Il “senso” mancante nel Piano d’Azione UE sulla salute mentale

Senza ombra di dubbio, la salute mentale contribuisce al ben-essere delle persone. Oggi giorno, non è possibile pensare alla salute mentale solo come “pazzia”, “follia” o “dar di matto”. Verosimilmente, fanno parte della salute mentale tutte quelle silenti forme di disagio psichico ed esistenziale, che, apparentemente innocue, comprometto la salute fisica e mentale, con incidenza nella vita sociale e avorativa della persona. Diversi studi, ad esempio,

l confermano e mettono in relazione l’assenteismo lavorativo e il disagio mentale.

Empowerment ed inclusione

Opera derivata da Andrey Mironov (CC BY-SA 4.0)

Fonte Punto Famiglia

È risaputo che l’assenteismo ha un costo nella produzione e nella performance e, proprio per questo, la salute mentale non può essere appannaggio solo di professionisti ma anche di politici e imprenditori attenti all’empowerment di ognuno. Inteso, quest’ultimo, come specifico atto di crescita, dell’individuo e del gruppo, basato sull’autostima, sull’autoefficacia e sull’autodeterminazione per far emergere risorse latenti e portare l’individuo ad appropriarsi consapevolmente del suo potenziale.

Il debole, il fragile, il disagiato non produce, è fuori mercato, ma soprattutto non è un vincente e in una società narcisa, come quella del terzo millennio, egli è un perdente. E la società che non affonda radici in una antropologia umanista, del perdente non sa che farsene. Siamo tutti uguali, tutti fratelli (Mt 23,1-12) e come tale ognuno ha il diritto al ben-essere e alla salute. Nessuno deve restare fuori dal sistema.

Ad emblema dell’inclusione, posso citare il comportamento di Gesù: si avvicina alla vedova, non condanna la prostituta, parla con la samaritana. Esempi di inclusione sociale a cui l’uomo tecnologico del terzo millennio, narciso sui social, non sa che farsene, ed ecco che gira la faccia sempre dall’altro lato rispetto al prossimo bisognoso. Per fortuna, nell’uomo non regna solo il male, ma anche il bene e, attraverso le multi professionalità di specialisti e politici, si creano sistemi di servizi dedicati, che mirano alla tutela dei diritti della salute di ognuno e del collettivo, garantendo cure personalizzate con l’obiettivo di sviluppare l’empowerment.

Disagio e vicinanza

Anonimo, monastero di Visoki Decani (XIV sec.) Kosovo, Chiesa ortodossa serba

Tuttavia, quando il disagio assume i contorni della malattia mentale, il reinserimento sociale è compromesso e per farvi fronte nascono progetti innovativi dove le persone possono essere supportate e accompagnate da operatori e personale adeguato. Queste progettualità rientrano in un programma chiamato Piano Terapeutico Individuale o sociale che sia. Forse, si deve essere grati all’approvazione della “Legge Basaglia” (L. 180) del 1978 che sancì la fine di una lunga epoca di esclusione ed emarginazione, di vessazioni, all’interno dei manicomi.

Con la legge 180, l’individuo e il suo disagio potevano essere considerati umani. Si faceva ritorno nelle proprie famiglie, si rientrava a far parte della collettività, della comunità. Lo scopo era abbattere il più possibile lo stigma del malato mentale a fronte di inclusione sociale. Scopo che, millenni prima, Gesù ha dimostrato di saper attuare avvicinandosi agli ultimi e guarendo gli infermi.

Fattori del ben-essere

Sfruttamento minorile durante la Rivoluzione industriale
Fonte La scuola fa notizia

Il ben-essere è influenzato da aspetti di non poco conto, come i fattori socio-economici e relazionali che possono avere un impatto dannoso. Si pensi alle condizioni lavorative, alla disoccupazione, al potere della tecnologia, all’intelligenza artificiale, ai social che condizionano le menti in formazione. È un dato di fatto che la salute non dipende solo dalle caratteristiche personologiche e genetiche ma anche da fattori socio ambientali: esposizione a continui conflitti, condizioni familiari vulnerabili, assenza di potere genitoriale, qualità di rapporti interpersonali liquidi e, spesso, sesso centrici.

