I “RAVE” EVIDENZIANO IL DISAGIO. Il contributo di Pasquale Riccardi

Sui giornali si è discusso molto sulle decisioni del Governo. Un esempio tra i molti: Il Manifesto del 16 Novembre c. a. (QUI), che pubblica un articolo a firma di Vincenzo Scalia, che, contestando le misure del Governo, giudicate repressive e anticostituzionali, adduce il fatto che il potere e i poteri, secondo la lettura già di Hobbs, utilizzano la paura che il popolo ha per ciò che non è controllabile.

Lo scrittore, in particolare, scomoda le paure per il futuro immediato che attende anche l’Italia, grazie alla

situazione mondiale instabile. Ma dopo averci dato questa lezione di sociologia, l’autore non tocca la questione principale, questione non toccata nemmeno dai governi di sinistra succedutisi e non ancora affrontata dal Governo in carica.

Il contributo del Prof. Pasquale Riccardi per Libertà e Persona, vuole indirizzare alla consapevolezza conoscitiva, prima, ed educativa poi.

Non è certo compito dei governi educare, benché a taluni lo stato etico possa essere caro, ma le considerazioni del Prof. Riccardi possono giovare a tutti per una maggiore e disinteressata consapevolezza. Ne va del bene dei nostri giovani e di tutta la comunità.

Marcello Giuliano

Dalla Trasgressione alla violenza; ascoltando musica “Trap”

A cura di Pasquale Riccardi

Psicologo-Psicoterapeuta

Pasquale Riccardi, Psicologo-Psicoterapeuta e Docente
presso il Centro Logos di Casapulla (CE)

Violenza e trasgressione cosa celano?

In ambito clinico psichiatrico e psicologico, quando si parla di violenza ci si riferisce a tutta quella serie di disturbi comportamentali caratterizzati da senso di trasgressione a regole e norme non vissute come atti isolati ma come stile di vita. Vale la pena accennare, seppur brevemente, ai criteri di questi fenomeni che prendono sempre più piede nelle nuove generazioni di Baby Gang o trapper. 

Premettiamo che dietro ogni trasgressione si maschera una sfida che, in casi estremi, diventa violenta. Clinicamente, l’atto della sfida trasgressiva appartiene a personalità antisociali. Nella fattispecie del disturbo di personalità antisociale, si verifica un modello pervasivo di disprezzo per le regole, per le norme sociali e le leggi altrui. Tipicamente, questi soggetti commettono atti illeciti, amorali e di sfruttamento, allo scopo di ottenere un profitto personale come, per esempio, “provare piacere senza rimorsi”. Fondamentale è la mancanza di empatia caratteristica dello sfruttamento senza rimorsi. Tipicamente associato a questo disturbo vi sono concause di abuso di sostanze illecite, fattori familiari non protettivi. Inconsciamente, sono famiglie rifiutanti, trascuranti, infantili e incapaci di dettare regole. Sta di fatto che la sintomatologia del disturbo è caratterizzato dal disprezzo per gli altri che altro non è che un’inconscia non accettazione del mondo adulto delle origini.

Le personalità antisociali sono spesso sprezzanti o indifferenti ai sentimenti, ai diritti, e alla sofferenza degli altri provocando, psicologicamente e fisicamente, con sadismo.

Musica e ribellione

Fatta questa breve escursione clinica del disturbo, analizziamo il fenomeno musicale “trap”, portato all’attenzione dei media, giorni fa, per gli arresti di noti trapper per atti antisociali e violenti. È possibile che se si fosse posto orecchio ai testi delle canzoni si sarebbe potuto prevenire il fenomeno violenza e prevenire quelle evoluzioni di personalità antisociali? Eppure, migliaia di adolescenti ascoltano i testi e ne fanno idoli. Ma chiaramente all’adulto sfuggono il capire e ascoltare. Forse non ha tempo?  O forse è troppo impegnato a realizzarsi, trascurando il bisogno di chi è accanto? Forse il mondo adulto ha occhi e non vede, o ha orecchie e non ascolta? Parafrasando il vangelo.

