Nell’arco delle celebrazioni annuali delle Capitali Italiane della Cultura, il 2023 vede nel Decreto “Rilancio” (Ministero della Cultura – Capitali della Cultura QUI) l’occasione di portare alla conoscenza di tutta Italia due città delle quali, ordinariamente, si sente parlare solo per motivi economici e produttivi: Bergamo e Brescia.
Lo stesso Decreto motiva la scelta di Bergamo-Brescia a Capitale Italiana della Cultura 2023 proprio per la
loro forza economica di ripresa dopo la crisi legata alle misure anti-covid che, ancora oggi, segnano il tessuto sociale, economico e culturale d’Italia.
Va riconosciuto che, nel contesto delle rispettive province, anche centri meno noti sempre diedero notevoli contributi alla crescita culturale ed economica, come della scienza o dello sport in Italia e nel mondo. Importante il contributo delle scuole e dell’insegnamento della Religione Cattolica nella mediazione culturale che sa accostare persone e culture diverse nella riscoperta di un passato che ancora genera novità.
Nella speranza di dedicare anche a loro il dovuto spazio, proponiamo un’intervista registrata rivolta ai Conti Secco Suardo di Lurano, in provincia di Bergamo, che hanno saputo promuovere nei secoli scorsi unità e ricerca, come oggi conservazione e promozione degli studi storici e dell’arte anche a livello internazionale attraverso la Fondazione Giovanni Secco Suardo.
Il Conte Giovanni, dall’inizio dell’Unità d’Italia, con incarico del Governo Sabaudo, avviò la prima scuola del restauro delle dimore storiche nel momento in cui l’Italia si rendeva conto della necessità di non lasciar deperire un patrimonio storico così grande ed inestimabile che già tutti invidiavano.
Oggi, il Castello di Lurano è sempre più meta di ricercatori e studiosi cui la competenza del Conte Lanfranco Secco Suardo, e della moglie Signora Federica Zanchi, persona di grande vivacità culturale e iniziativa, recentemente mancata all’affetto dei suoi cari, ha saputo fare conoscere l’inestimabile archivio ricco di antichissime pergamene d’epoca anche medioevale, testimonianza della vita delle popolazioni delle pianure lombarde e del Nord Italia.
Non ultimo, dal 2012, i Conti promuovono un’interessante azione di coinvolgimento dei giovani universitari per ricerche storiche e di costume. Ma non vengono tralasciati nemmeno i più piccoli che, dal
2013, sono ufficialmente invitati al Castello dai Conti che fanno loro da guida. La qualificata iniziativa, ora al decimo anno, riguarda di prassi le classi terze della Primaria di Lurano, afferente all’I.C. Cesare Consonni di Arcene (BG).
La ormai consueta Visita di Primavera, che vede l’I.C. Consonni in stabile collaborazione con il Castello e l’Associazione, è un esempio di costante promozione della conoscenza delle radici di un paese, di una
cultura, che nei secoli ha visto sempre nel Castello un riferimento per le tradizioni, ma anche per la formazione culturale e spirituale di quanti per il Castello lavoravano.
Non possiamo trascurare il fatto che, per esempio, la Cappella, prospiciente la strada, non fu concepita a servizio del Castello, ma proprio dei contadini che abitavano di fronte, nel vecchio Stal di ere, e che per le funzioni si riferivano a detta Cappella, dedicata alle Anime del Purgatorio. Infatti, questa zona di Lurano costituiva un borgo fortificato a sé stante in zona Sud, a una certa distanza dall’altra chiesa seicentesca, dedicata a San Lino Papa e martire, della zona Nord, con un minor numero di abitazioni. In tal modo, i
contadini che si levavano presto al mattino per pregare e recersi al lavoro, e rientravano tardi la sera dai campi, non erano costretti ad aggiungere ulteriore tratto di strada per recarsi alle funzioni nella Parrocchiale. Un documento della Curia di Bergamo attesta anche questa finalità e decretava che un sacerdote avesse opportuni, benché piccoli locali, ad uso proprio nel castello stesso.
Questa iniziativa non solo vuole far conoscere un patrimonio di grande importanza per il territorio e tutto il Nord Italia, ma rende più consapevoli i cittadini fin da piccoli di quanto sia importante conoscere le proprie radici, specialmente se ignorarle portasse a scelte urbane e di strategia imprenditoriale discutibili, come quando si preferì abbattere la storica corte dello Stal di Ere, privando il territorio di testimonianze di vita che per secoli videro la popolazione strettamente dipendere dal suo Castello per ogni attività lavorativa, culturale e spirituale, simboleggiata dalla piccola, ma ancora amata cappella dedicata alle anime del Purgatorio, un tempo quotidianamente frequentata dalle famiglie dello Stal per le quotidiane preghiere.
In collaborazione con Dimore Storiche Italiane (QUI) e con la Signora Francesca Moncada dei Principi di Paternò, fondatrice delle Dimore del Quartetto, il Castello promuove anche eventi formativi residenziali per giovani promesse musicali di livello internazionale al fine di sostenere l’ingresso dei nuovi talenti nel mondo delle antiche e sempre vive Muse.
Ma lasciamo la parola all’intervista che potrà far percepire la tenace e costante dedizione dei Conti di Lurano alla promozione della cultura italiana ed estera.