Chiesa e vaccini

Un’ultima questione relativa alla preparazione dei vaccini e alla compatibilità delle sostanze in essi contenute con i principi religiosi, in questo caso cattolici, è legata alla presenza di cellule di coltura che in origine erano state prelevate da feti volontariamente abortiti. Il problema riguardava soprattutto il vaccino contro la rosolia: utilizzare un prodotto, realizzato grazie a un atto che la dottrina cattolica giudica come un grave peccato, potrebbe costituire una forma di collaborazione al male.

La questione è stata affrontata in un documento della Pontificia accademia Pro Vita del 5 giugno 2005, dal titolo “Riflessioni morali circa i vaccini preparati a partire da cellule provenienti da feti umani abortiti”, che la esamina alla luce dei principi della dottrina morale classica in relazione alla cooperazione al male. La conclusione alla quale si perviene è che indubbiamente l’utilizzo di tali vaccini costituisce una “cooperazione materiale passiva mediata” all’aborto, pertanto i medici e i genitori cattolici devono ricorrere a vaccini preparati in altro modo, se esistono, o chiedere alle case farmaceutiche di modificare la preparazione dei vaccini, se è possibile.

Tuttavia, i genitori hanno il dovere di vaccinare i bambini e i propri figli poiché i vaccini, anche quelli che pongono “problemi morali”, servono per proteggere la salute dei bambini e della comunità nella quale vivono. La giusta richiesta di poter disporre di preparati che non mettano in difficoltà i principi religiosi non deve avvenire a discapito della salute dei bambini e delle esigenze solidaristiche: “in ogni caso, permane il dovere morale di continuare a lottare e di usare ogni mezzo lecito per rendere difficile la vita alle industrie farmaceutiche che agiscono senza scrupoli etici. Ma il peso di questa importante battaglia certamente non può e non deve ricadere sui bambini innocenti e sulla situazione sanitaria della popolazione – in particolare in quanto riguarda le donne incinte”. In Italia questa posizione è stata ripresa, in occasione delle polemiche seguite alla legge che ha reso nuovamente obbligatorie le vaccinazioni, da un documento firmato oltre che dalla stessa Accademia pontificia per la vita, anche dall’Ufficio nazionale per la pastorale della salute della conferenza episcopale italiana e dall’Associazione medici cattolici italiani. In conclusione di esso viene ribadita “la responsabilità morale alla vaccinazione per non far correre dei gravi rischi di salute ai bambini e alla popolazione in generale” ( Nota circa l’uso dei vaccini, 31 luglio 2017, pubblicata in http://www.academyforlife.va/content/pav/it/the-academy/activity-academy/note-vaccini.pdf ).

Articolo tratto da: https://www.statoechiese.it/images/uploads/articoli_pdf/Lo_Giacco.M_Il_rifiuto.pdf?pdf=il-rifiuto-delle-vaccinazioni-obbligatorie-per-motivi-di-coscienza.-spunti

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Autore: Libertà e Persona

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