“FAKE NEWS” – Non solo sulla rete ma anche tra i colti. Lasciamoci guidare dal prof. F. Agnoli

Mappa mundi, Raffigurazione della terra piatta

«Fake News», è il titolo di 12 trasmissioni condotte da Francesco Agnoli e già pubblicate un anno fa da Libertà e Persona tutte insieme. In esse vengono smascherati i più grossi e clamorosi falsi della storia, e non solo contemporanea. Ora le riproponiamo una per volta per ascoltare con calma e riflettere

Le puntate furono diffuse da Voce24news, la web television del Trentino, a partire dal 10 agosto 2021 alle

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La diplomazia vaticana e Pio XII durante la II guerra, negli archivi vaticani

E’ morto  ormai da alcuni anni lo storico padre Pierre Blet, autore di svariati studi, tra cui, in particolare, “Pio XII e la seconda guerra mondiale, negli archivi vaticani” (San Paolo), ricostruzione minuziosa, giorno per giorno, dell’azione della diplomazia vaticana.

Essendo questo libro una raccolta immensa di dati e informazioni che rendono conto della complessità delle vicende di quell’epoca, mi limiterò a trarne alcuni spunti. Anzitutto Blet descrive le condizioni di un papa schiacciato tra nazismo e comunismo, tirato per la tonaca a destra e a sinistra, da tutti i contendenti. Pio XII come papa si trovò a dover condannare nazismo e comunismo, come ideologie, senza però che la condanna investisse il popolo tedesco e quello russo in quanto tali; senza che le sue dichiarazioni apparissero dettate da disegni politici; senza che esse potessero venir sfruttate dalla propaganda dei singoli paesi a scopi poco nobili; senza che divenissero un boomerang per coloro che erano già perseguitati…

La terribile difficoltà di dover agire, vaso di coccio tra vasi di ferro, è esemplificabile analizzando la situazione della Polonia. Questo paese, a maggioranza cattolica, venne invaso dai tedeschi e dai comunisti, portando all’internamento nei campi di concentramento di 3642 sacerdoti, 389 chierici, 341 fratelli conversi, e 1117 suore: se i religiosi fossero un ghenos, un’etnia, si potrebbe tranquillamente parlare di genocidio, di pulizia etnica! Come si comportò la Santa Sede di fronte a tutto ciò? Esattamente come faceva con lo sterminio degli ebrei. Leggi tutto “La diplomazia vaticana e Pio XII durante la II guerra, negli archivi vaticani”

Come il comunismo produsse milioni di orfani

La cultura e le leggi bolsceviche che avrebbero dovuto portare alla “liberazione della donna”, magari contro la “sessuofobia cristiana”, causarono la disgregazione della società, il boom degli infanticidi e degli aborti.

Tanto che i paesi comunisti, dal Vietnam alla Cina, da Cuba alla Federazione russa, mantengono ancor oggi il triste primato degli aborti nel mondo. Ma non è tutto: anche i bambini già nati furono vittime, in massa, dell’ideologia. Riguardo alla famiglia, infatti, all’inizio della rivoluzione comunista si sostenne che la lotta tenace al matrimonio religioso, il lavoro obbligatorio per le donne e l’intervento dello Stato per sollevare i genitori dal “fardello dell’educazione dei figli”, avrebbero portato ad una società armoniosa e felice.

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Alexandra Kollontai, in due discorsi del 1921, aveva infatti dichiarato: “Nella Società Comunista la donna non dovrà passare le sue scarse ore di riposo in cucina, perché esisteranno ristoranti pubblici e cucine centrali in cui si darà da mangiare a tutti…”; neppure sarà più necessario che le donne facciano le pulizie in casa, visto che ci penseranno persone stipendiate ad hoc dallo Stato. Leggi tutto “Come il comunismo produsse milioni di orfani”

Resistenza o guerra civile? Liberazione: il 25 o il 18 aprile?

Con l’entrata in guerra e le prime sconfitte il fascismo aveva cominciato a perdere il consenso popolare accumulato in tanti anni: il popolo, che aveva accettato, bene o male, l’odioso obbligo della tessera, l’intruppamento della gioventù, la retorica del partito ecc., non sopportò la morte dei propri giovani, mandati a combattere con grande superficialità, senza mezzi e senza preparazione, in Grecia o in Russia, per folli manie di grandezza o per servilismo nei confronti di Hitler.

Gli stessi bombardamenti anglo-americani sulla città italiane sollevarono l’ira popolare verso Mussolini: Leggi tutto “Resistenza o guerra civile? Liberazione: il 25 o il 18 aprile?”

