La politica come arte della passione umana
Andrea Gianni, (1944), giurista, è stato ricercatore universitario, segretario di redazione della rivista Communio, direttore di collana per Jaca Book, fondatore e presidente dell’Associazione Sant’Anselmo con la quale ha curato per anni lo stand della Conferenza Episcopale Italiana al Salone del libro di Torino, oltre a eventi librari, culturali e artistici in diverse città italiane. Giornalista pubblicista, già collaboratore di Avvenire, ha scritto su L’Osservatore
Romano; è autore di un libro sull’insegnamento della religione nella scuola e di uno su Stato e Chiesa in Croazia. Appassionato del pensiero di Don Luigi Giussani, del quale ha fatto una regola di pensiero e di vita, riflette il pensiero del grande sacerdote, geniale innovatore nel comunicare a che cosa serve Cristo.
Don Giussani parlava molto spesso di politica, persino durante gli esercizi spirituali, ma non perché mirasse ad una società fondata su Dio e Cesare, come alcuni ancor oggi sostengono, ma perché Cristo serve a tutti e a tutto. Perché Cristo unifica la vita e la porta alla perfezione della sue ispirazioni poste da Dal Creatore nel cuore dell’uomo. Perciò, egli identificava l’avvenimento cristiano in un moto di amore, anzi di passione per la persona così come è, cristiana o no, con i sentimenti che ha di sé stessa e con le sue «esigenze ultime» (Papa Francesco).
Senso religioso e umana avventura
Il manifesto del suo originale pensiero, il senso religioso, recide alla radice l’opposizione tra l’avventura umana – quale è la cristiana, scriveva anche Ignazio Silone – e la politica. Un dualismo controproducente anche per i cristiani che volessero sostenerlo, divenendo fautori di un separatismo e di una laicità che, dicendo di volere tenere distinti ciò che è di Dio da ciò che è di Cesare, finisce solo per relegare il significato di tutto nella deriva di una modernità senza radici.
Il libro di Andrea Gianni propone l’opzione di Giussani secondo cui la politica ha a che fare con l’io. L’io non può essere sé stesso se non riesce a contribuire al bene dell’altro.
Il desiderio del compimento di sé deve stare altrettanto a cuore del desiderio di risolvere il bisogno materiale, facendo una politica buona.
Il paradossale realismo di Don Giussani sfida direttamente la falsificazione conflittuale della politica, con la legge fissata da Hans Urs von Baltasar, che detta: «solo l’amore è credibile».