DAL PERDONO DI ASSISI ALLA PERDONANZA DI COLLEMAGGIO e settant’anni di misericordia

Dal Diario Facebook del 28 Agosto 2023


Oggi compio settant’anni

Oggi, giorno della festa di sant’Agostino, dal quale ho avuto in dono la più bella definizione di tutto l’essenziale dell’uomo vero: “Ci hai fatti per te o Signore e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te”.
In queste parole è condensato ciò che ho esistenzialmente verificato nella mia esperienza, quindi cercato

nei grandi artisti e provato a divulgare in tutti questi anni, grazie a Dio. E grazie anche a voi, conosciuta e più spesso sconosciuta compagnia.

30 Agosto 2023

Roberto con la moglie Ornata

PER-DONO significa SUPER-REGALO. È un superlativo: “regalissimo”, “donissimo”…

Agosto comincia il 2 col Perdono di Assisi e finisce il 29 (ieri) con la Perdonanza di Collemaggio all’Aquila.

Di ritorno da Trevi nel Lazio lo scorso 13 agosto Ornata ed io ci siamo fermati ad ammirare questa Basilica di Collemaggio, stupendamente restaurata dopo il devastante terremoto dell’Aquila. La PERDONANZA è l’indulgenza plenaria che Celestino V, la sera stessa della sua incoronazione a pontefice proprio in questa chiesa il 29 agosto 1294, concesse a tutti i fedeli di Cristo.

Lo scorso 13 agosto c’erano tanti turisti e due preti a confessare, ma nessun fedele che si accostasse per domandare il perdono. Dopo un po’ il più giovane ha preso il microfono e ha dato appuntamento a chi voleva negli ultimi banchi in fondo alla chiesa per la spiegazione del monumento dal punto di vista della fede. Ecco schematicamente qualche appunto di quanto ci ha detto.

Basilica di Collemaggio, 1287-1294, L’Aquila

La facciata è quadrata, simbolo dell’umano. Al centro c’è il rosone circolare, simbolo del divino; il rosone è a 12 raggi, perché il Dio incarnato s’irradia attraverso i Dodici. La porta – stupendamente decorata – è Cristo. I pilastri sono ottagonali: il numero otto evoca sia Maria (si pensi alla stella a otto punte simbolo della Madonna nello stemma di papa Francesco) sia Cristo risorto “ottavo giorno che non conosce tramonto”, sia i battisteri ottagonali. Questo giovane prete poi ha aperto l’app bussola del suo cellulare e l’ha appoggiato a terra: la basilica è perfettamente “orientata” nei giorni del solstizio; è dunque protesa verso est, verso Cristo-sole-che-sorge, nel giorno del suo massimo splendore. La vita – per chi ha la grazia di immergersi nell’acqua del battesimo e di entrare nella Chiesa – trova così il suo “orientamento”, il senso, la direzione.

Poi il prete ci chiede se sappiamo cos’è l’indulgenza plenaria e grazie a Dio so rispondere: non solo la remissione delle colpe, ma anche delle pene.

Mi accorgo che tutti i turisti non sono più sparsi per il grande edificio come pecore senza pastore, ma stanno lì a bocca aperta, e senza saperlo sono diventati pellegrini. La Bellezza imponente adesso è anche afferrabile, comprensibile grazie ad un uomo – un giovane prete – che si è giocato.

A quel punto entra un gruppo organizzato, guidato da don Sabatino, parroco in un paesino del Molise dove m’invitò una quindicina di anni fa: non ci siamo più visti da allora. È uno di quei “casi” che profumano di miracolo! Che bello ritrovarsi dopo tanti anni, in Abruzzo, entrambi di passaggio, io dal Lazio e lui dal Molise! Lo riconosco, vado da lui, lo abbraccio e gli chiedo chi è quel giovane prete. Risposta: don Stefano De Paulis, rettore di Collemaggio da pochi mesi.

Don Sabatino va a celebrare messa e tanti si mettono in fila per confessarsi.

Ecco, mi vien da concludere: un giovane prete che osa, si gioca lui comunicando la profonda Verità veicolata dalla Bellezza; e allora anche il Bene viene a rimorchio.

Uno dei turisti diventati pellegrini gli aveva chiesto perché in tante chiese non si parla più di peccato e di perdono (che peccato!). Lui ha risposto in modo veloce ed ilare, tenendosi alla larga sia dal moralismo che dal lassismo. Semplicemente la risposta vera era lì, in azione, sotto i nostri occhi.

Chi andrà all’Aquila, nella basilica di Collemaggio, cerchi don Stefano: non vede l’ora di replicare.

31 Agosto

Ornata ed io ci siamo immersi nella Bellezza che soddisfa il cuore: il Sacro Speco di Subiaco, che splende lassù, luminoso, incastonato nella roccia. Qui 1500 anni fa visse per tanto tempo san Benedetto.

