Mi trovavo ieri in un paesino di nemmeno duemila anime; avremmo potuto definirlo, un tempo, di non più di seicento fuochi. Incuriosito della sua pace e delle deserte strade, ho voluto percorrerlo ed entrare nella bella
e ben curata chiesa parrocchiale di San Benedetto. Quale stupore quando, accanto al dispensatore del santo disinfettante, posto accanto all’acquasantiera, proprio dentro e quasi al centro del bacile, vedevo, solitario, un altro dispensatore, sempre di anonima plastica con una etichetta così artigianale, e ancor più desolata etichetta bianca, con sovrascritto a pennarello nero, “ACQUA SANTA”!
Che stupore, che sorpresa! Non ho potuto non constatare la poca ortodossia della scelta, ma, insieme a questa, ho sorriso di tenerezza al debole tentativo di un parroco che ci crede ancora all’Acqua Santa, nonostante tutto, e cerca di resistere all’insipienza del mondo, di governanti insensati, che pur di abituare al giogo il popolo lo priva anche dell’Acqua Santa; di Pastori che, pur di apparire collaborativi e dialoganti con l’autorità costituita, hanno rinunciato ad un innocente, quanto potente, sacramentale, pur di piacere al mondo!
Caro anonimo Parroco, il Signore te ne renderà merito!