L’ascolto prerogativa dell’Uomo di Dio

Padre Cristoforo era giunto a Casa di Lucia e Agnese, avvisato da Fra’ Galdino. Aveva percorso
la strada sollecito, finché, in fine, era giunto a quella povera casa. La situazione gli era chiara. Era grave. Non si poteva rispondere con impulsività, lui ne sapeva ben qualcosa. Occorreva pensare, valutare, discernere, ma,

intanto, consolare, infondere speranza. Aver per chiari i riferimenti: «Dio vi ha visitate  … Egli vi assisterà … Egli può servirsi anche d’un uomo da nulla come sono io, per confondere un … Vediamo, pensiamo quel che si possa fare.» Stava quasi per cedere ad un moto improvviso di sdegno, forse, d’ira. Ma si trattiene e, subito, comprende che occorre pensare.

E comincia a valutare tutte le possibilità, come sentiremo nello spezzone che oggi propongo, ma sarà un sentire accompagnato dalle espressioni dei volti, dai moti degli occhi: ora corruccio, ora perplessità, ora attesa, ora ricordo degli errori trascorsi. Ma Padre Cristoforo, dopo aver ben compreso che la situazione era umanamente senza uscita, non decide né di rassegnarsi, né di far rassegnare e si dispone lui, in prima persona, ad intervenire, costi quel che costi, ma a lui, non a quei poveretti! « Il migliore gli parve d’affrontar don Rodrigo stesso, tentar di smuoverlo dal suo infame proposito, con le preghiere, coi terrori dell’altra vita, anche di questa, se possibile …».

Ma, poi, giunge Renzo, tutto impulsività, rabbia, rancore, testa calda, ma anche cuore generoso ed umile! Aveva cercato degli amici, di quelli del mondo, che fan mille promesse e, poi, si dileguano, come si scioglie la neve al sole. E Padre Cristoforo: «E che? tu avevi dunque cominciato a guastar l’opera mia, prima che fosse intrapresa! Buon per te che sei stato disingannato in tempo».

Il Padre non se la prende per la ribalderia di Renzo, ben lo comprende, ma anche lo indirizza. Non si lascia andare ad assecondare, ma drizza gli occhi verso la luce … Tu andavi in cerca di amici e lasciavi il solo amico che può aiutarti! 

 

 

A questo punto, afferrò fortemente il braccio di Renzo: il suo aspetto, senza perder d’autorità, s’atteggiò d’una compunzione solenne, gli occhi si abbassarono, la voce divenne lenta e come sotterranea: «… quando pure …è un terribile guadagno! Renzo! vuoi tu confidare in me? … che dico in me, omiciattolo, fraticello? Vuoi tu confidare in Dio?». E Renzo cede, cede a quel Signore che davvero è Signore, benché, sembri impotente, sconfitto. Cede una prima, una seconda, infinite

 

volte lungo il calvario di questa vicenda, ma alla fine giungerà al perdono.

Tutto il romanzo sarà una continua lotta tra il voler ribellarsi ed il voler affidarsi. Un conflitto, che, mantenendosi vivo, tempra l’anima nella speranza e nella fede, nel coraggio e nella fermezza, e nell’umiltà, senza la quale la fede languirebbe e sarebbe sopraffatta dall’orgoglio e dal pensiero del mondo.

 

https://youtu.be/a2pPZPmWD7E

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Autore: Marcello Giuliano

Nato a Brescia nel 1957, vive a Romano di Lombardia (BG). Dopo aver conseguito il Baccelierato in Teologia nel 1984 presso il Pontificio Ateneo Antonianum di Roma e il Diploma di Educatore Professionale nel 2001, ha lavorato numerosi anni nel sociale. Insegnante di Religione Cattolica nella Scuola Primaria in Provincia e Diocesi di Bergamo, collabora ai cammini di discernimento per persone separate, divorziate, risposate ed è formatore per gli Insegnanti di religione Cattolica per conto della stessa Diocesi. Scrive sulle riviste online Libertà & Persona e Agorà Irc prevalentemente con articoli inerenti la lettura simbolica dell’arte ed il campo educativo. Per Mimep-Docete ha pubblicato Dalla vita alla fede, dalla fede alla vita. Camminando con le famiglie ferite (2017); In collaborazione con Padre Gianmarco Arrigoni, O.F.M.Conv., ha curato il libro Mio Signore e mio Dio! (Gv 20, 28). La forza del dolore salvifico. Percorsi nella Santità e nell’arte, (2020). Di prossima uscita Gesù è veramente risorto?

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