferiamo offrire ai lettori il link dell’intervento di Sua Ecc. il Card. Burke al Convegno de La Nuova Bussola “La Babele Sinodale” in cui si espongono con chiarezza quei temi teologici, -e non tanto le questioni pratiche e pastorali-, che sottostanno alla confusione che si sta avendo e si è avuta nella preparazione del Sinodo: Burke:«La sinodalità contraddice la vera identità della Chiesa» (La Nuova Bussola Quotidiana del 03_10_2023). Aggiungerei, per comprendere meglio il senso profondo del titolo, ricordare quanto poi dice il Cardinal Burke, e cioè, che questo è il pericolo se si vuole fare della sinodalità una sorta di Nota della Chiesa, dimenticando le Note della Chiesa che sono: Unità, Santità, Cattolicità, Apostolicità.

Proprio per questa confusione, che il porporato, ritiene causata dalla semplificazione e non conoscenza di temi teologici e magisteriali, che dovrebbero essere ormai acquisiti, che lui, e tanti altri colleghi che godono della comprensione e vicinanza di numerosi Vescovi, hanno deciso di tenere aperto il dibattito in ogni sede, prima fra tutte il rapporto con il Santo Padre, evitando il chiacchiericcio e parlando palesemente per quello che ritengono essere il bene della Chiesa.

Timori del Santo Padre e nostri

Non è possibile che anche in questo Sinodo rischi di accadere quanto già avvenuto nei due precedenti (quello sulla Famiglia e quello sull’Amazzonia) e che cioè, ricordava il Santo Padre nel Discorso di Apertura del Sinodo, il giorno 4 Ottobre c.a., e da noi documentato nell’articolo DISCORSO DI APERTURA AL SINODO DEI VESCOVI. Il “protagonismo” dello Spirito Santo, si decida come debba finire il Sinodo prima che sia celebrato.

Il Santo Padre non citò, però, un fatto che, come fedele, e familiare ai dibattiti teologici e pronunciamenti magisteriali, mi stupì molto allora, proprio per quanto accadde subito prima del Sinodo sulla Famiglia. Sua Ecc. il Card. Walter Kasper rese noto il suo intervento rivolto al Collegio Cardinalizio (Il Vangelo della Famiglia, GdT 371, Queriniana, Brescia 2014, richiestogli dal Santo Padre), prima dell’apertura dei lavori del Sinodo, chiudendo di fatto le porte ad un dibattito tra i Vescovi, dibattito che appariva, di fatto, ormai superfluo e chiuso.

Vedemmo poi gli esiti di questo modo di procedere. L’Esortazione Apostolica successiva, Amoris Laetitia, testo molto ricco, ridusse in pratica ad una sola nota, la 351, la questione che tutti agitano sempre e con poco senso, ovvero, quella della Comunione ai separati, divorziati, risposati, confondendo i termini della questione, poiché ancor mal conosciuti anche all’interno della Chiesa, e trascurando la ricchezza enorme di questa Esortazione postsinodale.

Eppure, persone significative per natura e compiti nella Chiesa, nel momento in cui altri pastori vogliono approfondire nelle sedi opportune, cioè nella Chiesa, ha potuto dire che chi la pensasse diversamente sarebbe scismatico.

Intervista del 3 Ottobre 2014 circa il Sinodo sulla Famiglia

L’uso impreciso dei termini in un dibattito, -che a certi livelli deve essere accademico, o non è-, è inappropriato; non tiene conto della materia trattata, né della Carità. Applica degli stigma a chi compie il proprio servizio teologico, quando non sia addirittura un servizio di magistero, come nel caso di pastori.

Ecco le riflessioni di Sua Ecc. il Cardina Carlo Caffarra, risalenti a nove anni fa, pienamente attuali, ma esterne, ovviamente, alla cronaca corrente, ma non certo alla sostanza del metodo da seguire nel dibattito intra ecclesiale.

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Autore: Marcello Giuliano

Nato a Brescia nel 1957, vive a Romano di Lombardia (BG). Dopo aver conseguito il Baccelierato in Teologia nel 1984 presso il Pontificio Ateneo Antonianum di Roma e il Diploma di Educatore Professionale nel 2001, ha lavorato numerosi anni nel sociale. Insegnante di Religione Cattolica nella Scuola Primaria in Provincia e Diocesi di Bergamo, collabora ai cammini di discernimento per persone separate, divorziate, risposate ed è formatore per gli Insegnanti di religione Cattolica per conto della stessa Diocesi. Scrive sulle riviste online Libertà & Persona e Agorà Irc prevalentemente con articoli inerenti la lettura simbolica dell’arte ed il campo educativo. Per Mimep-Docete ha pubblicato Dalla vita alla fede, dalla fede alla vita. Camminando con le famiglie ferite (2017); In collaborazione con Padre Gianmarco Arrigoni, O.F.M.Conv., ha curato il libro Mio Signore e mio Dio! (Gv 20, 28). La forza del dolore salvifico. Percorsi nella Santità e nell’arte, (2020). Di prossima uscita Gesù è veramente risorto?

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