VEGLIE ARCOBALENO IN ALCUNE DIOCESI E INTERROGATIVI DEI FEDELI

Nella galassia di iniziative e associazioni a sostegno e promozione della vita in tutte le sue dimensioni, dal concepimento fino al termine dell’esistenza terrena, Pro Vita & Famiglia, con il suo Presidente Antonio Brandi, è certamente molto attiva e, diremmo, combattiva, nel far conoscere il proprio punto di vista che poi non cerca altro che essere un’eco viva di quanto la Chiesa Crede e Spera.

Cristo, nella preghiera sacerdotale, così pregò

20Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me; 21perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. (Gv 17, 20-21)

Nel chiedere al Padre l’Unità, il Cristo la chiedeva nella Verità, almeno, nella Verità che i suoi seguaci e i futuri credenti, secondo il Vangelo ricevuto, avrebbero creduto. Ma per Gesù, Lui stesso è la Verità: Io sono la via, la Verità e la Vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me (Gv 14,6).

Come dire che nessuno viene al Padre se non per mezzo di me, cioè, della Verità.

Il perché di una lettera aperta

Pace a te, o Marco, mio Evangelista
Fonte Wikipedìa

Non stupisce, dunque, che diversi fedeli della Diocesi di Bergamo, in modo spontaneo, nei giorni scorsi abbiano deciso di scrivere una lettera aperta al loro Vescovo Francesco Beschi, che sui temi della Vita è sempre stato assai vigile, come anche sempre attento al dialogo con le diverse realtà sociali e religiose nel territorio della sua Diocesi. La lettera è stata inviata a Libertà e Persona e ad altri organi di stampa e del web.

Questi fedeli della Diocesi erano e sono stupiti che abbia potuto aver luogo una iniziativa di “preghiera ecumenica” all’interno di in una chiesa quando, proprio su alcuni temi della vita, detti gruppi mostrano spesso opposizione al pensiero della Chiesa.

Spontanea poteva sorgere la domanda: ma con quali intenti e significati?

Pregare nell’Unità

Duccio di Buoninsegna, Ultima cena, 1308-1311, Siena, Museo dell’Opera metropolitana del Duomo
Fonte Wikipedìa

Ora, non è certo impensabile che soggetti diversi, animati da convinzioni diverse, possano decidere di giungere anche alla preghiera insieme. Anzi, potrebbe essere un segno di reciproca comprensione. Ed è certo compito della Diocesi e, naturalmente del Vescovo, discernere su modi e momenti, ma, almeno all’apparenza, la convocazione della celebrazione non chiariva, o non sembrava aver chiarito, i termini entro i quali essa intendesse svolgersi. Questa indeterminatezza non poteva non allarmare coloro che, animati dalla Fede, si sono sentiti spinti a chiedere chiarimenti domandando anche al Vescovo azioni sì, di preghiera anche sui temi cari ai promotori della Veglia a San Tommaso del 26 Maggio ultimo scorso, ma anche a favore delle vittime di quelle ideologie LGBT (con le diverse varianti di sigle) che nel pensiero in tal senso orientato hanno trovato nuova fonte di sofferenze.

Su quali basi riflettere

Beato Angelico, Crocifissione, Sec. XV, Messale Gerli della Biblioteca Braidense

Va poi per altro ricordato che la riflessione su questi temi non parte unicamente da persuasioni di fede, ma deve scaturire anche da una pacata riflessione sull’uomo, sulla sua etica e natura, percorso che non abbraccia solo credenti, ma ogni uomo che intenda riflettere sulla sua vita e destino.

Credo che noi cristiani dobbiamo avere attenzione ad ogni sofferenza umana, ma chiamandola con il proprio nome.

Caso per caso, occorre discernere in riferimento a ciò che, sia secondo la riflessione umana, sia secondo la Fede, ispiri all’uomo una vita rinnovata e guarita dalle ferite del male. L’uomo, creato buono da Dio, porta in sé una ferita che si chiama peccato, con buona pace di chi ascriva all’uomo solo una cosiddetta fragilità.

Nella mia vita, ho potuto conoscere e frequentare persone omosessuali, maschi e femmine, è le ho apprezzate non per il loro orientamento sessuale, ma per l’essere persone, creature di Dio chiamate a divenire Figli di Dio.

La Vita in Cristo

Cristo Pantocratore, Sec. VI, Monte Sinài,
Monastero di Santa Caterina d’Alessandria

L’essere creature è un dato di partenza; divenire Figli di Dio in senso stretto è una vocazione ed una scelta, come leggiamo nel Prologo del Vangelo secondo Giovanni:

10 Egli era nel mondo,
e il mondo fu fatto per mezzo di lui,
eppure il mondo non lo riconobbe.
11 Venne fra la sua gente,
ma i suoi non l’hanno accolto.
12 A quanti però l’hanno accolto,
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
13 i quali non da sangue,
né da volere di carne,
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.

