Bel video di TV 2000 sul significato delle Quaresime di San Francesco. Se l’esercizio fisico del digiuno a pane e acqua, per duecento giorni l’anno su trecentosessantacinque, non è il fine dei ritiri di San Francesco, questo luogo è, contrariamente a quanto con poca chiarezza detto, un luogo teologico di penitenza, di cambiamento del rapporto tra anima e corpo in cui l’anima ristabilisce il giusto equilibrio tra “carne” -nelle sue diverse accezioni
teologiche e fisiche esigenze- e Spirito in quel ritiro dal mondo e da sé stessi, dalle proprie comodità, per amore di Uno più grande.
Il passaggio di San Francesco da ciò che gli sembrava amaro, stare con i lebbrosi, all’unione con Cristo Crocifisso, si tramutò in dolcezza di anima e di corpo in una Pasqua, che vedrà il proprio compimento due anni dopo il ricevimento delle Stimmate, che impressero in lui la viva immagine di Cristo, nell’incontro con sorella morte, sorella perché permetterà l’abbraccio definitivo con Cristo. Francesco, in quell’abbraccio, visse il compimento di quella nostalgia che accompagnò tutta la sua conversione, tutta la sua penitenza, dunque.