QUARESIMA: PERIODO LUGUBRE? NO! POSSIBILITA’ DI LIBERTA’

Il Mercoledì delle Ceneri apre il tempo di Quaresima. Un periodo di riflessione, raccoglimento e contenimento che inizia con un segno austero, ma significativo: l’imposizione delle ceneri. La cenere è un elemento di fondamentale importanza nella vita, si pensi ai paesi di origine vulcanica, la cenere emessa dal vulcano rende fertile il terreno e di conseguenza il raccolto è abbondante. La cenere nel passato era utilizzata dalle massaie per rendere candido un capo di abbigliamento. Si può quindi affermare che essa è quasi vitale come il cibo e l’acqua. 


Perché 40 giorni?  

La Quaresima trae le sue origini dall’Antico Testamento, quindi da tutti quegli avvenimenti che hanno condotto il popolo eletto all’incontro con l’Altissimo (YHWH). Quaranta è un numero significativo a livello teologico, esso richiama ai quaranta giorni del diluvio universale, ai quarant’anni che Israele ha trascorso nel deserto, ove lo spopolamento è stato un modo per incontrare Dio, ma anche per perdersi. Israele affranto dalla fatica, dalla stanchezza e dallo sconforto giunge a crearsi il Vitello d’Oro, quindi una divinità pagana e “addomesticabile”. Dio però non si spazientisce e continua ad amare il suo popolo. Quaranta sono i giorni trascorsi da Mosè sul Sinai, successivamente i giorni che il profeta Elia ha trascorso nel deserto prima di giungere all’incontro con Dio sull’Oreb. I quaranta giorni sono il tempo di penitenza degli abitanti di Ninive ed in fine i giorni di digiuno trascorsi da Gesù nel deserto dove viene tentato dal diavolo. Ma la Quaresima è solo l’insieme di prescrizioni pseudo giuridiche? No! Essa è l’anticipazione della grazia, l’incontro con Dio come lo fu per Mosè sul Sinai, la vittoria contro lo spirito del male come lo fu per Gesù. Lo scopo del digiuno è riconoscersi desiderosi di un pane e di una parola superiori alle realtà materiali, appunto il pane celeste!  

L’evangelista Matteo (capitolo 4, 4) esordisce così: 

Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio. 

La Quaresima presenta tre piani o temi che la liturgia propone: 

1) Tema pasquale: la Quaresima prepara a quelle che sono le celebrazioni pasquali, morte e vita si incontrano in un binomio che è la Risurrezione! La seconda domenica di Quaresima il Vangelo annuncia la Trasfigurazione di Gesù. Questo evento che è anticipazione della Pasqua è narrato nei Sinottici. Marco 9, 2 – 8; Matteo 17, 1 – 8; Luca 9, 28 – 36. Gesù mostra ai discepoli Pietro, Giacomo e Giovanni il suo avvenire, ossia la Pasqua. Le vesti di Gesù diventano candide e nello stesso frangente il Divin Maestro conversa con Mosè ed Elia. Mosè ed Elia sono la manifestazione della legge(Torah) e dei profeti, che hanno annunciato la venuta del Messia, il quale mediante la passione e il passaggio della morte porta a compimento le antiche profezie e attese. Con la sua morte si attua la vera Pasqua, perché Lui è l’unico e nuovo Agnello venuto al mondo per la salvezza di molti. In riferimento alla Trasfigurazione si cita l’evangelista Marco capitolo 9, 2 – 8 

Dopo sei giorni, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li portò sopra un monte alto, in un luogo appartato, loro soli.  

Si trasfigurò davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. 

E apparve loro Elia con Mosè e discorrevano con Gesù 

Prendendo allora la parola, Pietro disse a Gesù:  

«Maestro, è bello per noi stare qui; facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia!». 

Non sapeva infatti che cosa dire, poiché erano stati presi dallo spavento. Poi si formò una nube che li avvolse nell’ombra e uscì una voce dalla nube:  «Questi è il Figlio mio prediletto; ascoltatelo!». 

E subito guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo con loro.  

