“Ecco, la vergine concepirà”

Girolamo Tessari, detto Girolamo del Santo, Achaz, 1526, Ciclo dei Re e Progenitori
di Cristo, Padova, San Francesco, Cappella S. Maria della Carità

Colletta

O Padre, tu hai voluto che il tuo Verbo
si facesse carne nel grembo della Vergine Maria:
concedi a noi, che professiamo la fede nel nostro redentore,
vero Dio e vero uomo,
di essere partecipi della sua natura divina.

Commento artistico-spirituale alla Prima Lettura della Solennità della Annunciazione del Signore posticipata dal 25 Marzo (Settimana Santa) a Lunedì 8 Aprile

Di don Tarcisio Tironi, Direttore M.A.C.S. (Museo di Arte e Cultura Sacra) di Romano di Lombardia-Bg



«In quei giorni, il Signore parlò ad Acaz: “Chiedi per te un segno dal Signore, tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure dall’alto”. Ma Acaz rispose: “Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore”. Allora Isaìa disse: “Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta stancare gli uomini, perché ora vogliate stancare anche il mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele, perché Dio è con noi”» (Isaia 7,10-14; 8,10).

Dal secondo libro dei Re, sappiamo alcune notizie su Acaz, «figlio di Iotam, divenne re di Giuda all’età di vent’anni, quando Pekach, figlio di Romelia, in Israele, era al suo ventisettesimo anno di regno. Acaz regnò sedici anni a Gerusalemme.

A differenza del suo antenato Davide egli andò contro la volontà del Signore. Si comportò come i re del regno d’Israele» (16,1-3). Il re, preso come tutto il popolo dallo sconforto, non avendo risposte da Dio che non fa niente per migliorare la situazione, cerca alleanza con il grande impero assiro. Ma il profeta crede e sfida il re a confidare completamente nel Dio d’Israele e a tenere conto del disegno saggio con cui Egli governa i secoli, fedele alla sua alleanza e alla sua promessa.
L’evangelista Matteo cita questo testo di Isaia, in riferimento alla nascita di Gesù da Maria, vergine e madre: «Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi» (1,22-23).

L’affresco «Achaz», che fa parte del ciclo dei Re e dei progenitori di Cristo, voluto dalla Scuola della Carità, è stato dipinto da Girolamo Tessari, (detto Girolamo del Santo, perché abitante presso la Basilica di S. Antonio), nel 1526, nella Cappella di Santa Maria, Madonna Immacolata, all’interno della Chiesa di San Francesco a Padova.

Achaz, fa parte degli ascendenti di Gesù, nell’ordine indicato dall’evangelista Matteo (1,6-16). La rappresentazione, piuttosto rara nell’arte, del figlio e successore di Joatam, evidenzia lo sguardo altero di colui che, nella seconda metà dell’ottavo secolo a.C., è stato re di Giuda, raffigurato con le insegne che lo contraddistinguono: il bastone del monarca, probabilmente il più antico simbolo di potere, e la corona regale.
Accogliamo la provocazione tratta dalla poesia «Se i profeti irrompessero» di Nelly Sachs, insignita nel 1966 del Premio Nobel per la letteratura.

«Se i profeti irrompessero

per le porte della notte

incidendo ferite di parole

nei campi della consuetudine […] Se i profeti irrompessero

per le porte della notte

e cercassero un orecchio come patria.

Orecchio degli uomini

ostruito d’ortica

sapresti tu ascoltare?».


don Tarcisio Tironi
direttore M.A.C.S.

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Autore: Libertà e Persona

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