PRIMO MAGGIO FESTA DEL LAVORO

Fonte scrittoridiscrittura.it

Impensabile questa festa senza la Bibbia, senza il Vangelo e senza il Monachesimo occidentale.
4000 anni fa viene scritta la Genesi: Dio “eterno lavoratore” crea l’uomo a propria immagine e somiglianza.
2000 anni fa, in latino, LABORARE significava SOFFRIRE, dunque, la pena dei faticosi lavori era relegata agli schiavi, mentre lor signori se la spassavano. La regola dell’ORA ET LABORA lor signori l’avrebbero tradotta PREGA E SOFFRI.

E l’Italia “fondata sul lavoro” avrebbero detto che era “fondata sulla sofferenza”. Ma quel ragazzino lì a Nazareth non appartiene a lor signori, anzi è tutto attento ad osservare Giuseppe che il Venerdì, a tarda sera, “s’affretta e s’adopra” volendo “fornir l’opra” prima che inizi il sabato ebraico.

Fonte Wikipedìa

Grazie a quel giovane Uomo “Non c’è più né giudeo né greco, non c’è più né schiavo né libero, non c’è più né uomo né donna”: tutti pari in dignità.
1500 anni fa questa rivoluzione antropologica comincia a plasmare la civiltà europea di cui san Benedetto è il fondatore e i suoi monaci, oranti e laboriosi, gli operai.
Così un grande storico ha descritto quella epopea, che oggi mi (ci) riguarda da vicino, volendo porre il seme di una vera ripartenza i cui frutti si vedranno magari fra molti decenni:

Fonte Monastica.eu


«Fu la fatica disciplinata e incessante dei monaci che arrestò la marcia della barbarie nell’Europa occidentale e che rese di nuovo alla coltura terre che erano state abbandonate e spopolate al tempo delle invasioni. In un passo assai conosciuto sulla missione di san Benedetto, New¬man scrive che il santo “trovò il mondo sociale e materiale in rovina, e la sua missione fu di rimetterlo in sesto, non con metodi scientifici, ma con mezzi naturali, non accanendovisi con la pretesa di farlo entro un tempo determinato o facendo uso d’un rimedio straordinario o per mezzo di grandi gesta; ma in modo così calmo, paziente, graduale, che ben sovente si ignorò questo lavoro fino al momento in cui lo si trovò finito. Si trattò di una restaurazione più che di un’opera caritatevole, di una correzione o d’una conversione. Il nuovo edificio, ch’esso aiutò a far nascere, fu più una crescita che una costruzione. Uomini silenziosi […] sterrando e costruendo, e altri uomini silenziosi, che non si vedevano, stavano seduti, nel freddo del chiostro, affaticando i loro occhi e concentrando la loro mente per copiare e ricopiare penosamente i manoscritti ch’essi avevano salvato. Nessuno di loro protestava, nessuno si lamentava, nessuno attirava l’attenzione su ciò che si faceva; ma poco per volta i boschi paludosi divenivano eremitaggio, casa religiosa, masseria, abbazia, villaggio, seminario, scuola e infine città».
[C. Dawson, Il cristianesimo e la formazione della civiltà occidentale]

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Autore: Roberto Filippetti

Ha insegnato Lettere nelle scuole superiori e Iconologia e iconografia cristiana presso l’Università europea di Roma. Da anni percorre l’Italia per introdurre bambini, giovani e adulti all’incontro con la grande arte, letteraria e pittorica, e risvegliare il desiderio della Bellezza. Da tale opera divulgativa sono nati i suoi libri, editi da Itaca, attraverso i quali ha raccontato la grande pittura: L’Avvenimento secondo Giotto, Il Vangelo secondo GiottoCaravaggio. L’urlo e la luceVan Gogh. Si dedica anche alla poesia e alla narrativa: Il per-corso e i per-corsi. Schede di revisione di letteratura italiana ed europeaLeopardi e Manzoni. Il viaggio verso l’infinitoEducare con le fiabe. Andersen, Collodi, Saint-Exupéry, LewisL’io spezzato e la domanda di assoluto. Percorso di letteratura italiana ed europea (2012). A dicembre del 2022 è uscito il suo ultimo libro: Il desiderio e l’allodola. Etimologiel’attrattiva delle parole. Per conoscere le sue opere ed essere aggiornati sulle sue conferenze www.filippetti.eu

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