Un giornalista contro Hitler

Fritz_gerlichLe vicende della “notte dei lunghi coltelli” sono, nelle loro linee essenziali, piuttosto note. Eppure il bellissimo libro di Ovidio Dallera e Ilsemarie Brandmair, Un giornalista contro Hitler, appena edito da Mursia, offre alcuni interessanti approfondimenti. Siamo nel 1934 e le Sa guidate da Ernst Rohm, un uomo violento, dissoluto, celebre per i festini omosessuali con altri capi della sua milizia, ha contribuito a portare Hitler al potere, terrorizzando qualsiasi oppositore prima del 1933. Ma quando Hitler diviene cancelliere, e poi dittatore, qualcosa si incrina, tra i due vecchi e inossidabili camerati. Leggi tutto “Un giornalista contro Hitler”

Il clima umano che preparò la Grande Guerra del 1914

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E’  un dato di fatto che i popoli europei, inglesi e tedeschi in primis, accolgono con entusiasmo la notizia della I guerra mondiale, e lo manifestano nelle piazze, nelle strade e nelle stazioni che rimbombano di inni patriottici e canti di marcia. Accade, dice qualcuno, come nelle feste, dove ogni status sociale, ruolo, mestiere, viene dimenticato in un’atmosfera di amicizia e di euforia collettiva. Si diffonde un’ideale comunitario, Leggi tutto “Il clima umano che preparò la Grande Guerra del 1914”

Alfred Rosenberg: ideologo del terzo Reich. Ebraismo e cristianesimo: lo stesso

Intervistati sul nazismo, anni dopo la guerra, molti tedeschi ebbero a dire: «Se avessimo letto il libro di Hitler, Mein Kampf…». Effettivamente quel testo delirante, pieno di assurdità e di manie, non era così conosciuto quando Adolf Hitler andò al potere.

Molta della sua fortuna editoriale fu successiva. Leggi tutto “Alfred Rosenberg: ideologo del terzo Reich. Ebraismo e cristianesimo: lo stesso”

La formazione culturale di Hitler

Il pensiero di Hitler è stato consegnato solo in parte, cioè nella prima fase della sua attività politica, al Mein Kampf. In questo testo confuso e logorroico, i pensieri del futuro dittatore si accavallano l’uno sull’altro, risultando spesso indigeribili.

Però, per quanto riguarda il tema che a noi interessa, “il secolo senza croce”, già in parte delineati. Hitler, infatti, afferma più volte due concetti: che la Chiesa cattolica è “in conflitto con le scienze esatte e con l’indagine scientifica”, e che il cristianesimo si è imposto grazie ad una “fanatica intolleranza”. Intolleranza che è propria degli ebrei in generale. “Oggi il singolo deve constatare con dolore, scrive Hitler, che nel mondo antico, assai più libero del moderno, comparve col cristianesimo il primo terrore spirituale”.

Questi pensieri, espressi nel 1923, ci portano ad approfondire maggiormente la formazione culturale del futuro dittatore e i suoi pensatori di riferimento. Leggi tutto “La formazione culturale di Hitler”

“Il Paese più straziato”

Proponiamo qui sotto il trailer relativo alla presentazione del nuovo libro di Roberto Marchesini, “Il Paese più straziato”, che si terrà sabato 5 novembre 2011 a partire dalle ore 21 presso la sala Bergognone di Nerviano (MI), con l’intervento dello stesso Autore.

Vi saranno anche letture a cura di Annamaria Gorla e musica dal vivo a cura di Luca Lazzaroni.

Novecento, il secolo senza croce

L’ultima fatica di Francesco Agnoli è un agile ma densissimo saggio intitolato “Novecento. Il secolo senza croce” (Sugarco Edizioni, Milano 2011, pp. 158). Come precisa lo stesso Autore fin dall’introduzione, la prospettiva con cui il libro guarda al secolo da poco concluso appare decisamente inedita e controcorrente.

 Scrive infatti Agnoli: “Qualcuno ha definito il Novecento il «secolo breve», forse con la speranza segreta di archiviarne al più presto il doloroso ricordo. Ma c’è una definizione più appropriata per comprendere a fondo cosa è accaduto, da dove provenga davvero una esplosione di male che non ha precedenti, che ha annichilito interi popoli. Potremmo dire allora che il Novecento è stato il «secolo senza croce»: l’epoca in cui si è deciso di creare il «regno dell’uomo», di eliminare definitivamente Dio dalla storia del mondo, dai governi dei potenti, dalla vita degli individui” (ibidem, pp. 7-8).

