“Mia figlia di quindici anni non può accedere ad Instagram”. Cosa succede? La parità non può aspettare. E la Nazionale Femminile Azzurra vince al mondiale 2023.

L’accorato appello educativo di una Ufficiale di Polizia

Fonte Tik Tok

Di cosa è pieno il cuore dell’uomo? Dove vaga naufrago? Ciechi, guide di altri ciechi! Grazie a questa Signora che si mette quotidianamente a servizio del prossimo per aiutarlo a pensare! Ma che dolore assistere alla tragedia di tanti giovanissimi ipnotizzati dal vuoto, dal vuoto apparire, dal vuoto essere!

Alziamo gli occhi verso il cielo e muoviamoci noi per primi per dare loro testimonianza che la vita è ben altro che accedere ad Instagram o a qualunque altro social.

Perché una donna dovrebbe far parte di una Nazionale di calcio?

Ma finché ogni struttura di comunicazione, come per esempio Mamma TV, si permette di diffondere pubblicità fuorvianti, come quella sulla Nazionale di Calcio Femminile, circa il motivo per cui la donna deve poter fare parte del mondo del calcio, cosa potremo sperare?

Fonte FGCI

Sapete qual è il motivo (non discuto se la donna debba o no far calcio o praticare altri sport …) indicato da TIM e da FGCI?

Il video pubblicitario

Testo della pubblicità come dal video

“I sogni devono correre liberi, superare ogni pregiudizio

perché le passioni non hanno genere,

sono inarrestabili,

quando si connettono con le persone che ci stanno vicino,

e insieme ci danno la forza per cambiare gli schemi,

affrontare le nostre paure e avere il coraggio di sfidare gli stereotipi

perché il calcio non sia solo dell’universo maschile,

scegliamo liberamente i nostri sogni,

e lavoriamo per un  mondo in cui tutti abbiano le stesse opportunità.

Sosteniamo l’Italia e le Azzurre nel loro sogno mondiale.

La parità non può aspettare.

(TIM Top Partner della Nazionale di calcio Femminile.

La forza delle connessioni)”

Così commenta la FGCI nell’articolo del 13 Luglio c.a. con gran tam tam dell’altra stampa

È on air da domani il nuovo spot istituzionale del Gruppo TIM con protagoniste le Azzurre che rappresenteranno l’Italia al Mondiale femminile al via il 20 luglio in Australia e Nuova Zelanda. Al centro della storia, diretta dalla regista Cinzia Pedrizzetti, una bambina tifosa della Nazionale femminile che, spinta dalla passione, vuole realizzare il sogno di diventare una calciatrice professionista andando oltre i limiti e i pregiudizi che ancora oggi possono essere un ostacolo difficile da

(QUI l’articolo intero)

Quale antropologia oggi? La nostra analisi del breve testo di 45”, compresa la colonna sonora. Un testo ricco di messaggi surrettizi.

La gender equality è più dell’eguaglianza di dignità tra uomo e donna, giustissima, sarebbe, invece, la possibilità anche per la donna di esprimere le proprie capacità e competenze, ma essendo assolutamente interscambiabile con l’uomo. Se così fosse, significherebbe che, al di là del sesso della persona, resta la persona asessuata, che, come nella ideologia gender poi avviene, può scegliere il proprio sesso. Di fatti, il primo passo nelle scuole è modificare il linguaggio abolendo maschile e femminile, aprire i gabinetti a maschi e femmine, fisicamente di sesso diverso, poter giungere anche alla modificazione del genere biologico, assumendo ormoni e perfino sottoponendosi ad operazioni.

Sulla pari dignità siamo ben concordi, ma essa diviene solo un cavallo di Troia per far passare l’ideologia gender in quanto tale! Parità di genere non deve essere uguaglianza di genere, essendo due accezioni ben diverse.

Uguaglianza non è sinonimo di parità. Parità rispetto alle possibilità, alla cultura, eccetera, ma peculiarità di uomo e donna nel senso di maschile e femminile, due bellezze e meraviglie diverse.

Ma parità di genere e cambio di genere, in quanto comunque uguali, no!

Un uomo e una donna sono ben diversi per sesso, sensibilità, intelligenza, che nella donna solitamente è più intuitiva e sintetica, ecc., cosa che non equivale ad inferiorità, ma a pregio e a benefica diversità.

In Genesi non a caso è detto:

27 Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò.
28 Dio li benedisse e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra»
. (Gn 1, 27-28)

18 Poi il Signore Dio disse: «Non è bene che l’uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile (Gn 2, 18)

Nel primo racconto si specifica bene che l’uomo è creato come unità di maschio e femmina, nel senso che solo nella loro unità di diversi possono essere completi e non tanto sentendosi maschi se femmina, femmina se maschi, o esercitando necessariamente le stesse funzioni o mansioni. Quest’ultimo aspetto si può vedere caso per caso, non certo con le quote rosa, ma secondo l’indole e competenza della specifica persona. Per esempio, io potei a lungo usufruire dell’ottimo servizio di una dentista veramente brava che per anni mi curò la bocca nell’ambulatorio USL (Ora ATS, in Lombardia e Servizio Sanitario Nazionale) e così per ogni altra opportunità.

