In questi giorni, che precedono la Pasqua, un nostro lettore ci scrive una riflessione che ci sembra bello pubblicare. Lo ringraziamo vivamente.
La Redazione
I Santi, in particolare i martiri, più vicini a noi in quanto anch’essi peccatori, rivivendo con la loro morte la
passione di Cristo, ci spronano a vivere con maggior vigore il nostro cammino di fede, orientato alla Beatitudine Perfetta, quindi alla risurrezione. In questo, San Gennaro, vescovo e martire, per esempio, cui sono legato da forte devozione, ci aiuta e ricorda appunto il nostro fine, lui che, in persona, lo ha vissuto. Così, da Lui guidati nella Settima Santa, o grande settimana, ci prepariamo all’evento più importante della nostra esistenza: la Pasqua!
La Pasqua segna il passaggio dalla morte alla vita, in quanto, essendo Gesù morto e risorto, l’umanità non ha bisogno più degli antichi riti per espiare i propri peccati.
Se al Tempio di Gerusalemme si immolavano gli agnelli, segno di purificazione, sul Golgota si immola il vero agnello: Gesù, il Figlio per eccellenza!
La Settimana Santa si apre con la Domenica delle Palme, con l’Ulivo, pianta antica, segno della fine del diluvio universale, quindi della pace tra Dio e l’umanità, l’Ulivo segno che Gesù con l’evento della croce riporta in modo definitivo la pace tra il Padre e il mondo… “versato per molti”. I molti sono tutti!
In alcune chiese, la croce è velata. Il motivo? Per antiche tradizioni di qualche nostalgico? No! È velata perché ognuno di noi si fermi e dica: la vita mia su cosa si posa? Chi è il mio Dio?
Ecco: entrare nell’ottica della croce significa entrare nell’ottica del perdono, della gioia in quanto mediante il Suo sacrificio cruento, per grazia, noi siamo Figli!
La croce, scandalo per i giudei, follia per i greci, ma fondamento del mondo.
Mia riflessione, che volevo condividere, Emanuele Sinese.