Da psicologo e psicoterapeuta, nonché da genitore, ho studiato il fenomeno con occhio clinico e mi sono reso conto che almeno una volta nella vita ognuno ha fatto esperienza di come una canzone, una musica, una melodia, indipendentemente dallo stile, abbia toccato la sua sensibilità e magari ha cristallizzato i ricordi di quel particolare momento emotivo o sentimentale. Questo perché la musica ha un linguaggio ben preciso, è facilmente udibile e arriva dritto al cuore, alle zone più profonde della nostra anima e della nostra psichica. La musica è, tutto sommato, un simbolismo capace di effetto catartico. Termine psicoanalitico che vuol dire, nel senso più semplice possibile, fare uscire fuori emozioni, fantasie, ricordi, stimolare sentimenti del tutto soggettivi. Proprio per questa qualità psicologica non è esente dal potere condizionante sulla psiche.

Dal tempo delle radici del rhythm & blues, anni 30, sulla scia dei canti gospel, la musica cantata, di origine afro americana, esprimeva la ribellione dai soprusi e dal lavoro schiavizzato nei campi.

L’apprensione delle famiglie e la difficoltà di ascoltare il mondo emotivo

Del tempo ne è passato dagli anni 30 ad oggi e la musica esprime ancora, con i suoi testi, un mondo di ribellione, di denunce verso chi non soddisfa appieno le esigenze ed i bisogni. Il così detto genere musicale “trap”, sottogenere musicale dell’hip hop, dal 2018 è il più ascoltato dai teenager e preoccupa le famiglie poiché imperversa all’interno un inno alla violenza, alla droga, alla trasgressione, al sesso. Un fenomeno di successo che va osservato con grande attenzione e occhio clinico onde prevenire conseguenze. Quali personalità antisociali e ciniche emotivamente. Ma una prima riflessione corre d’obbligo: chi sono i teenager oggi? sono quella popolazione di preadolescenti e adolescenti che dal punto di vista della psicologia evolutiva, sono in crescita ed in cerca di modelli.

È quella popolazione che incarna bene il disagio sociale e familiare dato le loro stesse intrinseche conflittualità. È quella popolazione che più di ogni altra cosa ha bisogno di modelli di coerenza e stabilità. È quella popolazione che ha necessità di rispecchiarsi nel mondo emotivo dell’altro mentre, al contrario, si riscontra nella liquidità delle emozioni e della vita affettiva. Quella popolazione che per naturale vulnerabilità e fragilità trova il proprio punto forte nell’appoggio del gruppo del pari. I teenager sono menti in evoluzione che si trovano a confrontarsi ed a scontrarsi con un mondo di non senso, di ironia, di volgarità, di violenza e di droghe. Non è un caso che la tendenza musicale definita “trap” nasca alla fine degli anni 90 negli Stati Uniti e la parola viene utilizzata per descrivere un luogo in cui vengono vendute droghe; le trap house.

Dove nasce il “trap”?

Interno di una “trap house” negli Stati Uniti

Interno di una “trap house” negli Stati Uniti

Le trap houses erano appartamenti abbandonati e degradati nei sobborghi di Atlanta in cui si spacciavano sostanze stupefacenti, inoltre, la parola trapping in slang significa “spacciare”. Alcuni testi cantano: “Resto da solo ma ne fumo una”; “Giro a Pistoia con una pistola Bang, bang, bang” tutti per uno con una parola Gang, gang, gang” ed ancora: “La gente foto-grafa, si passa da “bro” a “fra’Sai cosa la droga fa? Si trova di tutto in qualunque regione (tutto) Saluto il mio pusher ma non faccio il nome (hahaha).

Da psicologo attento a leggere tra le righe del detto e non detto, non posso non considerare l’esaltazione alla ribellione, al grido di quei ragazzi che, apprestandosi all’età adulta, presentano problematiche sociali, familiari, emotive. Purtroppo, questa è una società dove si difetta in motivazioni ed orientamento verso i valori; una cultura che non produce modelli di riferimento per tanti giovani teenager e dove, purtroppo, anche l’istituzione “Chiesa”, appare anacronista agli occhi dei giovani. Giovani che hanno sfiducia nel prossimo perché il più delle volte questo stesso prossimo si propone confuso e disorientato; non coerente. Secondo un sondaggio del Financial Times, la sensazione più diffusa nelle nuove generazioni è il senso di sfiducia che deriva dalla non percezione della meritocrazia, della non differenza di classe e di potere, della non fiducia nel clima e l’ambiente. Basta notare i molti movimenti per la pace, per l’ambiente dei molti giovani. Ma questi stessi giovani, che vogliono essere ottimisti, non percepiscono nel lavoro una stabilità futura per creare famiglia e, soprattutto, vedono e vivono il sesso scollegato dalla dimensione affettiva, e per questo diventa solo istinto da scaricare come canta il trapper: “Hey tipa. vieni in camera con me! Quanto sei porca dopo una vodka io non lo so cosa ti faccio però mi cerchi lo so che ti piaccio sono una merda ragiono col c***o. Oggi ti prendo, domani ti lascio” canta l’artista italiano più ascoltato in Italia. E non bisogna essere un critico musicale per capire come questa canzone sfori di gran lunga nella volgarità e nel sessismo, nella violenza, nel non rispetto della femminilità.

