Antifona
Beata la vergine che,
rinunciando a se stessa e prendendo la croce,
ha imitato il Signore,
sposo delle vergini e principe dei martiri.
Commento artistico-spirituale al Vangelo della III DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A – 22 Gennaio 2023
Di don Tarcisio Tironi, Direttore M.A.C.S. (Museo di Arte e Cultura Sacra) di Romano di Lombardia-Bg
L’evangelista Matteo narra che Gesù, dopo essere stato battezzato dal Battista, e aver superato le tentazioni nel deserto, cambia paese e poi chiama i primi discepoli, lungo il mare di Galilea (4,12-23): «Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali».
Fu Erode Antipa, tetrarca della Galilea e della Perea dal 4 a.C. al 39 d.C., a ordinare che il Precursore fosse imprigionato nella fortezza di Macheronte. In seguito il Maestro lascia Nazaret, all’inizio della bassa Galilea e va ad abitare nella casa di Pietro, vicino alla sinagoga, sulla sponda nord-occidentale del «mare» (il lago), a Cafàrnao, cittadina abitata soprattutto da pescatori che sulla «Via Maris» congiungeva Damasco, la costa mediterranea, l’Egitto. Proprio da Cafarnao s’inizia il percorso della predicazione di Gesù: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».
Leggiamo il testo (4,12-23) della chiamata dei primi quattro discepoli nelle parole di Matteo: «Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: “Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini”. Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono».
Ed ora approfondiamo il racconto svolto da Massimo Pulini dopo la meditazione del Vangelo, nell’opera «La chiamata di Pietro e Andrea» realizzata appositamente per il «Lezionario per le celebrazioni dei Santi» (C.E.I. 2009) dove si trova riprodotta tra le pagine 622 e 623. L’invenzione creativa dell’artista – stampa a tecnica mista da elaborazione al computer – interviene sul negativo della pregevole grande pala di Federico Barrocci «La chiamata di S. Andrea» eseguita (1583-1586) per l’oratorio omonimo di Pesaro e trasferita a Bruxelles nelle raccolte dei Musées royaux des Beaux-Arts in seguito alla requisizione napoleonica.
Pulini inserisce in primo piano, sulla destra, una mano ripresa da quella del Maestro raffigurata nel dipinto e la crea di proposito voluminosa per evidenziare che la chiamata è per tutte le persone. Sulla sinistra il volto maestoso e imponente del chiamato, costruito con pennellate larghe e corpose, rappresenta le innumerevoli chiamate nate in risposta alle parole di Gesù: «Venite dietro a me». Con l’esplicita citazione e l’innovazione tecnologica, il pittore cesenate – presente su invito all’incontro tra Benedetto XVI e gli artisti (Cappella Sistina 2009) – articola i materiali consegnando nell’immagine la perenne attualità della vicenda vissuta a Cafarnao.
Facciamo nostra l’acuta annotazione del drammaturgo e poeta norvegese Henrik Ibsen in «Brand», Poema drammatico in cinque atti: «La vocazione è un torrente che non si può respingere, né sbarrare, né forzare. S’aprirà sempre un passaggio verso l’oceano».