La caccia alle streghe (II parte)

Fonte Documentazione.info


Oltre a vietare ogni pratica occulta, la Chiesa alto-medievale stigmatizzava l’ossessione delle streghe, ma durante il XIV secolo il fenomeno della stregoneria, autentico o no che fosse, cominciò a richiedere una qualche attenzione da parte dei poteri civili e religiosi, sino a che, sul finire del Medioevo, papa Innocenzo VIII (1484-1492) promulgò la bolla Summis desiderantes affectibus (1484), considerata l’inizio ufficiale della

repressione anti-magica, necessaria per arginare, prima di tutto e soprattutto, i fenomeni sempre più diffusi nelle terre germaniche.

Vittorio Messori è propenso a relazionare la stregoneria a fenomeni di ‘indiavolamento’ dovuti all’assunzione di particolari erbe: non è certo fortuito “se la Datura stramonium, erba che provoca delirio, è chiamata ancora dal popolo ‘pane del diavolo’. O se l’Atropa belladonna è indicata come ‘erba delle streghe’, contenendo atropina che causa potenti allucinazioni. Né è un caso se il moderno Lsd si estrae dal fungo che infesta la segale, facendola diventare ‘cornuta’: come il diavolo…tra le certezze raggiunte dagli storici, c’è che si verificarono davvero anche le ‘epidemie di indiavolamento’, le ‘stregonerie di massa’, determinate dal mangiare pane di segale infestata”1.

Claviceps purpurea – Fonte Wikipedìa


Sebbene la riflessione dell’intellettuale sia alquanto preziosa, permane il dubbio che una parte minoritaria del fenomeno fosse autentica, tanto che Carl Ginzburg e Margaret Murray ritengono plausibile la presenza di pratiche esoteriche di ascendenza pagane, ben celate nelle campagne e manifestatesi al tempo della grande crisi cinquecentesca2. Dubbio rinvigorito dall’ovvia constatazione che le proprietà delle erbe citate erano presenti anche prima del fenomeno in oggetto.

Comunque la si pensi è necessario, grazie al contributo di Rodney Stark, immedesimarci nella realtà avvertita dai nostri antenati; le malefatte di streghe e stregoni apparivano certe, essendo state dettagliatamente confessate da migliaia di loro, portati davanti alla giustizia in molti luoghi diversi. S’incontravano periodicamente per adorare il diavolo, mangiare carne umana, invocare ogni sorta di calamità sulle popolazioni, progettare rapimenti di bambini e assunzioni di nuovi adepti.
Qualunque comunità convinta di tali insidie, conclude lo studioso, avrebbe reputato la loro estirpazione come l’unica cosa ragionevole e decorosa da compiere, e fu proprio quello che molte persone ragionevoli e decorose fecero…le conseguenze furono comunque tragiche3.

Recidivi a parte, è opportuno sottolineare che i colpevoli di stregoneria, come del resto gli eretici, potevano evitare la condanna capitale se si pentivano di quanto commesso ed erano pronti ad accogliere la penitenza, spesso costituita da un pellegrinaggio. Inoltre in molteplici casistiche, se non nella maggioranza, la pena del rogo veniva applicata dopo che il condannato era stato soffocato dal boia.
La caccia alle streghe veniva rinvigorita da moltissime signore, accusatrici di amiche, vicine e persino parenti del medesimo sesso, sospettate quando – deputate a prendersi cura di bambini, anziani e malati – applicavano rimedi e cure che si rivelavano inutili, o magari deleterie per gli assistiti.
Dinamiche piuttosto risapute, tuttavia incapaci di scalfire una certa vulgata che vuole i nostri antenati impegnati nella caccia perché succubi di un’oscurantista misoginia, vulgata che dovrebbe ancor più crollare sapendo che un terzo dei condannati erano uomini e quasi mai gli inquisitori accusavano direttamente le donne, le quali inoltre, una volta iniziato il processo, venivano più facilmente scagionate rispetto ai loro colleghi.

La reale consistenza delle esecuzioni irrita coloro che si sono spesi a sbandierare numeri palesemente esagerati, persino composti da sette cifre. In realtà gli storici che studiano seriamente quella dinamica, scrivono di circa 60.000 condanne per tutto il continente europeo, mentre la specialista Marina Montesano, sempre per il periodo 1450-1750, tende a considerare quel numero come l’estremo negativo di un range che vede, all’estremità opposta, la cifra di 40.0004.


Altro macigno storico sopra le diffamazioni laiciste, è rappresentato dal fatto che nei territori sottoposti alle inquisizioni cattoliche più conosciute, quella romana e quella spagnola, il numero delle condanne non solo diminuisce drasticamente, ma diventa statisticamente quasi irrilevante, tanto che si contano circa 300 esecuzioni in tre secoli per ognuna di loro5. Numeri che necessitano un confronto con la realtà presente nei territori renani e svizzeri, nei quali vi furono circa la metà delle esecuzioni totali.

L’ossessione e la caccia non erano dunque uniformemente diffuse nel continente, essendo soprattutto animate dal popolo e contrastate dalle istituzioni, laiche e soprattutto cattoliche; lo vedremo prossimamente, il deprecabile fenomeno diminuiva infatti dove le autorità erano maggiormente attestate nella società e rispettate dalle persone.
Il religioso che aizza la folla contro eretici e streghe, o che la vuole compiacere proclamando sentenze di morte, ha sicuramente animato qualche deprecabile avvenimento, ma in generale è una caricatura disegnata al fine di costruire una storia sostanzialmente falsa; solita e affidabile compagna per denigrare la nostra identità culturale, così da costruirne un’altra, come stiamo vedendo, fatta di nulla e che cadrà nel nulla.

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1 Cfr. V. Messori, Pensare la storia, Sugarco Edizioni, Milano 2006, 453.
2 Cfr. R. Cammilleri, La vera storia dell’Inquisizione, E Piemme, Casale Monferrato 2006, 74.
3 Cfr. R. Stark, A gloria di Dio, Lindau, Torino 2011, 269-270.
4 Cfr. M. Montesano, Caccia alle streghe, Salerno Editrice, Roma 2012, 102-103.
5 Cfr. ivi, 113.

Christian Peluffo
Home – Christian Peluffo (www.storiascienze.com)

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