Il coro dei giovani – secondo una ricerca portata avanti dal Financial Times all’interno di un progetto dedicato alle nuove generazioni – esprime un disagio reale, spesso ignorato e a volte sbeffeggiato. Un disagio esistenziale. Il risultato è una perdita di fiducia e, soprattutto, di ribellione. Cresce, difatti, il rifiuto di sottostare alle regole con sempre più comportamenti devianti e antisociali. A preoccupare i giovani è anche la traiettoria, poco incoraggiante, della politica che spesso non ha idee, valori e principi, ma ama solo il potere. Il risultato è che i giovani sono spaventati da un futuro che sentono di non poter controllare.

Ed allora, l’occhio clinico di chi, come me, ascolta le famiglie e i giovani, vede nei loro volti confusione con comportamenti estremi di devianze diverse, dalle dipendenze da smartphone alle droghe. Vede nei loro occhi l’illusione di un successo facile, stimolato dai tanti talk show televisivi dei vari “Grande fratello, “Uomini e donne”, “L’isola dei famosi” ecc. Vede teenager disorientati e assenti, in famiglie sempre più sole, ansiose, depressi, isolati e senza una vita intima (cf P. Riccardi, La dimensione amorosa tra intimità e spiritualità, ed. D’Ettoris, 2021)

In una cultura del non senso, cosa si può suggerire a chi, adulto, chiede aiuto per fronteggiare e prevenire il disagio giovanile? Di riflettere che fine ha fatto la morale, dove è finito il senso del peccato, dove sono nascosti i valori del rispetto, dell’altro, del diverso.

Perché il desiderio di successo, di sesso, di tradimento che appesantiscono il cuore e l’anima ha preso il sopravvento? (Riccardi P., Psicoterapia del cuore e beatitudini ed. Cittadella 2019). E perché non si è più modello per un figlio che altro non cerca che Ascolto, Accoglienza e Accompagnamento?

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Per un approfondimento

Bibliografia

Bertolucci Andrea, Trap Game. I sei comandamenti del nuovo hip hop, Hoepli 2020

Marie e Dominque Chalvin, I rapporti in famiglia Cittadella 2000

Montuschi Ferdinando, Costruire la Famiglia, Cittadella 2004

Riccardi Pasquale, La dimensione amorosa tra intimità e spiritualità, D’Ettoris 2021

Riccardi Pasquale, Psicoterapia del cuore e Beatitudini, Cittadella 2019

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Autore: Marcello Giuliano

Nato a Brescia nel 1957, vive a Romano di Lombardia (BG). Dopo aver conseguito il Baccelierato in Teologia nel 1984 presso il Pontificio Ateneo Antonianum di Roma e il Diploma di Educatore Professionale nel 2001, ha lavorato numerosi anni nel sociale. Insegnante di Religione Cattolica nella Scuola Primaria in Provincia e Diocesi di Bergamo, collabora ai cammini di discernimento per persone separate, divorziate, risposate ed è formatore per gli Insegnanti di religione Cattolica per conto della stessa Diocesi. Scrive sulle riviste online Libertà & Persona e Agorà Irc prevalentemente con articoli inerenti la lettura simbolica dell’arte ed il campo educativo. Per Mimep-Docete ha pubblicato Dalla vita alla fede, dalla fede alla vita. Camminando con le famiglie ferite (2017); In collaborazione con Padre Gianmarco Arrigoni, O.F.M.Conv., ha curato il libro Mio Signore e mio Dio! (Gv 20, 28). La forza del dolore salvifico. Percorsi nella Santità e nell’arte, (2020). Di prossima uscita Gesù è veramente risorto?

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