È davvero sorprendente rilevare da dati e statistiche come nella società attuale la percentuale di persone affette da disturbi mentali cresca sempre di più, secondo uno studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Nel corso degli anni, è stato rilevato un incremento significativo della domanda di interventi psichiatrici e psicologici che vanno dai disturbi ansiosi a quelli depressivi, con interventi che oscillano dalla psicofarmacologia alla psicoterapia.

Promozione e prevenzione nei programmi dell’OMS

Promuovere la salute, prevenire e trattare i problemi mentale e i disagi psicologici sono obiettivi fondamentali per migliorare la qualità della vita, il benessere e la produttività delle persone.

Questi obiettivi sono stati adottati a livello europeo dal “Piano d’Azione per la salute mentale”. Esso rappresenta una nuova politica di riferimento per il ben-essere che tiene conto del lavoro multidisciplinare e della collaborazione tra le varie agenzie istituzionali, fondamentale per affrontare le sfide legate alla salute. Tale piano, come altri dell’OMS e degli organismi internazionali, non sempre rispondono a tutti i bisogni della persona, ma certo vanno accolti e sostenuti per quegli aspetti umanistici costruttivi, come ad esempio :

  • l’uguaglianza di opportunità nel raggiungimento del benessere mentale per tutti,
  • il riconoscimento e la promozione dei diritti umani delle persone con problemi di salute mentale,
  • l’accessibilità finanziaria e la disponibilità dei servizi di salute mentale,
  • il diritto delle persone a una terapia rispettosa, sicura ed efficace.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità – OMS, istituita nel 1948, ha come obiettivo il raggiungimento di un alto livello di salute. Specificando che la salute è “uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale” e non semplicemente “assenza di malattie o infermità”. Come si nota, si esclude, la dimensione spirituale dell’uomo la quale, a nostro modo di vedere, contribuisce alla salute e al ben-essere perché è l’elemento che dà senso e significatività alla vita. Una vita che non trova il suo senso è una vita malata1.

Senso della vita e lezione della storia

Viktor Emil Frankl – Fonte Mente Asombrosa

È grazie allo psichiatra viennese Viktor Frankl che la “ricerca di un senso nella vita” trova la sua espressione e significatività per la salute mentale.  Frankl ha identificato una nevrosi “noogena” caratterizzata da conflitti morali, problemi di coscienza e collisioni di valori. Personalmente, provengo da studi e conoscenza diretta dello psichiatra Viktor Frankl, ideatore della logoterapia frankliana, conosciuta come «Terza Scuola Viennese di Psicoterapia» che consiste nel curare l’uomo da una sofferenza che ha radici nel vuoto esistenziale dovuto alla mancanza di significato nella vita. Viktor Frankl ha colto perspicacemente come la vera sfida al ben-essere, è  ri-trovare un “senso” attraverso la riscoperta dei valori e delle tradizioni di una collettività.

Il vicepresidente della Commissione Europea, Margaritis Schinas, presentando a Bruxelles la comunicazione in materia di salute mentale, ha fatto riferimento al suicidio come principale causa di morte tra i giovani europei, dopo gli incidenti stradali”. La sottolineatura al suicidio ha il suo significato e la sua urgenza. Ma non rischiamo di volgere la coperta da un lato all’altro pensando che sia diversa. Interroghiamo la storia. Si pensi che nel 1927, lo psichiatra Viktor Frankl organizza a Vienna e in altre 6 città i Centri di Consulenza Giovanile, ai quali possono rivolgersi gratuitamente i giovani in difficoltà per l’alta percentuale di suicidio tra i giovani2.

Se nel millennio precedente la situazione era quella Frankliana, nel terzo millennio leggiamo dati dell’organizzazione di volontariato diffusi in occasione della Giornata internazionale per la prevenzione del suicidio: circa 800.000 morti all’anno nel mondo.

Dal 2020 a preoccupare sono le circa 6.000 richieste d’aiuto arrivate all’Associazione Telefono Amico Italia da persone attraversate dal pensiero del suicidio, o preoccupate per il possibile suicidio di un proprio caro. Insomma, i dati sono in crescita e partono da lontano e prima della pandemia.

È doveroso chiedersi se incolpare la pandemia o l’incapacità dell’uomo moderno di affrontare le sfide della vita.

