QUALI SONO LE ORIGINI DEL MONDO E DELL’UOMO? La scienza è davvero in grado di fornire tutte le risposte? (Seconda parte)

L’esaltazione della libertà dell’uomo ne La creazione di Adamo della Cappella Sistina
 Fonte pixabay.com
 

Nel primo articolo, QUALI SONO LE ORIGINI DEL MONDO E DELL’UOMO? La scienza è davvero in grado di fornire tutte le risposte? (Prima parte) del 29 Febbraio 2024, abbiamo illustrato alcuni criteri di riferimento dei quali il docente di Irc deve tenere conto accostando importanti temi, sul piano tanto esistenziale quanto gnoseologico, 

per  giovani che, durante gli studi filosofici, storici e scientifici, si trovano all’inizio di un confronto tra discipline spesso viste in contraddizione tra loro, quali la religione e le scienze, in derivazione della presunta contraddizione tra le ragioni della fede e della ricerca scientifica1.

Il docente potrebbe proporre un percorso, della durata di almeno due lezioni, rivolto a una classe quarta del liceo delle Scienze Umane, poiché gli allievi di questo indirizzo studiano sia antropologia, sia filosofia, materie che forniscono i prerequisiti necessari per comprendere meglio la figura di Michelangelo uomo e artista; inoltre, la programmazione di Storia dell’Arte in quarta prevede lo studio del Rinascimento e ciò permette la progettazione di una lezione di compresenza IRC-Arte. In questa occasione, grazie al computer e al proiettore, verrebbe proposta la visione di un tour multimediale della Cappella Sistina e il docente di Arte presenterà e spiegherà gli affreschi da un punto di vista tecnico e artistico.

Per illustrare meglio il valore degli affreschi di Michelangelo, si potrebbe distribuire ai ragazzi un breve testo scritto dall’allora cardinale Ratzinger2.

Michelangelo, le immagini del mondo e la visione di Dio

Nelle immagini del mondo, Michelangelo ha scorto la visione di Dio; egli ha, per così dire, visto con lo sguardo creatore di Dio.

Il Creatore appare con le “sembianze di un essere umano”: l’immagine e la somiglianza dell’uomo con Dio viene rovesciata in modo da dedurne l’umanità di Dio, la quale rende possibile rappresentare il Creatore. Egli – l’origine – non è semplicemente “l’Onnipotente Vecchio”. È invece “Comunione di persone, un reciproco donarsi”3.

Si sceglie di analizzare La creazione di Adamo perché questo affresco, attraverso la forza delle immagini, stimola importanti riflessioni come soltanto i veri capolavori sanno fare. La scelta dell’opera non è dunque casuale, sia per l’atteggiamento fortemente ermetico, tipico dell’autore, sia per i potenziali sviluppi didattici utili ad affrontare, nella lettura del testo-arte ricco di significati, la centralità dell’uomo, persona nella libertà.

In questo caso, Michelangelo ha rivisitato figurativamente la creazione dell’uomo in modo del tutto nuovo, non plasmato da Dio dalla terra, come avrebbe fatto un vasaio, perché questo riguarderebbe la materia, che i neoplatonici, invece, escludevano dalle loro speculazioni, in quanto essi avevano una concezione negativa sia della materia, sia del corpo. A questo proposito è opportuno citare l’ottimo volume di Mons. Timothy Verdon.4[4] Qui l’Autore, specialista in arte e Direttore sia dell’Ufficio Diocesano dell’Arte Sacra e dei Beni Culturali Ecclesiastici, sia del Museo dell’Opera di Santa Maria del Fiore in Firenze, analizza il genio di Michelangelo ripercorrendo le ascendenze platoniche maturate alla scuola peripatetica della famiglia dei Medici, allorché ivi prestò la sua opera di artista.

Analisi dell’opera

Fonte meisterdrucke.it

Nell’affresco, Adamo, sdraiato su un lembo di terra, è già perfettamente costituito dal punto di vista fisico, ma è accasciato, in un atteggiamento passivo; l’unica azione è compiuta dal braccio, tutto proteso verso Dio, nella speranza di essere aiutato a sollevarsi dal peso dell’esistenza terrena da cui, da solo, non sembra in grado di elevarsi. Si può pensare che la creazione avvenuta con queste modalità rispecchi la concezione neoplatonica: i due indici si stanno per sfiorare, ma non avviene un contatto, perché altrimenti la scintilla della vita avverrebbe con un atto materiale e non spirituale.

Fonte Arteword

Nella Bibbia, l’uomo non è visto tanto nel suo aspetto fisico, quanto nel rapporto con Dio ed è proprio questa relazione a costituirlo nella sua essenza. Si guidano, così, gli studenti nella comprensione del fatto che, svelando Dio, la Sacra Scrittura svela l’uomo all’uomo.