Soprattutto no al cambio di genere in nome di come ci si senta diversi. Significherebbe fuggire dalla realtà.

La pubblicità in questione, poi, dice una grave falsità quando afferma, (riprendo le parole dal video):

“I sogni devono correre liberi, superare ogni pregiudizio”. Secondo l’ideologia gender le diversità di genere, come da morale naturale, sono dei pregiudizi e convenzioni sociali. E questa pubblicità parla di pregiudizi … guarda caso.

“Perché le passioni non hanno genere, sono inarrestabili” Qui il testo misconosce la diversità tra uomo e donna e che l’uno e l’altra possano avere anche passioni diverse. Qui il significato immediato di passione è interesse radicale per uno sport, un modo di occupare il tempo, ecc. Ma quando si dice che le passioni sono inarrestabili, surrettiziamente si introduce l’idea della passionalità incontrollabile, questo per l’equivoco dei termini cui chi ascolta distrattamente si abitua, pur non volendolo. Ma, soprattutto, è falsa l’inarrestabilità delle passioni. E se la passione non fosse il calcio, ma il sesso libero, oppure, l’azione sadica … ? Tutti, ovviamente, diremmo no, ma proprio usando il termine in modo generico introduciamo una mentalità larga che abitua poi ad ogni cosa, al superamento di ogni limite. Non dimentichiamo, infatti, il doppio significato di passione, come interesse forte per un qualcosa di buono, ma anche di cattivo.

Il testo continua dicendo: Quando si connettono con le persone che ci stanno vicino, e insieme ci danno la forza per cambiare gli schemi. Buono il senso comunitario -non affidabile, però, ad una connessione-Ma cosa sarebbero gli schemi da TIM menzionati? Gli schemi convenzionali, per esempio, quelli da molti ritenuti convenzionali, come la diversità di genere, guarda caso … È vero, si offre uno specifico elenco: affrontare le nostre paure e avere il coraggio di sfidare gli stereotipi, ma è un elenco ben generico ed esiguo, che lascia molto sottinteso, tale che ciascuno lo interpreterà come vuole e può e questa è la furbizia della comunicazione psicologica, ideologica, pubblicitaria. Ma poi, non è l’ideologia Gender che veramente sfida gli stereotipi della morale considerata pregiudizio?

Perché il calcio non sia solo dell’universo maschile, scegliamo liberamente i nostri sogni, e lavoriamo per un mondo in cui tutti abbiano le stesse opportunità.

Non sia solo dell’universo maschile, presupponendo che debba essere anche del genere femminile, o dell’uomo come genere umano? Qui si gioca la differenza tra l’ideologia gender, che parcellizza e appiattisce l’uomo (maschio o femmina che sia), ignorando l’unità dell’uomo e da qui la dignità pari del maschio e della femmina che da soli non sono completi.

Sosteniamo l’Italia e le Azzurre nel loro sogno mondiale. Non so grazie a chi, se a TIM o alla FGCI, ai tifosi, alla loro forza …, ma le Azzurre, alla fine, hanno vinto e a loro vanno i nostri complimenti così …

La parità non può aspettare.

Io non parlerei di parità; troppo riduttivo. Sarebbe proprio inseguire un’uguaglianza di identità sessista e maschilista, per assurdo, addossata alle donne. Una turlupinatura finale. No, TIM e No, ideologia gender! Queste ragazze, come altre e come altre donne, hanno solo espresso il meglio di loro stesse anche in questo campo. Senza bisogno di paragoni con noi maschi. Per la cronaca, io, a calcio, sapevo solo dare calci negli stinchi degli avversari!

TIM Top Partner della Nazionale di calcio Femminile. La forza delle connessioni” Questa è la firma più che legittima. Basta che le connessioni ci portino all’ammirazione di un essere umano come Dio, per amore, ha creato.

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Autore: Marcello Giuliano

Nato a Brescia nel 1957, vive a Romano di Lombardia (BG). Dopo aver conseguito il Baccelierato in Teologia nel 1984 presso il Pontificio Ateneo Antonianum di Roma e il Diploma di Educatore Professionale nel 2001, ha lavorato numerosi anni nel sociale. Insegnante di Religione Cattolica nella Scuola Primaria in Provincia e Diocesi di Bergamo, collabora ai cammini di discernimento per persone separate, divorziate, risposate ed è formatore per gli Insegnanti di religione Cattolica per conto della stessa Diocesi. Scrive sulle riviste online Libertà & Persona e Agorà Irc prevalentemente con articoli inerenti la lettura simbolica dell’arte ed il campo educativo. Per Mimep-Docete ha pubblicato Dalla vita alla fede, dalla fede alla vita. Camminando con le famiglie ferite (2017); In collaborazione con Padre Gianmarco Arrigoni, O.F.M.Conv., ha curato il libro Mio Signore e mio Dio! (Gv 20, 28). La forza del dolore salvifico. Percorsi nella Santità e nell’arte, (2020). Di prossima uscita Gesù è veramente risorto?

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