In preparazione alla Solennità della beata Vergine Immacolata, vogliamo ricordare le speciali parole che il Papa Santo Giovanni Paolo II, tutto consacrato all’Immacolata, dedicò a San Massimiliano Maria Kolbe nell’anno della sua Canonizzazione, e a questa che non è una semplice devozione, semmai una devozione fosse poca cosa, ma il modo di essere del cristiano Cattolico, Ecumenico.
San Massimiliano Maria Kolbe, formato nell’anelito incessante a Maria Madre di Dio e Immacolata, Madre,
perché Immacolata, viveva in ogni istante la Sua presenza come di Colei che lo univa perfettamente a Gesù e non come una concorrente all’Unico e Trino Signore.
Ascoltiamo dunque le Parole del Santo Padre.
SOLENNITÀ DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA
OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II
Basilica di S. Maria Maggiore, 8 dicembre 1982
(Fonte vaticanva)
“Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te” (Lc 1, 28).
- Mentre queste parole del saluto dell’Angelo riecheggiano soavemente nel nostro animo,
desidero rivolgere lo sguardo, insieme con voi, cari fratelli e sorelle, sul mistero dell’Immacolata
Concezione della beata Vergine Maria con l’occhio spirituale di san Massimiliano Kolbe. Egli ha
legato tutte le opere della sua vita e della sua vocazione all’Immacolata. E perciò, in quest’anno, in
cui è stato elevato alla gloria dei Santi, egli ha molto da dirci nella solennità dell’Immacolata, di cui
amò definirsi devoto “militante”.
L’amore all’Immacolata fu infatti il centro della sua vita spirituale, il fecondo principio animatore
della sua attività apostolica. Il modello sublime dell’Immacolata illuminò e guidò la sua intera
esistenza sulle strade del mondo e fece della sua morte eroica nel campo di sterminio di
Auschwitz una splendida testimonianza cristiana e sacerdotale. Con l’intuizione del santo e la
finezza del teologo, Massimiliano Kolbe meditò con acume straordinario il mistero della
Concezione Immacolata di Maria alla luce della Sacra Scrittura, del Magistero e della Liturgia della
Chiesa, ricavandone mirabili lezioni di vita. Egli è apparso nel nostro tempo profeta e apostolo di
una nuova “era mariana”, destinata a far brillare di vivida luce nel mondo intero Gesù Cristo e il
suo Vangelo.
Questa missione che egli portò avanti con ardore e dedizione, “lo classifica – come affermò Paolo
VI nell’Omelia per la sua beatificazione – tra i grandi santi e gli spiriti veggenti che hanno capito,
venerato e cantato il mistero di Maria” (Insegnamenti di Paolo VI, IX [1971] 909). Pur consapevole
della profondità inesauribile del mistero della Concezione Immacolata, per cui “le parole umane
non sono in grado di esprimere Colei che è divenuta vera Madre di Dio” (Gli scritti di Massimiliano
Kolbe, eroe di Oswiecjm e Beato della Chiesa, 3 volumi, Edizioni Città di Vita, Firenze 1975, vol.
III, p. 690), il suo maggiore rammarico era quello che l’Immacolata non fosse sufficientemente
conosciuta e amata a imitazione di Gesù Cristo e come ci insegna la Tradizione della Chiesa e
l’esempio dei santi. Amando Maria, infatti, noi onoriamo Dio che l’ha elevata alla dignità di Madre
del proprio Figlio fatto Uomo e ci uniamo a Gesù Cristo che l’ha amata quale Madre; non
l’ameremo mai come egli l’amò: “Gesù è stato il primo ad onorarla quale sua Madre e noi
dobbiamo imitarlo anche in questo. Non riusciremo mai ad eguagliare l’amore con cui Gesù l’amò”
(Ivi., v. II, p. 351). L’amore a Maria, afferma padre Massimiliano, è la via più semplice e più facile
per santificarci, realizzando la nostra vocazione cristiana. L’amore di cui egli parla non è certo
superficiale sentimentalismo, ma è impegno generoso, e donazione di tutta la persona, come egli
stesso ci ha dimostrato con la sua vita di fedeltà evangelica fino alla sua morte eroica. - L’attenzione di san Massimiliano Kolbe si concentrò incessantemente sulla Concezione
Immacolata di Maria per poter cogliere la ricchezza meravigliosa racchiusa nel Nome che ella
stessa manifestò e che costituisce l’illustrazione di quanto ci insegna il Vangelo odierno con le
parole dell’angelo Gabriele: “Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te” (Lc 1, 28).
