VAI DALLE DONNE? NON DIMENTICARTI DELLA FRUSTA!” (F.Nietzsche)

Tante volte si racconta il pensiero dei filosofi prescindendo dalla loro vita personale, ma è un fatto che molte delle frustrazioni e delle idee che si trovano negli scritti di Schopenhauer e Nietzsche sono figlie di personali fallimenti con il sesso femminile. Sia l’uno che l’altro, infatti, lanciano i loro strali -per il vero solo verbali e retorici- verso le donne dopo che hanno sperato, inutilmente, di conquistare il cuore di una di esse; dopo che hanno visto infrangere il loro sogno di un matrimonio e di un amore fedele e duraturo. Si pensi solo al fatto che Zarathustra, il testo più celebre di Nietzsche, nasce dopo che il filosofo è stato respinto da Lou Salomè (personaggio per il vero piuttosto cinico), alla quale si rivolgeva con tenerezza inaudita, scrivendo “mio caro cuore” e considerandola un “angelo che avrebbe addolcito ciò che in me si era indurito attraverso il dolore e la solitudine.. ma non era un angelo” (lettera di Nietzsche all’amico Overbeck).


Nel suo rapporto con le donne Nietzsche, forse sifilitico, va dal desiderio di un amore puro e “stilnovistico” per Salomè (fallito il quale si rifugia nell’abuso di farmaci e nelle fantasie superomiste così lontane dalla sua vera vita, solitaria, striminzita e banale), all’immenso imbarazzo provato nel 1864, quando, entrato in un postribolo, se la svigna impaurito e vergognoso, alle fantasie di essere un latin lover senza eguali degli anni del manicomio (il I aprile del 1889, nel manicomio di Jena, scrive “ Di notte sono state da me ventiquattro puttane”; altrove afferma “Mi amano tutte”)… sino alle invettive misogine…
Il filosofo che avrebbe voluto diventare un superuomo, ma che morì pazzo, avrebbe scritto e pensato tutt’altro, se avesse trovato l’amore fedele (tanto desiderato prima, quanto deriso e disprezzato poi) di una moglie?

da: nota 3 alla nuova versione de L’altra metà del cielo. Breve storia, alternativa, delle donne, di Francesco Agnoli e Maria Cristia del Poggetto

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Autore: Francesco Agnoli

Laureato in Lettere classiche, insegna Filosofia e Storia presso i Licei di Trento, Storia della stampa e dell’editoria alla Trentino Art Academy. Collabora con UPRA, ateneo pontificio romano, sui temi della scienza. Scrive su Avvenire, Il Foglio, La Verità, l’Adige, Il Timone, La Nuova Bussola Quotidiano. Autore di numerosi saggi su storia, scienza e Fede, ha ricevuto nel 2013 il premio Una penna per la vita dalla facoltà di Bioetica dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, in collaborazione tra gli altri con la FNSI (Federazione Nazionale Stampa Italiana) e l’Ucsi (Unione Cattolica Stampa Italiana). Annovera interviste a scienziati come  Federico Faggin, Enrico Bombieri, Piero Benvenuti. Segnaliamo l’ultima pubblicazione: L’anima c’è e si vede. 18 prove che l’uomo non è solo materia, ED. Il Timone, 2023.

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