Ora, il “mondo”, che soffre le conseguenze del peccato con tutti i disordini che ne derivano, è quella realtà che rifiuta Cristo o, almeno, che lo rifiuta in quella forma che corrisponde alla Verità su Cristo che la sua Chiesa custodisce e annuncia.

Questo “mondo” non lo ha accolto. Ma ben sappiamo che il Cristo, che è venuto nel “mondo”, ha pregato il Padre non di togliere i suoi dal mondo, ma di preservarli dal Maligno.

Nella dialettica “mondo”, tenebra, luce, v’è spazio per l’annuncio, per la Carità e la Verità, non come meri principi dialettici, bensì come opportunità, da Dio voluta, di diventare figli suoi, credendo nel suo nome fino ad essere pronti a dare la vita per Lui.

Coloro che vivono e soffrono condizioni personali legate all’orientamento sessuale personale si trovano in un campo di dolore in cui necessitano, come ciascuno di noi, della luce necessaria di Cristo per vedere la natura umana secondo la mente di Dio e non nel cono d’ombra del peccato che, come veicolo e cavallo di Troia, non poche volte usa il “come mi sento io”, quello che “penso io”, il “mio vissuto”, per fuorviare le Sue creature.

Quando il riferimento non è né una riflessione naturale sull’uomo, né l’accoglienza della rivelazione sull’uomo, ecco che si fanno strada tutte le più diverse fantasie sull’uomo quali l’identità di genere, l’adozione per coppie dello stesso sesso, il matrimonio egualitario, le pratiche sessuali “di ogni genere”, l’utero in affitto e la propaganda gender per minori. Tutti temi antitetici al Magistero della Chiesa e alla morale cattolica e che più volte il Papa ha condannato.

Passi di alcune chiese locali

Andrej Rublëv, Allegoria della SS. Trinità, 1360-1427, Mosca, Galleria Tret’jakov, Fonte Wikipedìa
Fondati nella Verità

Le comunità locali non possono non tenere conto della Cia dalla Chiesa indicata, pur volendo tener vivo e aperto il dialogo con chi la pensasse diversamente. Esse non dovranno mai rischiare di perdere di vista la propria identità.

Da qui tutti i dubbi circa l’appoggiare veglie contro l’OmoTransLesboBifobia che vogliono invece sostenere le istanze Lgbtqia+.

Similmente, così Pro Vita & Famiglia, ha inviato una serie di comunicazioni ufficiali alle Diocesi interessate per esprimere le preoccupazioni dei fedeli e quindi chiedere chiarimenti su queste veglie. In generale, pare non si sono avute risposte, tranne qualche caso in cui sarebbero state di “equidistanza” tra non appoggiare né sostenere, limitandosi a “vigilare” su ciò che è stato detto o succederà in queste veglie.

Ma ciò che è stato detto, o venisse in futuro detto o, anche non detto, non mancherà di influire sui fedeli, sui partecipanti.

La nostra Speranza

Giotto, Virtù teologale della Speranza, 1303-1305, Padova, Cappella di Santa Maria della Carità, detta degli Scrovegni Fonte Wikipedìa

Sappiamo, invece, che monsignor Giuseppe Satriano, arcivescovo di Bari-Bitonto, ha pubblicamente preso le distanze dalle veglie non riconoscendosi nel linguaggio mutuato dalla teoria gender.

In filiale spirito

Tornando alla Lettera inviata al Vescovo di Bergamo, non possiamo certo pretendere una risposta ufficiale solo perché gli è stato scritto. Anch’Egli, come ogni pastore, dovrà valutare se e in quali termini rispondere e come governare simili situazioni. Ho fede che ognuno farà la propria parte nei modi e tempi più opportuni.

Con ciò, credo che tutti noi necessitiamo di sincere preghiere allo Spirito Santo perché i nostri cuori siano illuminati sull’essere e sull’agire.

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Autore: Marcello Giuliano

Nato a Brescia nel 1957, vive a Romano di Lombardia (BG). Dopo aver conseguito il Baccelierato in Teologia nel 1984 presso il Pontificio Ateneo Antonianum di Roma e il Diploma di Educatore Professionale nel 2001, ha lavorato numerosi anni nel sociale. Insegnante di Religione Cattolica nella Scuola Primaria in Provincia e Diocesi di Bergamo, collabora ai cammini di discernimento per persone separate, divorziate, risposate ed è formatore per gli Insegnanti di religione Cattolica per conto della stessa Diocesi. Scrive sulle riviste online Libertà & Persona e Agorà Irc prevalentemente con articoli inerenti la lettura simbolica dell’arte ed il campo educativo. Per Mimep-Docete ha pubblicato Dalla vita alla fede, dalla fede alla vita. Camminando con le famiglie ferite (2017); In collaborazione con Padre Gianmarco Arrigoni, O.F.M.Conv., ha curato il libro Mio Signore e mio Dio! (Gv 20, 28). La forza del dolore salvifico. Percorsi nella Santità e nell’arte, (2020). Di prossima uscita Gesù è veramente risorto?

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