Il Duce e la massoneria

[…] Nel 1915, divenuto interventista, affiancato e sostenuto dalla massoneria italiana, Mussolini afferma che “il proletariato ha bisogno di un mare di sangue” e prosegue la sua battaglia contro il nemico di sempre: “Preti e gesuiti sono neutralisti per amore dell’Austria vaticanesca e temporalista”.

Senza tema di cadere nel ridicolo, l’uomo che accorderà via via le sue idee alle circostanze secondo la bisogna, con astuto pragmatismo, afferma: “La neutralità di Benedetto XV, è deicida, uccide Dio nel cuore degli uomini, Benedetto è l’apostolo dell’ateismo”.

Nel 1916, in un articolo inneggiante a Barabba, invita a prendere a calci Gesù, “il Rabbi dalle chiome rosse, e i suoi rabbini più vili dalle sottane nere”. E prosegue: “Buttiamo le statue dei vecchi santi nei letamai che fumigano e ingrassano la terra… E Cristi si inchiodi ancora sul suo Golgota da palcoscenico”.

Sono questi gli anni della coincidenza tra l’ideologia di Mussolini e quella della massoneria.

Non si tratta solo di riferimenti ideali comuni (Mazzini e Garibaldi sono nel Pantheon dell’uomo di Predappio, così come in quello della massoneria italiana): la massoneria lavora per l’entrata in guerra dell’Italia, per il compimento del Risorgimento, per la distruzione dell’Impero cattolico austro-ungarico, in nome di una palingenesi universale.

Mussolini – che piace a molti “confratelli” anche perché identificato come possibile alternativa alla altrimenti imminente affermazione delle masse socialiste e cattoliche, tramite i due partiti in ascesa, il PSI e il PPI – concorda con tutto ciò, al punto che una volta abbandonato il quotidiano socialista l’Avanti, il suo nuovo giornale, il Popolo d’Italia può nascere anche grazie al finanziamento delle logge massoniche, che forniranno al primo fascismo, di per sé elettoralmente molto debole, uomini decisivi nella scalata al potere: dai quadrumviri della marcia su Roma (Michele Bianchi, Italo Balbo, Emilio De Bono, Cesare Maria De Vecchi), all’onorevole Giacomo Acerbo; dal segretario del PNF Roberto Farinacci sino al presidente dell’IRI Alberto Beneduce e all’intramontabile maresciallo Pietro Badoglio…

[…]

Tratto da: https://www.lafeltrinelli.it/libri/benito-mussolini/dio-non-esiste/9788864097404


Si veda anche il documentario di Rai Storia, dal minuto 8.20:

https://www.youtube.com/watch?v=m0ZplrzxtcU

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Autore: Francesco Agnoli

Laureato in Lettere classiche, insegna Filosofia e Storia presso i Licei di Trento, Storia della stampa e dell’editoria alla Trentino Art Academy. Collabora con UPRA, ateneo pontificio romano, sui temi della scienza. Scrive su Avvenire, Il Foglio, La Verità, l’Adige, Il Timone, La Nuova Bussola Quotidiano. Autore di numerosi saggi su storia, scienza e Fede, ha ricevuto nel 2013 il premio Una penna per la vita dalla facoltà di Bioetica dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, in collaborazione tra gli altri con la FNSI (Federazione Nazionale Stampa Italiana) e l’Ucsi (Unione Cattolica Stampa Italiana). Annovera interviste a scienziati come  Federico Faggin, Enrico Bombieri, Piero Benvenuti. Segnaliamo l’ultima pubblicazione: L’anima c’è e si vede. 18 prove che l’uomo non è solo materia, ED. Il Timone, 2023.

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