2) Il secondo tema quaresimale è il Battesimo 

Nel Medioevo il tempo di Quaresima era anche la preparazione dei catecumeni a ricevere il Battesimo la notte di Pasqua. Il Battesimo è il sacramento che ammette alla comunità cristiana ed elimina il peccato originale, quindi l’antica colpa che ogni nascituro ha in sé. Anche per il Battesimo c’è un collegamento veterotestamentario, Giovanni Battista. Chi era questa figura? Era un uomo umile e timorato di Dio, che sceglie una vita quasi monastica, si allontana dal caos cittadino, quindi da quelle possibili tentazioni mondane per annunciare attraverso la predicazione il Battesimo l’avvento di Cristo. Il Battesimo ancora oggi è il segno di conversione in attesa della discesa dello Spirito Santo che conduce il credente a confermare quanto ha ricevuto in dono. Giovanni predicava la conversione, il mutamento del cuore, dei costumi affinché in tutti splendesse l’immagine nitida di Dio. Gli evangelisti Mc. (1, 11) e Mt. (3, 16) narrano che lo stesso Gesù si recò da Giovanni Battista per farsi battezzare.  

L’evangelista Mc. (cap. 9, 8 – 10) racconta di questo episodio 

Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!» 

Le parole del Padre annunciano che Gesù è suo Figlio, l’unigenito. Tu sei mio figlio è anzitutto reminiscenza del Salmo 2, 7 “Annunzierò il decreto del Signore. Egli mi ha detto: «Tu sei mio figlio, io oggi ti ho generato. “ Questo salmo veniva recitato per intronizzare il re in Israele, Gesù è il re! Non un re secondo l’idea zelota, ossia di rivoluzione sociale, ma piuttosto secondo l’ottica della croce. Il trono di Cristo è il Golgota sul quale pende la croce, che è follia per i greci, scandalo per gli ebrei, ma essenza di vita per l’umanità. Amato o prediletto sta a indicare che è il Padre che ama. Questa locuzione rimanda a Genesi 22, 2 ove Dio ad Abramo dice : <<Prendi tuo figlio, il tuo unico figlio che ami, Isacco va nel territorio di Moria e offrilo in olocausto su un monte che io ti indicherò>>. Il sacrificio di Abramo è in correlazione alla morte di Gesù. Il Padre che ama l’umanità, la quale è figlia, per esse sacrifica l’Unigenito affinché ogni peccato venga distrutto. In te mi sono compiaciuto è reminiscenza del Libro di Isaia 42, 1: <<Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi compiaccio. Ho posto il mio spirito su di lui, egli porterà il diritto alle nazioni>>. Gesù è mandato dal Padre a portare la sua giustizia. Giustizia non in senso civile, ma come santità. Dio vuole che l’uomo sia santo, che si lasci quindi condurre dalla parola del Figlio, dall’azione di grazia che scaturisce sai sacramenti. Ecco la pienezza di fede, che inizia con il Battesimo. 

3) Il terzo tema è la penitenza 

Penitenza dal latino paeniteo è significa pentirsi, rammaricarsi. Esso è l’atteggiamento contrito per i peccati commessi. Nell’attuale contesto culturale la penitenza spesso è elusa, oppure è ridotta ad una pratica terapeutica per rendere più attraente il corpo (digiuno). La penitenza è però altro! Essa è far chiarezza su cosa sia la verità e dove la propria esistenza è indirizzata. Nell’atto penitenziale l’intera Chiesa geme e muore con Cristo, con Lui partecipa al tradimento di Giuda, al rinnegamento di Pietro, all’abbandono dei discepoli, per attraversare la solitudine del Getsemani, che ha l’apice nel dramma della croce, ma per poi aprirsi alla Risurrezione, ove con Maria, gli Angeli e i Santi canta il Gloria e l’Alleluia; perché Cristo ha vinto sul male!

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Autore: Emanuele Sinese

Emanuele Sinese è nato a Napoli il 24 Novembre 1991 e da anni vive a Bergamo. Ha frequentato l’Istituto di Scienze Religiose in Bergamo, conseguendo nel 2017 la Laurea triennale con la tesi Il mistero eucaristico in San Pio da Pietrelcina. Nel 2019 ha ottenuto la Laurea magistrale con la tesi La celebrazione eucaristica secondo il rito di San Pio V.  È insegnante specialista di Religione.