A distanza di circa sette mesi dalla scomparsa del pontefice emerito Benedetto XVI è giusto ripercorrere i tratti salienti della vita di Joseph Ratzinger. In questo articolo si forniscono informazioni biografiche del pontefice scomparso, nel prossimo si illustrerà il lavoro da lui svolto come prefetto per la Congregazione per la Dottrina della Fede e nei successivi gli aspetti spirituali e teologici che hanno forgiato la vita del pontefice emerito.
CHI È BENEDETTO XVI?
Joseph Ratzinger nasce il 16 aprile 1927 a Marktl am Inn piccolo centro della Baviera. La sua venuta al mondo è giunta il Sabato Santo giorno di silenzio in attesa della risurrezione di Cristo dai morti. Joseph cresce in una famiglia umile, dalla fede profonda e dedita all’educazione dei figli. Lui è il terzogenito. La prima figlia fu Maria
nata nel 1921, poi Georg nato nel 1924 che riceverà insieme al fratello l’ordinazione sacerdotale. Il padre era un gendarme della polizia, che fin da subito si oppose al piano diabolico di Hitler. Per questo infatti furono costretti più volte a cambiare città in quanto oppositori del Reich. La loro vita aveva come fondamento la fede ogni giorno, alcuni momenti della giornata erano dedicati alla recita del rosario e alla celebrazione eucaristica. Joseph rimase fin da subito attratto dalla liturgia, dai simboli che la componevano e soprattutto dalla figura del ministro: il sacerdote. In queste circostanze segnate dalla precarietà causate dalla guerra e dal totalitarismo Nazista scorgerà e scoprirà il progetto di Dio nella sua vita: diventare umile lavoratore nella vigna del Signore.
FORMAZIONE TEOLOGICA DI JOSEPH RATZINGER
Nel 1939 a soli dodici anni si iscrisse al seminario minore di Traunstein, ove rimase fino al 1942, anno in cui venne chiuso per il conflitto bellico. Pur contro la sua volontà per obbligo di legge fu costretto a iscriversi alla Gioventù Hitleriana, partecipando così a riunioni di cui lui non aveva alcun interesse, ma solo per obbligo. Nel 1943 a soli sedici anni sempre per conto della Gioventù Hitleriana fu inviato a Monaco di Baviera con l’incarico di impiegato presso gli stabilimenti della BMW. Il suo compito era quello di occuparsi di intercettazioni telefoniche. Il 10 settembre 1944 fece ritorno a casa. Nel 1946 riuscì a iscriversi all’Istituto Superiore di filosofia e teologia di Frisinga, nel 1947 si trasferì nel seminario interdiocesano di Monaco di Baviera ove grazie agli scritti neoplatonici agostiniani e al pensiero di Pascal comprenderà la Teologia Scolastica. Il 29 ottobre 1950 venne ordinato diacono e il 29 giugno 1951 a ventiquattro anni fu ordinato presbitero. In concomitanza con l’esperienza di collaboratore pastorale presso le varie parrocchie della città di Monaco di Baviera, l’11 luglio 1953 discusse la tesi di laurea in Teologia su Sant’Agostino, dal titolo Popolo e casa di Dio nella dottrina agostiniana della Chiesa. Nel 1955 presenta la dissertazione su San Bonaventura per ottenere l’abilitazione all’insegnamento. Il contenuto di tale tesi venne giudicato modernista, in quanto l’elaborazione del concetto di rivelazione impostato da don Joseph poteva dare adito a interpretazioni soggettive. Egli dovette rivederne l’intero contenuto prima della discussione. Giudicato poi idoneo, nel 1957 a Monaco ottenne la cattedra di Teologia dogmatica e fondamentale presso l’Istituto Superiore di Filosofia e Teologia di Frisinga. Essendo un uomo dal notevole spessore umano, spirituale e quindi teologico ebbe numerosi studenti ai suoi corsi, desiderosi di apprendere un sapere critico su Dio, che già cominciava a vacillare a causa dei primi segnali di secolarizzazione.
JOSEPH RATZINGER AL CONCILIO VATICANO II
Il 25 gennaio 1959 San Giovanni XXIII papa, a tre mesi dalla sua elezione al soglio pontificio nella Basilica di San Paolo fuori le mura assieme al nuovo Sinodo per la Chiesa di Roma e alla revisione del Codice di Diritto Canonico, annuncia l’indizione di un nuovo Concilio: il Concilio Vaticano II. Esso è un Concilio pastorale, non vengono proclamati nuovi dogmi, ma si vogliono interpretare i segni dei tempi alla luce della fede. Il pontefice ben afferma che la dottrina rimane invariata, ma le modalità attraverso la quale essa è proposta possono innovarsi nell’ottica dei mutamenti culturali, senza mai però offuscare il fondamento della fede cristiana, ossia Gesù, il Cristo morto e risorto. Joseph Ratzinger nel 1962 fu chiamato a parteciparvi come consulente del cardinale Josef Frings arcivescovo di Colonia e successivamente come perito sempre di Sua Eminenza. Furono per lui anni di confronto, approfondimento teologico e spirituale, egli conobbe teologi autorevoli come De Lubac, Danielou, Congar e molti altri. Ratzinger diede un notevole contributo alla stesura dei documenti conciliari, si pensi a Nostra Aetate che tratta del rispetto delle altre forme di religiosità, all’ecumenismo e alla libertà religiosa. Egli nel tempo continuò a proporre riflessioni sul Concilio scrivendo articoli per la rivista Concilium. La sua visione era sempre nell’ottica della Tradizione Apostolica, quindi degli insegnamenti tramandati da Gesù agli apostoli e in conseguenza alla Chiesa. Si rese conto infatti di alcune interpretazioni relativiste del Concilio soprattutto in riferimento alla liturgia, che generarono nel tempo confusione e disordine. Nel 1969 fece ritorno in Baviera per riprendere l’attività di docenza e collaborare per la rivista teologica Communio.
CONCLUSIONI
In queste pagine si sono messi in luce gli elementi fondamentali della vita di Benedetto XVI. Nel prossimo articolo come citato all’inizio si spiegherà la sua funzione di prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, incarico delicato ma fondamentale ancora oggi per la salvaguardia della fede cristiana, successivamente si farà riferimento ad aspetti spirituali e teologici della sua persona.