L’immagine di Dio Padre, anziano, dando l’idea dell’eternità, e canuto, è un preciso rimando al simbolismo biblico, in particolare al celebre passo del libro apocalittico di Daniele:

‹‹Io continuavo a guardare, quand’ecco furono collocati troni e un vegliardo si assise. La sua veste era candida come la neve e i capelli del suo capo erano candidi come la lana›› (Dn 7,9)

Ripreso in seguito da Giovanni nell’Apocalisse:

‹‹I capelli del suo capo erano candidi, simili a lana candida come neve›› (Ap 1,14).

Michelangelo, rappresentando la tensione del braccio di Dio verso l’uomo, ha voluto esprimere la ricerca di un contatto e si è concentrato sulla relazione fra Adamo e il Creatore, che, invece, nella Genesi non viene descritta nel momento della creazione5.

Il Creatore e la creatura, centro della scena

Il centro narrativo della scena è il contatto ravvicinato delle dita di Dio e di Adamo che si cercano, fermandosi, però, un attimo prima di incontrarsi. Dita che simboleggiano due mondi, spirituale e materiale: il primo – la forza creatrice – assicura al secondo alleanza, energia e sostegno.

Il mancato incontro può essere interpretato in diversi modi: sia per rendere visibile la potenza creatrice di Dio che opera con la sola parola; sia come l’irraggiungibilità della perfezione divina da parte dell’uomo; sia come l’atteggiamento di Dio che aspetta la decisione di Adamo di toccare il suo dito.

È utile invitare gli studenti a riflettere sui concetti di persona e individuo, che oggi, nel sentire comune, sono utilizzati come equivalenti e interscambiabili, perdendo di vista l’aspetto della relazione. L’individuo è chiuso in sé stesso, isolato e indipendente dagli altri, dotato di libertà assoluta, che si associa con gli altri solo per necessità. La persona6, invece, non trova compimento solo in sé stessa, entrando in relazione con gli altri, sia nella dimensione orizzontale (con le altre persone), sia in quella verticale (rapporto con Dio).

La persona, dunque, è caratterizzata dalla capacità di conoscersi in profondità, a partire dai legami che instaura. Nella persona si sviluppano i valori spirituali, la libertà che progetta e stabilisce la relazione.

Alcuni studenti sono particolarmente interessati all’argomento e desiderano approfondirlo, soprattutto perché hanno colto possibili collegamenti con il programma di Scienze Umane.

Finalità della prospettiva didattica

Il percorso serve a:

– far riflettere sulla visione antropocentrica, che vede l’uomo dominatore assoluto della Terra e della natura;

– far prendere coscienza che il Dio cristiano non è pura energia, sinonimo di materia, come ritengono alcune  moderne correnti di pensiero o di certa teologia ambientalista come quella di Leonardo Boff,  ma Persona; per sua natura diversa dalla materia e dal sensibile, che entra in relazione con l’uomo e che a lui si manifesta con l’incarnazione;

– sviluppare, attraverso la discussione guidata, l’aspetto fondamentale della libertà dell’uomo che, a differenza delle altre creature, è il solo in grado di progettare la propria vita perché egli è creato libero, a immagine di Dio e chiamato, secondo la fede cristiana, a realizzarne in sé la somiglianza.

Conclusioni

Attraverso la riflessione pittorica, ispirata dalle scritture, non sembra che la visione scientifica possa dirsi sufficiente anche perché essa nemmeno esaurisce tutte le potenzialità conoscitive dell’uomo, le quali sono razionali, spirituali ed anche simboliche. Il simbolo è proprio ciò che unisce ciò che sembrerebbe incomparabile, l’umano e il divino, all’uomo partecipato per grazia.

L’uomo, per sua natura, si interroga e si pone domande esistenziali, come ad esempio perché esiste qualcosa invece del nulla, oppure qual è l’origine dell’anima, o ancora perché esiste la morte. La scienza non può fornire risposte esaustive a queste domande.


  1. BENEDETTO XVI, Fede, ragione e università. Ricordi e riflessioni. Discorso del Santo Padre Benedetto XVI presso l’Aula Magna dell’Università di Regensburg dato Martedì, 12 settembre, 2006, durante il Viaggio Apostolico a  München, Altötting e Regensburg (9-14 SETTEMBRE 2006), noto come Discorso di Ratisbona. (Fonte Vatican.va, Benedetto XVI- Discorsi-2006-Settembre). ↩︎
  2. RATZINGER, Joseph, Presentazione del “trittico romano”. Nuovo libro di poesie di Giovanni Paolo II, 6 marzo 2003. ↩︎
  3. RATZINGER, Joseph, op. cit. ↩︎
  4. VERDON, Timothy, Michelangelo teologo, Ancora, 2005. ↩︎
  5. Cfr. Gen 1,26-27; Gen 2,7. ↩︎
  6. Cfr. COLZANI, Gianni, Antropologia teologica. L’uomo: paradosso e mistero, Edizioni Dehoniane Bologna 1997, 9-10.  ↩︎
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