LA DONNA QUESTA SCONOSCIUTA (III parte)

Importanza della donna nella Chiesa
La Madre di Dio, Sec. II, Roma, Catacombe di Priscilla

La Donna nel cuore della Chiesa

Abbiamo visto che la dignità della donna è stata rivelata dal Cattolicesimo e donata all’umanità dalla medesima religione, in primis grazie alla preziosa, anzi, fondamentale figura di Maria, la Madre di Dio.
Una dignità testimoniata dall’importante presenza delle donne già nelle prime comunità ecclesiastiche, nelle quali si sommarono martiri e sante, ora fra le popolane, ora fra le nobili, ora testimoni eroiche del Risorto, ora decisive

per la conversione dei reali alla fede cristiana. Una dignità attestata dal riconoscimento del diritto di vita delle neonate. Una dignità riconosciuta all’interno dell’unione matrimoniale, innanzitutto saldamente monogamica, alla quale la ragazza poteva finalmente accedere senza costrizioni, essendo inoltre protetta dal ripudio del coniuge.
Non uniche conquiste ormai di millenaria memoria mentre, ancora oggi, sarà opportuno ricordarlo, non sono così rare le nazioni dove la donna è considerata merce di scambio o, di fatto, è priva del diritto di vita.

La Chiesa protegge le spose e i figli


Donne panettiere raffigurate in una miniatura del manoscritto Tacuinum Sanitatis,
fine Sec. XIVFonte: Getty Images

Il decisivo ruolo della Chiesa nella difesa della famiglia, spesso riverberatosi soprattutto a favore della moglie e dei figli, è frequentemente riconosciuto anche dai professionisti della denigrazione cattolica, pronti tuttavia a rinviare la palla nel campo avverso, sbandierando un concetto imbarazzante per qualunque apologeta: “La donna del Medioevo, dunque nell’era cattolica per eccellenza, viveva reclusa in casa, sostanzialmente impossibilitata a lavorare fuori dalle mura domestiche”.
Tutte favole; persino Eileen Power, come già visto nei precedenti articoli, scrisse che in quei secoli la donna fu determinante come l’uomo nell’influenzare la vita economica dei regni e delle nazioni1.
Frequentemente collaboratrice del marito, ma anche autonoma e imprenditrice, persino maestra di questo o quel mestiere, varie volte iscritta in corporazioni femminili, in realtà è quasi impossibile trovare un lavoro extra casalingo che la donna medievale non facesse2, tanto è vero che sono stati rilevati, per il XIII secolo, almeno 150 mestieri aventi donne come protagoniste.
Per la città di Francoforte si posseggono documenti che attestano l’esistenza, fra il 1320 e il 1500, di 81 lavori praticati soprattutto da uomini, 38 dove non v’erano sostanziali differenze numeriche fra i sessi, 65 riservati esclusivamente alle donne3.
E’ persino accertata, per la penisola italiana, la presenza di numerose operaie attive in cantieri di varia tipologia, mentre nella Milano del ‘400, rivela Maria Paola Zanoboni, l’attività lavoratrice “di qualsiasi tipo e a qualsiasi livello” faceva parte della cultura femminile, presentante, fra le altre, le ben note filatrici d’oro, autentiche maestre autonome4.


Le donne del tessile a Trento fin dal 1.700, Trento, Archivio di Stato


Nei secoli medievali, il salario maschile era generalmente più cospicuo, ma la reale frattura fra i due stipendi s’evidenziò con l’età moderna, quando inoltre il lavoro della donna si fece sempre più inconciliabile con il ruolo di moglie e madre, innescando così le primissime e legittime mozioni femministe.
Quest’ultime, però, assai presto, vennero permeate o addirittura sostituite dalla becera ideologia che ha nell’ugualitarismo fra i sessi uno dei suoi fondamenti. Ugualitarismo che significa, in sostanza, mascolinizzazione della donna, dunque, riduzione ai minimi termini delle peculiarità femminili, costi quel che costi, anche a prezzo della vita, anzi tanto meglio se a prezzo della vita; si aneli infatti alla radicale liberazione dalla gravidanza, proclamava Shulamith Firestone, distruggiamo finalmente il mito dell’istinto materno, le faceva eco Simone de Beauvoir.

Per Darwin la donna è inferiore all’uomo


Così varie femministe furono promotrici delle prime esperienze eugenetiche e di sterilizzazione, avvenute guarda caso nei Paesi di religione protestante, guarda caso con il frequente contributo dei socialisti, guarda caso a traino della teoria darwinista.
Darwinismo ed eugenetica sono infatti associati; il primo, che ben poco possiede di scientifico, in gran parte ispiratore del secondo, che nulla possiede di morale né di etico.
Chissà se le femministe che animarono quelle esperienze abbiano letto integralmente le opere di Darwin e le sue parole sancenti l’inferiorità della donna5. Probabilmente erano troppo impegnate a plaudire la collega Margaret Sanger, fondatrice della International Planned Parenthood Federation, oggi la più importante associazione abortista del pianeta, responsabile di milioni di morti innocenti,

Margaret Louise Higgins Sanger (1879 – 1966), infermiera,
scrittrice ed educatrice sessuale



La donna che abortiva senza alcun problema di coscienza, la donna che tranquillamente esponeva le sue figlie su ordine del marito, era la donna pre-cristiana, la donna considerata inferiore, privata della sua profonda dignità.
Io non penso che la Storia sia un eterno ritorno, ma alcune dinamiche certamente si ripetono.

Christian Peluffo https://storiascienze.com/

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1 Cfr. Eileen Power, Donne del Medioevo, Jaca Book, Milano 1999, 49. L’autrice sottolinea la minor rilevanza della donna in ambito politico e diplomatico.
2 Cfr. Ivi, 56-57; 60-62
3 Cfr Régine Pernoud, La donna al tempo delle cattedrali, BUR, Milano 1990, 196
4 Cfr. Maria Paola Zanoboni, Oro, seta e fatica, in «Medioevo», Mensile culturale, My Way Media, Milano 2010, 50-61.
5 “La distinzione principale nei poteri mentali dei due sessi è costituita dal fatto che l’uomo giunge più avanti della donna, qualunque azione intraprenda, sia che essa richieda un pensiero profondo, o ragione, immaginazione, o semplicemente l’uso delle mani e dei sensi”. Charles Darwin, L’origine dell’uomo, Newton Compton, Roma 1994, 936.

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