Richiamandosi alle apparizioni di Lourdes – che per lui furono stimolo e incentivo per comprendere
meglio le fonti della Rivelazione – osserva: “A santa Bernardetta, che più volte l’aveva interrogata,
la Vergine rispose: “Io sono l’Immacolata Concezione”. Con queste parole ella manifestò
chiaramente di essere non soltanto concepita senza peccato, ma di essere anzi la stessa
“Concezione Immacolata”, così come altro è un oggetto bianco e altro la bianchezza; altro è una
cosa perfetta e altro è la perfezione” (Gli scritti di Massimiliano Kolbe, eroe di Oswiecjm e Beato
della Chiesa, 3 volumi, Edizioni Città di Vita, Firenze 1975, vol. III, p. 516). Concezione
Immacolata è il Nome che rivela con precisione chi è Maria: non afferma soltanto una qualità, ma
delinea esattamente la Persona di lei: Maria è santa radicalmente nella totalità della sua
esistenza, fin dal principio. - L’eccelsa grandezza soprannaturale fu concessa a Maria in ordine a Gesù Cristo; è in lui e
mediante lui che Dio le partecipò la pienezza di santità: Maria è Immacolata perché Madre di Dio e
divenne Madre di Dio perché Immacolata, afferma scultoreamente Massimiliano Kolbe. La
Concezione Immacolata di Maria manifesta in modo unico e sublime la centralità assoluta e la
funzione salvifica universale di Gesù Cristo. “Dalla maternità divina sgorgano tutte le grazie
concesse alla santissima Vergine Maria e la prima di esse è l’Immacolata Concezione” (Ivi., p.
475). Per questo motivo, Maria non è semplicemente come Eva prima del peccato, ma fu
arricchita di una pienezza di grazia incomparabile perché Madre di Cristo, e la Concezione
Immacolata fu l’inizio di una prodigiosa espansione senza soste della sua vita soprannaturale. - Il mistero della santità di Maria deve essere contemplato nella globalità dell’ordine divino della
salvezza per essere colto in modo armonico e perché non appaia quale privilegio che la separa
dalla Chiesa che è il Corpo di Cristo. Il Padre Massimiliano ha somma cura nel riannodare la
Concezione Immacolata di Maria e la sua funzione nel piano della salvezza al mistero della
Trinità, e in modo del tutto speciale con la persona dello Spirito Santo. Con geniale profondità
sviluppò i molteplici aspetti contenuti nella nozione di “Sposa dello Spirito Santo”, ben nota nella
tradizione patristica e teologica e suggerita dal Nuovo Testamento: “Lo Spirito Santo scenderà su
di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà Santo e
chiamato Figlio di Dio” (Lc 1, 35). È una analogia, sottolinea san Massimiliano Kolbe, che fa
intravedere l’unione ineffabile, intima e feconda tra lo Spirito Santo e Maria. “Lo Spirito Santo
stabilì la propria dimora in Maria fino dal primo istante dell’esistenza di lei, ne prese possesso
assoluto e la compenetrò talmente che il nome di Sposa dello Spirito Santo non esprime che
un’ombra lontana, pallida, imperfetta di tale unione” (Gli scritti di Massimiliano Kolbe, eroe di
Oswiecjm e Beato della Chiesa, 3 volumi, Edizioni Città di Vita, Firenze 1975, vol. III, p 515). - Scrutando con ammirazione estatica il piano divino della salvezza, che ha la sua sorgente nel
Padre il quale volle comunicare liberamente alle creature la vita divina di Gesù Cristo, e che si
manifesta in Maria Immacolata in modo meraviglioso, il padre Kolbe affascinato e rapito esclama:
“Dappertutto c’è l’amore” (Ivi., p. 690); l’amore gratuito di Dio è la risposta a tutti gli interrogativi;
“Dio è amore” afferma san Giovanni (1 Gv 4, 8). Tutto ciò che esiste è riflesso dell’amore libero di
Dio, e perciò ogni creatura ne traduce, in qualche modo, lo splendore infinito. In maniera
particolare l’amore è il centro ed il vertice della persona umana, fatta ad immagine e somiglianza
di Dio. Maria Immacolata, la più alta e perfetta delle persone umane, riproduce in modo eminente
l’immagine di Dio ed è quindi resa capace di amarlo con intensità incomparabile come
Immacolata, senza deviazioni o rallentamenti. È l’unica ancella del Signore (cf. Lc 1, 38) che con il
suo “fiat” libero e personale risponde all’amore di Dio compiendo sempre quanto egli le domanda.