Bellezza della santità che sta alla radice dell’Europa, bellezza dell’arte trecentesca a me tanto cara.

Quando un giovane uomo bussava alla porta e chiedeva di entrare in monastero, dall’interno gli chiedevano: “C’è un uomo che vuole la vita e desidera giorni felici?”. E lui rispondeva: “Sì”. L’esperienza era così affascinante che in breve nacquero 12 monasteri, con 12 monaci ciascuno. E non mancarono tentativi di avvelenare Benedetto…

Bene e male, fascino e invidia, buona acqua che soddisfa il cuore e tentazione di tornare alle cisterne avvelenate: dovettero lottare ma il bene vinse. L’esperienza benedettina s’irradiò in tutta l’Europa occidentale, dandole forma di “continente costituitosi per via di cultura” (nel planisfero fisico essa appare infatti propaggine dell’Eurasia). Il monachesimo occidentale ne è il fondamento con la sua regola “Ora, labora et lege” (che peccato che si sia dimenticato questo terzo imperativo: “Leggi”!).

Sacro Speco di Subiaco, Scala Santa

L’Europa che germinò allora e toccò il suo apogeo dal 1000 al 1348 (si pensi al bianco manto di cattedrali romaniche e gotiche, su su fino a Dante e Giotto e – appunto – fino ai meravigliosi affreschi del Sacro Speco) può anche oggi rifiorire: c’è un “resto d’Israele”, ovvero una piccola grande compagnia di amici che ho incontrato di persona ad esempio la settimana scorsa al Meeting di Rimini (ove c’era una bella mostra proprio su san Benedetto). E c’è quel milione e mezzo di giovani della Gmg di Lisbona che urge accompagnare nel cammino. Un cammino in salita. Anche a Subiaco tutto ruota attorno alla lunga Scala Santa. Un cammino di ascesa e ascesi: che spettacolo non solo quando si arriva in cima ma anche guardando di qua e di là lungo i gradini!

1 Settembre

Cascata di Trevi

L’altro ieri un post sulla basilica di Collemaggio e ieri sul Sacro Speco di Subiaco. Ma non ci sarebbe stato questo viaggio senza un uomo – Fulvio Piacenti – che mi conosceva solo attraverso alcuni miei libri e che mi ha invitato in un luogo difficile da raggiungere, nell’altopiano laziale al confine con l’Abruzzo: Trevi, uno dei borghi più belli d’Italia, dominato dal castello Caetani con vista mozzafiato. Ho tenuto tre presentazioni, sempre affollatissime, all’interno del Meeting estivo organizzato da Juvenilia, un’associazione di giovani che immagino preghino, ma sono sicuro che lavorano, leggono, studiano (“Ora, labora et lege”).

Il loro Meeting, ormai da sette anni, dissemina eventi culturali lungo i tre mesi estivi: io desidero dare tutto, anche con sacrificio, quando m’imbatto in esperienze come la loro. Apro il corredo d’immagini a questo post con una foto emblematica di un aspetto che rischia di sfuggire ai tanti turisti che salgono a Trevi nel Lazio, magari per immergersi poi nella natura del Parco dei monti Simbruini: le vie del Borgo

Trevi, il Borgo

sono costellate di riproduzioni su mattonella con scorci paesaggistici e brevi frasi che educano a guardare il reale come segno e “anà-logia” di Altro, di Oltre. Ecco: un settantenne e una nidiata di ventenni che educano ad uno sguardo pieno di senso religioso.

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Autore: Roberto Filippetti

Ha insegnato Lettere nelle scuole superiori e Iconologia e iconografia cristiana presso l’Università europea di Roma. Da anni percorre l’Italia per introdurre bambini, giovani e adulti all’incontro con la grande arte, letteraria e pittorica, e risvegliare il desiderio della Bellezza. Da tale opera divulgativa sono nati i suoi libri, editi da Itaca, attraverso i quali ha raccontato la grande pittura: L’Avvenimento secondo Giotto, Il Vangelo secondo GiottoCaravaggio. L’urlo e la luceVan Gogh. Si dedica anche alla poesia e alla narrativa: Il per-corso e i per-corsi. Schede di revisione di letteratura italiana ed europeaLeopardi e Manzoni. Il viaggio verso l’infinitoEducare con le fiabe. Andersen, Collodi, Saint-Exupéry, LewisL’io spezzato e la domanda di assoluto. Percorso di letteratura italiana ed europea (2012). A dicembre del 2022 è uscito il suo ultimo libro: Il desiderio e l’allodola. Etimologiel’attrattiva delle parole. Per conoscere le sue opere ed essere aggiornati sulle sue conferenze www.filippetti.eu

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