Una politica perspicace

Crediamo ci sia bisogno di una politica che favorisca l’orientamento ai valori e alla riscoperta delle tradizioni; una politica che si intrecci con i cambiamenti tecnologici, ambientali e sociali in modo tale da aiutare l’uomo a non privarsi  della sua natura tendente alla ben-essere (Mt 6,24-34).

La società cambia attorno alla persona

Fonte Cesvot – Tutta l’energia del volontariato

Con l’avvento della tecnologia internet, dai social in poi, sono cambiate le relazioni e le conoscenze. Non più in piazza, ‘vis a vis’, ma da casa, ‘display a display’. Sono cambiate le tradizioni di un popolo, di un paese per far largo alla globalizzazione. Sono cambiate le capacità di gestire un conflitto, un contrasto, una lite, una incomprensione e lo abbiamo visto e vissuto nel periodo della pandemia da Covid, dove, costretti a stare a casa, si è finiti per non riconoscere più il proprio partner, il proprio figlio, la propria famiglia. Se da un lato i professionisti della salute mentale si sono accorti della crisi dell’uomo moderno, dall’altro, i sistemi politici devono adoperarsi a mettere in atto vere e proprie politiche economiche a favore dei più deboli.

La salute mentale è ed ha un costo economico. E, difatti, l’impegno preso nel 2022 dall’Unione europea circa la salute vede iniziative per 1,23 miliardi di € di finanziamenti a sostegno di Stati membri per mettere al primo posto la salute mentale ed il Piano Europeo ne è, appunto, l’esempio.

Le tre dimensioni dell’uomo

Gesù guarisce i dieci lebbrosi, Codice Aureo di Echternach Sec. XI, Norimberga, Germanisches Nationalmuseum

Va da sé constatare che le carenze poste in luce dalla pandemia da COVID-19 sono di ordine sia strutturale, (adeguati spazi, adeguate realtà ospedaliere, numero del personale sanitario ecc. …) sia di ordine esistenziale (l’uomo senza senso, senza valori, senza spiritualità, senza fede e non più abituato a fronteggiare la sofferenza, il disagio, il sacrificio).

Allora, ben vengano piani e progetti, ma ben venga anche una politica a favore di uno stile di vita dove sia possibile contemplare l’uomo a tre dimensioni: fisica, mentale e spirituale

Non solo, dunque, investimenti in figure mediche e psicologiche, ma educatori dello spirito che sappiano progettare quello che ancora deriva dall’antropologia “cattolica” intesa nel significato etimologico più autentico possibile, vale a dire:

–  Cura per i più deboli: Gesù ha dedicato molta attenzione alle persone più vulnerabili e marginalizzate della società, come i malati, i poveri e i peccatori. Questa attenzione alla cura degli ultimi può ispirare i politici a mettere al centro delle loro politiche la tutela dei più deboli e la promozione del benessere comune;

–   Promozione della solidarietà: Gesù ha denunciato le ingiustizie della sua epoca e ha cercato di promuovere una maggiore equità tra le persone. Questa attenzione al sociale può ispirare i politici a lavorare per una società più giusta e solidale;

–   Valorizzazione della diversità: Gesù ha incontrato e accolto persone di diverse origini, etnie e religioni. Questo atteggiamento di inclusione può ispirare i politici a valorizzare e rispettare la diversità culturale e religiosa presente nella società.

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  1. Riccardi, Pasquale, L’equilibrio interno perduto, come ritrovarlo. Ed D’Ettoris, Crotone 2023.
  2. Frankl, Viktor Emil, Un significato per l’esistenza. Psicoterapia e umanismo, Città Nuova Editrice, Roma 1990.
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Autore: Pasquale Riccardi

Psicologo-Psicoterapeuta Docente Asl per la Seconda Università di Napoli Federico II, Formatore psicoterapeuta per centro Logos (Ce), riconoscimento M.I.U.R. Fra le sue più recenti pubblicazioni: La dimensione amorosa tra intimità e spiritualità, D’Ettoris, Catanzaro 2021; Psicoterapia del cuore e Beatitudini , Cittadella, Assisi 2018; Parole che trasformano. Psicoterapia dal vangelo. Cittadella, Assisi 2016

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