Come quella di ogni altra creatura, la sua non è una risposta autonoma, ma è grazia e dono di
Dio; in tale risposta vi è coinvolta tutta la sua libertà, la libertà di Immacolata. “Nell’unione dello
Spirito Santo con Maria l’amore non congiunge soltanto queste due Persone, ma il primo amore è
tutto l’amore della santissima Trinità, mentre il secondo, quello di Maria, è tutto l’amore della
creazione e così in tale unione il cielo si unisce alla terra, tutto l’Amore increato con tutto l’amore
creato . . . È il vertice dell’amore” (Gli scritti di Massimiliano Kolbe, eroe di Oswiecjm e Beato della
Chiesa, 3 volumi, Edizioni Città di Vita, Firenze 1975, vol. III, p 758).
La circolarità dell’amore, che ha origine dal Padre, e che nella risposta di Maria ritorna alla sua
sorgente, è un aspetto caratteristico e fondamentale del pensiero mariano di padre Kolbe. È,
questo, un principio che sta alla base della sua antropologia cristiana, della visione della storia e
della vita spirituale di ogni uomo. Maria Immacolata è archetipo e pienezza di ogni amore
creaturale; il suo amore limpido e intensissimo verso Dio racchiude nella sua perfezione quello
fragile e inquinato delle altre creature. La risposta di Maria è quella dell’intera umanità.
Tutto questo non offusca, né sminuisce la centralità assoluta di Gesù Cristo nell’ordine della
salvezza, ma la illumina e la proclama con vigore, perché Maria deriva ogni sua grandezza da lui.
Come insegna la storia della Chiesa, la funzione di Maria è quella di far risplendere il proprio
Figlio, di condurre a lui e di aiutare ad accoglierlo.
Il continuo approfondimento teologico del mistero di Maria Immacolata divenne per Massimiliano
Kolbe sorgente e motivo di donazione illimitata e di dinamismo straordinario; egli seppe davvero
incorporare la verità nella vita, anche perché attinse la conoscenza di Maria, come tutti i santi, non
soltanto dalla riflessione guidata dalla fede, ma specialmente dalla orazione: “Chi non è capace di
piegare le ginocchia e di implorare da Maria in umile preghiera la grazia di conoscere chi ella sia
realmente non speri di apprendere qualcosa di più su di lei” (Ivi., p. 474). - Ed ora, accogliendo questa esortazione finale dell’eroico figlio della Polonia ed autentico
messaggero del culto mariano, noi, raccolti in questa splendida Basilica per la preghiera
eucaristica in onore dell’Immacolata Concezione, piegheremo le nostre ginocchia davanti alla sua
immagine e le ripeteremo, con quell’ardore e pietà filiale che tanto distinsero san Massimiliano, le
parole dell’Angelo:
“Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te”. Amen.