“Cercare Dio e lasciarsi trovare da Lui”

Acclamazione al Vangelo

Apri, Signore, il nostro cuore
e accoglieremo le parole del Figlio tuo.
(Cf. At 16,14b)

Commento artistico-spirituale al Vangelo della XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A – 23 Settembre 2023

Di don Tarcisio Tironi, Direttore M.A.C.S. (Museo di Arte e Cultura Sacra) di Romano di Lombardia-Bg

«Cercate il Signore, mentre si fa trovare, invocatelo, mentre è vicino. L’empio abbandoni la sua via e l’uomo iniquo i suoi pensieri; ritorni al Signore che avrà misericordia di lui e al nostro Dio che largamente perdona. Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie. Oracolo del Signore. Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri» (Isaia 55,6-9).

Il profeta e la sua comunità invitano gli esiliati a riconoscere che Dio è vicino e «largamente perdona» persino l’iniquo. Dio si lascia trovare da coloro che lo cercano con sincerità e si lasciano mettere in discussione, come i Magi che, desiderosi di conoscere, si mettono in cammino nella notte, l’unico modo per seguire la stella anche quando il cammino non è chiaro. Il Signore si fa trovare proprio là non ci aspetteremmo: «Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie». Proviamo a ripartire dai desideri che Dio mette in ogni persona, ad accogliere che Egli si rivela dove vuole e invita a lasciarci sorprendere e ad aprirsi alla novità, smettendo di cercarlo nelle modalità e nei posti da noi scelti. Dalla voce di Isaia arriva più d’un invito a mettersi alla ricerca di Dio che si rivela anche nella storia, tenendo vivo l’atteggiamento di porsi domande, di fare spazio alla bellezza, di guardare oltre le cose e di interessarsi con coraggio a quelle essenziali e ultime.

La riflessione continua con il dipinto allegorico «Falso specchio», realizzato da René Magritte a Le Perreux-sur-Marne, in Francia nel 1928, durante il periodo surrealista e ora facente parte della collezione permanente del MOMA di New York. Affascinato come altri artisti dall’occhio, il pittore belga che ci ha lasciato tre versioni dello stesso soggetto, raffigura la pupilla con il grande punto nero come senza vita, al centro del cielo azzurro completamente piatto con alcune nuvole come a provocare chi guarda l’opera: l’occhio apre realmente sul cielo o è una visione del grande desiderio? Con il «Falso specchio» Magritte riflette sulla Prima Guerra Mondiale servendosi di un ritratto senza vita e sollecita a guardare il mondo in modo differente proprio perché, essendo il riflesso delle scelte caratteristiche di ogni persona, è percepito diversamente.

Il pianista e compositore Giovanni Allevi che con le sue opere è tra l’altro riuscito ad avvicinare la musica classica a un pubblico sempre più ampio, testimonia il valore del cercare sempre e di nuovo quando scrive: «Il futuro non è nella spiegazione, ma è nell’incanto del non sapere. Davanti all’universo, alla musica, all’esistenza, semplicemente mi arrendo».

don Tarcisio Tironi

direttore M.A.C.S.

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Autore: Libertà e Persona

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