Il pane del perdono

 

Il passato riaffiora sempre a monito

Con passi solleciti, ma a cadenza regolare, che  lasciano intuire la sua determinazione di carattere, di uomo, già di mondo, ma capace di tenere ormai a freno l’impetuosità di un tempo, Padre Cristoforo

si reca a casa di Lucia, che, per averlo fatto chiamare, doveva avere un buon motivo. E il

Francesco Gonin

commentatore si attarda a narrare il passato del frate, situando l’attuale vicenda, che lo vedrà in primo piano nella difesa degli umili e nella fede nella divina Provvidenza, dopo che in gioventù aveva provato l’ingiustizia nel proprio corpo, nelle proprie azioni, portandone un peso che lo spinse alla scelta del pentimento e della riparazione, dando alla sua vita una svolta inattesa e, solo, per amor di Dio e della verità, nella vicenda di Renzo e Lucia. Lodovico, così si chiamava in gioventù, ferito, è ricoverato dai Padri Cappuccini ed il frate infermiere lo invita a consolarsi poiché colui, che lui aveva ucciso, era morto bene, chiedendo a lui il suo perdono e offrendo a lui il proprio.

 

La parola perdono

La parola perdono risveglia in Lodovico lo sgomento e il rimorso; angosciosa compassione per l’uomo che aveva ucciso. Si preoccupa per l’altro, Cristoforo. Ma era già morto, quando il frate era giunto. Lodovico ora sta meglio. Ha ancora la vita. Come usarla? Chiede, dunque, al religioso di cercare la vedova di Cristoforo e domandarle perdono a nome suo … Poi, sente dentro il desiderio improvviso, vivo, serio di farsi frate, pensiero, che, altre volte, gli era passato per la mente. Gli parve che Dio medesimo lo avesse posto sulla strada facendolo capitare in un convento … Decise di donare i propri beni agli otto figli di Cristoforo e di scegliere, come nome da religioso, il nome, che gli ricordasse sempre il peccato da espiare: Cristoforo. Chiede di poter visitare il fratello dell’ucciso e a Dio di levargli il rancore dell’animo. E qui, si compie l’incontro tra il novello Cristoforo e la Famiglia di Cristoforo: Io sono l’omicida di Suo fratello … la fede illumina entrambi, li riconcilia. Io vi perdonoTutti, tutti

Con il pane del perdono nel cuore, per tutta la vita, Cristoforo giunge da Lucia, e Agnese, in pena, ne vede il volto illuminato. Questa luce è solo luce di perdono e misericordia cristiana.

————————-

Il mio blog:

https://plus.google.com/116409600221784025092

 

 

 

 

 

Print Friendly, PDF & Email
Se questo articolo ti è piaciuto, condividilo.

Autore: Marcello Giuliano

Nato a Brescia nel 1957, vive a Romano di Lombardia (BG). Dopo aver conseguito il Baccelierato in Teologia nel 1984 presso il Pontificio Ateneo Antonianum di Roma e il Diploma di Educatore Professionale nel 2001, ha lavorato numerosi anni nel sociale. Insegnante di Religione Cattolica nella Scuola Primaria in Provincia e Diocesi di Bergamo, collabora ai cammini di discernimento per persone separate, divorziate, risposate ed è formatore per gli Insegnanti di religione Cattolica per conto della stessa Diocesi. Scrive sulle riviste online Libertà & Persona e Agorà Irc prevalentemente con articoli inerenti la lettura simbolica dell’arte ed il campo educativo. Per Mimep-Docete ha pubblicato Dalla vita alla fede, dalla fede alla vita. Camminando con le famiglie ferite (2017); In collaborazione con Padre Gianmarco Arrigoni, O.F.M.Conv., ha curato il libro Mio Signore e mio Dio! (Gv 20, 28). La forza del dolore salvifico. Percorsi nella Santità e nell’arte, (2020). Di prossima uscita Gesù è veramente risorto?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

diciotto − otto =