Ma l’uomo non è in grado di vivere senza un perché: ogni essere umano ha insito in sé un anelito verso l’infinito, l’oltre. E se questo “oltre” non viene riconosciuto nella figura di Dio assumerà altre forme, più o meno ragionevoli o dannose. Proprio a questo proposito, già all’inizio del 1918, Vasilij Rozanov affermava: “Senza dubbio la ragione profonda di quanto sta accadendo risiede nel fatto che nell’umanità europea (tutta intera, quindi anche russa) si sono aperti dei vuoti abissali lasciati dal cristianesimo del tempo passato; in questo vuoto tutto sprofonda: troni, classi, ceti, lavoro, ricchezza. Tutti sono travolti. Tutto e tutti periranno. Ma tutto questo sprofonda nel vuoto di un’anima che è stata privata del contenuto antico”.

Agnoli, nel suo saggio, esemplifica chiaramente come il vuoto lasciato dalla perdita della religione abbia, all’inizio del Novecento, aperto le porte al secolo più violento e sanguinario della storia dell’umanità, caratterizzato dall’affermazione di diverse forme di totalitarismi: quello fascista, quello comunista e quello nazional-socialista. Cercare di porre queste derive assolutiste secondo una scala di danno è impossibile, visti i tanti fattori che sarebbe doveroso tenere in debita considerazione.

 Quel che è certo e insindacabile, comunque, sono i dieci milioni di morti della Grande Guerra, i milioni di cristiani, ebrei, slavi ecc. uccisi nei Lager nazisti, i cento milioni di morti del comunismo – questo secondo le stime più prudenti, anche se a leggere un qualsiasi manuale di storia in uso nelle scuole italiane questa cifra viene costantemente censurata –, i milioni di feriti, vedove, orfani provocati dalle due guerre mondiali, l’altissimo tasso di suicidi ancora oggi presente negli ex paesi dell’ateismo comunista… Per non dimenticare, evidenzia con particolare lucidità il professor Agnoli, il costante attacco mosso dalle ideologie atee novecentesche alla religione, alla famiglia, alla vita (aborto, eutanasia, controllo programmatico delle nascite etc.), alla dignità umana, alla morale, alla libertà di pensare in modo diverso dal regime…

Le moderne idolatrie, scriveva all’inizio del Novecento don Luigi Sturzo, si chiamano Stato, Nazione, Razza, Partito, e chiedono molte più vittime delle idolatrie del passato” (ibidem, p. 89). E Mussolini, Stalin, Hitler, Mao, Castro, Saddam, etc. sono solo alcuni dei Cesari degli ultimi cent’anni che hanno innalzato la propria figura fino a divinizzarla, persuasi dall’idea che all’uomo nulla sia proibito.

Principio della superbia umana è allontanarsi dal Signore, tenere il proprio cuore lontano da chi l’ha creato. Principio della superbia è infatti il peccato; chi vi si abbandona diffonde attorno a sé l’abominio. Per questo il Signore rende incredibili i suoi castighi e lo flagella sino a finirlo” (Siracide 10, 12-13).

Tutto era già scritto, verrebbe quasi da dire. E non si pensi che le nefandezze novecentesche siano eventi oramai superati, afferma Agnoli; in molte realtà tutt’oggi comuniste (Cina, Cuba…) la libertà di praticare la fede, di creare una famiglia, di scegliere un lavoro sono ancora lontanissime utopie. Quando l’uomo è arbitro sull’uomo, a vincere è sempre il più forte, non c’è scampo. E qui, ancora una volta, non possono non venire in mente i due ben noti precetti evangelici “Ogni autorità viene da Dio” e “Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”, che concorrono a costituire – sostiene l’Autore – il fondamento della dottrina politica cattolica.

In conclusione, l’impressione che si ha una volta terminato il lavoro di Agnoli, è che si tratti di un libro molto coraggioso, che svela senza censure di sorta – come fanno purtroppo pochi altri testi sul tema, nonostante l’innumerevole inchiostro che si è sprecato per descrivere il Novecento – la realtà dei fatti: un susseguirsi di eventi drammatici, crudi, terribili, di cui però si è spesso voluta ignorare l’origine più profonda: la pretesa ateistica ed anticristica. Non mancano però nel libro, le pagine intrise di speranza, di coraggio, di eroismo, valori incarnati dalle figure di uomini grandi, di eroi, di santi (da Solgenitsyn ad Armando Valladares, da Fritz Gerlich ad Oscar Elias Biscet ecc.), che, in mezzo alla disumanità dei loro tempi ,hanno saputo reagire con vigore, dedizione e carità, dimostrando che è sempre possibile, in ogni epoca e sotto ogni mostruosa dittatura, vivere una vita grande e pienamente umana.