Cos’è la verità?, chiese Pilato, e si lavò le mani del sangue del Giusto, senza con ciò essere giustificato. Non ebbe risposta che il Cristo consegnato, tradito. Cos’è la Verità? si chiede oggi il cristiano disperso nel mondo. Da Isaia, una prima risposta.
Dalla Pagina Facebook di Roberto Filippetti, esperto d’Arte e Letteratura (9 Maggio-22 ore fa)*
Oggi è sant’Isaia. Isaia è un pro-feta: uno che proclama davanti a tutti la verità. È perché va a fondo del reale (oltre che per speciale grazia di Dio) che egli vede avanti. San Girolamo arriva a dire che Isaia fu “non solo profeta, ma anche evangelista e apostolo…
Effettivamente, nel libro di Isaia troviamo che il Signore viene predetto come l’Emmanuele, nato dalla Vergine, come autore di miracoli e di segni grandiosi, come morto e sepolto, risorto dagli inferi e salvatore di tutte le genti”. Ebbe vita lunghissima: nacque attorno al 770 a.C e morì martire, subendo un supplizio atroce per ordine dell’idolatra re Manasse nel 681 a.C. Nella nostra epoca siamo circondati dai “lupi”, come disse Benedetto XVI all’inizio del suo pontificato. Impudiche menzogne ci vengono propinate come vere dall’ideologia politically correct. Siamo giunti al punto che affermare che c’è la verità ci viene contestato come l’inizio dell’intolleranza. È un’epoca, la nostra, in cui urge tornare a guardare ai profeti.
Michelangelo pone Isaia nella volta della Sistina. Giotto lo affresca lassù, a 12 metri, corrugato in volto, e con quel cartiglio: “Ecco una vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele”: Emmanuele: Dio con noi, Dio che si fa uomo come noi, bambino di Betlemme e servo sofferente a Gerusalemme. Dio che afferma come ogni singolo uomo valga “da Dio”. Per la tollerante e idolatrica mentalità oggi egemone, qualcuno, che osi vivere e affermare questo, è…intollerabile.
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