Cosa direbbe Degasperi davanti alla guerra odierna?

Provo a rispondere citando soltanto due sue affermazioni.

La prima precede di poco la prima guerra mondiale. Non pochi giornalisti e politici applaudono e gettano benzina sul fuoco. In altre parole “giocano alla guerra”, senza rendersi conto che anche loro stanno dando un contributo ad accenderla. Scrive Degasperi, in questa situazione: “Si faccia o non si faccia [la guerra], è però caratteristico con quanta leggerezza certa stampa guerrafondaia parli di un avvenimento che, comunque finisca, sarà un nuovo flagello per la società intera e una sventura per i contendenti”. Mi sembra che tale affermazione sia adatta anche all’attualità: in troppi discettano di questa guerra, incalzano e nello stesso tempo minimizzano, spiegando che tanto nessuno scatenerà mai una guerra mondiale. Chi lo ha detto? Riteniamo davvero di poter sapere cosa può succedere continuando ad alzare il livello dello scontro militare, verbale, ed economico?

La seconda affermazione di Degasperi riguarda il suo desiderio di dar vita ad un esercito comune europeo. Come noto questo progetto fallì.

Eppure avrebbe significato davvero molto: l’Europa infatti, ebbe a dire, deve diventare “un terzo elemento tra i due grandi (Usa e URSS, ndr), una forza la quale al momento decisivo sappia far cadere la bilancia dalla parte della pace”.

Ecco, anche in questo caso possiamo capire la lungimiranza di Degasperi guardando all’attualità: in Ucraina si sta svolgendo una guerra per procura tra Usa e Russia, e l’Europa appare divisa, impotente, incapace di “far cadere la bilancia dalla parte della pace”. Così, nonostante la guerra si svolga qui, sul nostro continente, sono gli Usa, lontanissimi, e l’Inghilterra, che è persino uscita dall’Ue, a menare le danze, favorendo l’escalation. L’Europa? Non pervenuta. Degasperi, anche in questo caso, non sarebbe stato contento.

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Autore: Francesco Agnoli

Laureato in Lettere classiche, insegna Filosofia e Storia presso i Licei di Trento, Storia della stampa e dell’editoria alla Trentino Art Academy. Collabora con UPRA, ateneo pontificio romano, sui temi della scienza. Scrive su Avvenire, Il Foglio, La Verità, l’Adige, Il Timone, La Nuova Bussola Quotidiano. Autore di numerosi saggi su storia, scienza e Fede, ha ricevuto nel 2013 il premio Una penna per la vita dalla facoltà di Bioetica dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, in collaborazione tra gli altri con la FNSI (Federazione Nazionale Stampa Italiana) e l’Ucsi (Unione Cattolica Stampa Italiana). Annovera interviste a scienziati come  Federico Faggin, Enrico Bombieri, Piero Benvenuti. Segnaliamo l’ultima pubblicazione: L’anima c’è e si vede. 18 prove che l’uomo non è solo materia, ED. Il Timone, 2023.

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