“La religione del Volto”

William Xerra, Mostraci il Padre, collage e tecnica mista su cartoncino, Lezionario per le celebrazioni dei Santi tra le pp. 224-225

Colletta

O Padre, che in Cristo, via, verità e vita,
riveli a noi il tuo volto,
fa’ che aderendo a lui, pietra viva,
veniamo edificati come tempio della tua gloria.

Commento artistico-spirituale al Vangelo della V DOMENICA DI PASQUA – ANNO A – 7 Maggio 2023

Di don Tarcisio Tironi, Direttore M.A.C.S. (Museo di Arte e Cultura Sacra) di Romano di Lombardia-Bg


Per natura, l’essere umano osserva, si fa domande, tenta di conoscere. Cresce in tutti la ricerca di sorgenti di senso, di fonti di speranza.
Nel brano di Vangelo secondo Giovanni (14,1-12) si legge un episodio accaduto nel Cenacolo, di sera,

poco prima dell’arresto di Gesù. L’apostolo Filippo interviene nel dialogo tra il Maestro e Tommaso con una richiesta: «Signore, mostraci il Padre, e ci basta». Gli Apostoli come noi vogliono comprendere, cercano risposte e Gesù non si tira indietro: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”?».
William Xerra riscrive da artista questo momento della conversazione e sollecita a leggere la sua opera (collage e tecnica mista su cartoncino) posta nel Lezionario per le celebrazioni dei Santi tra le pp. 224-225. Una reinvenzione che rende attuale il messaggio sia della supplica dell’apostolo sia della risposta di Gesù. Il giovane al centro della tavola – Filippo o ognuno di noi – in un ritaglio di fotografia in bianco e nero, con la mano sinistra sostiene la testa, guarda e indaga pensieroso. Tutt’attorno, sopra e sotto, a larghe pennellate si alternano, si ripetono, si sovrappongono, emergono in maiuscolo le parole centrali della domanda e della risposta. La scelta di Xerra evidenzia così che la richiesta dell’apostolo è anche la nostra, cristiani e non. Filippo non s’accontenta di chi conosce da tre anni e rende esplicito il desiderio che ogni «credente», presto o tardi, matura nel profondo: poter vedere il volto di Dio. Frequentemente, nei Salmi chi prega ha nel cuore quest’infinita aspirazione: «Il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto» (26,9).
L’artista insiste nel ripresentare al nostro sguardo: «Chi ha visto me, ha visto il Padre». In effetti, il centro della fede cristiana è l’incontro che ti cambia la vita! È tutt’altra cosa dal limitarsi ad affermare: «Dio esiste» come è del tutto diverso sapere dell’esistenza dell’amore e non amare di fatto alcuna persona.

Dio si è dato un volto umano, quello di Gesù. Perciò, se vogliamo conoscere veramente chi è Dio, facciamo esperienza del Cristo: contempliamo il suo volto e viviamo come lui di autentico amore.
Pure l’insigne poeta Giuseppe Ungaretti, ventottenne soldato di fanteria al Carso, confessa il tormento di ogni creatura umana nella lirica del 1916:

«Chiuso

fra cose mortali

(anche il cielo / stellato finirà)

Perché bramo Dio?».

Successivamente, nella poesia «Mio fiume anche tu» del 1944, mentre Roma era occupata, darà un volto al Dio ardentemente desiderato, invocandolo come:

«Cristo, pensoso palpito,

Astro incarnato nell’umane tenebre,

Fratello che t’immoli

Perennemente per riedificare

Umanamente l’uomo».


don Tarcisio Tironi
direttore M.A.C.S.

Se questo articolo ti è piaciuto, condividilo.

Autore: Libertà e Persona

La nostra redazione si avvale della collaborazione di studiosi attenti alla promozione di un pensiero libero e rispettoso della persona umana, grazie ad uno sguardo vigile sulle dinamiche del presente e disponibile al confronto. Nel tempo “Libertà e Persona” ha acquisito, articolo dopo articolo, un significativo pubblico di lettori e ha coinvolto docenti, esperti, ricercatori che a vario titolo danno il proprio contributo alla nostra rivista online. Gli articoli firmati "Libertà e Persona" sono a cura dei redattori.

17 pensieri riguardo ““La religione del Volto””

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *