IVAN MARKO RUPNIK. Segno di congiunzione tra Occidente ed Oriente

Il Logo presso il servizio polifunzionale voluto da Papa Francesco Porta Caritatis 2015

nella versione musiva

Inno Misericordes sicut Pater, versione francese de’ I fratelli poveri di San Francesco

 

Il Logo per l’Anno Santo Straordinario della Misericordia è stato pensato da Padre Ivan Marko Rupnik, S. J. per l’evento dell’Anno Santo, ma è frutto, pochi lo sanno, di diciannove anni di meditazione creativa e di diciannove mosaici sulla discesa agli inferi.

Chi è Padre Ivan Marko Rupnik?

E’ direttore a Roma del Centro Aletti (www.centroaletti.com/), con sede in Via Paolina 25. Sempre pellegrino della Parola per il mondo, si può trovare qui circa tre mesi l’anno, dove pensa e realizza i sui preziosi mosaici.

Padre Ivan concepisce l’arte come cammino spirituale verso la visione del mistero di Dio in Cristo. Non vuole emergere per le sue qualità artistiche, ma, anzi, dopo essersi formato come sacerdote e religioso per l’arco di diciotto anni di assidui studi di filosofia, teologia, arte e missiologia, rinunciò alle mostre. Decise di congedarsi dalla pittura. Coprì persino di nero alcuni quadri: voleva esserne completamente libero per cercare il suo Dio.

Nacque a Zadlog nel 1954 entrando nel 1973 nella Compagnia di Gesù ove iniziò gli studi di filosofia. Frequentò, poi, l’Accademia di Belle Arti e successivamente teologia alla Gregoriana. Conseguita la licenza in missiologia, specializzandosi nella lettura del significato teologico dell’arte moderna alla luce della teologia russa, finalmente nel 1985 fu ordinato sacerdote. Da allora vive e lavora a Roma, insegna alla Pontificia Università Gregoriana e al Pontificio Istituto Liturgico e riveste incarichi di rilievo nella Chiesa.

Fervore di incontro spirituale tra Occidente ed Oriente

In Occidente, prima dell’umanesimo e di Giotto, non vi era divaricazione tra arte sacra e arte a soggetto religioso. La svolta dell’umanesimo causò tra arte sacra e arte profana una progressiva e sempre più veloce spaccatura, che, poi, sembrerà definitiva.

Tale è oggi la distanza tra sacro e profano che la grandezza di un artista è spesso identificata dalle peculiarità dell’artista, dalle capacità di innovare e questo, spesso, accade anche tra critici credenti.

L’arte romanica e gotica, unita all’arte d’Oriente, non teneva principalmente conto dell’individualità dell’artista, ma della fedeltà ai canoni artistici, dove il ruolo centrale è occupato dal simbolo trasmesso, ricevuto e riproposto costantemente. Un’arte non, copia della copia, che è la natura, secondo l’antico pensiero platonico, ma arte come ritratto del divino mistero, che si rivela nel creato.

Padre Ivan vede nella celebrazione il soggettivo del credente e l’oggettivo della ecclesia,  che si incontrano non in una decorazione, che segua proprie leggi stilistiche, indipendenti dal mistero che si celebra, ma che vive dell’unità tra evento celebrato e spazio che lo ospita. Arte e comunità celebrante si trasfigurano nell’evento.

Padre Ivan recupera l’intenzione spirituale del primo romanico, del bizantino, del gotico, ma senza copiarli.

Risalendo dall’Incarnazione alla Creazione, nei mosaici risplendono il rosso e il blu, segni della “divino-umanità” di Cristo, di Maria, dei suoi discepoli, e di quanti sono mossi dallo Spirito. Echeggia, così, dall’armonia simbolica dei colori, dal primo millennio, l’opera, colma di silenzio, di preghiera, di meditazione delle Scritture, della lettura dei Padri Spirituali d’Oriente e di Occidente, incantando chi la contempla.

Le opere musive di Padre Ivan

Le opere musive di Padre Ivan Marko Rupnik sono decine e decine. Pensiamo alla Discesa agli inferi e Resurrezione, nella cappella del Collegio San Stanislao a Lubjana; alla Discesa agli inferi di Grosuplje, in Slovenia; all’Icona della Sacra Famiglia, commissionata dal Cardinale Ennio Antonelli, responsabile del Pontificio Consiglio per la Famiglia, a Roma; alla SS. Trinità sul campanile della Chiesa dei Cappuccini di Trinitapoli …

Papa Benedetto XVI benedice l’Icona della Sacra Famiglia

Il Logo dell’Anno Santo

Un uomo che reca un altro uomo sulle proprie spalle è certo un uomo forte. Padre Ivan si è ispirato ai passi sinottici di Mt 12, 29, e di Lc 11, 19. Il Vangelo parla di un uomo forte, ma questo uomo è il Demonio. Il Demonio non lo sa, ma giunge ora sulla terra, sul suo Regno, un uomo più forte, un Uomo Nuovo, che lo lega. Se Gesù, che scaccia i demòni, allora è giunto il Regno di Dio (Mt 12, 28 e Lc 11, 20). Quale successo vuole lasciare l’Anno Santo della Misericordia? Un record di presenze a Roma, nonostante i rischi di attentati devastanti? Il tutto esaurito? Alberghi pieni e negozi svuotati da turisti e pellegrini? Quale successo? Un Papa più popolare dei precedenti? Un Papa che distrae dai conflitti politici per rifugiarsi in un apparente misticismo, dimenticando i problemi sociali?

L’Anno Santo della Misericordia vuole lasciare un segno preciso: Gesù, Cristo, volto della Misericordia del Padre inaugura il Regno di Dio, perché vince l’uomo forte. Più ami, più sei forte, dice il Papa (Bolla di Indizione n. 1).

Il logo ci fa venire in mente l’immagine del Buon Pastore e, attraverso la mitologia pagana, il Pastore, Orfeo, che discende agli inferi per indicare l’allegoria dell’uomo, che aspira al divino, -pallida analogia tra il pastore pagano ed il Buon Pastore cristiano.

Il Buon Pastore, però, non è allegoria dell’autorealizzazione dell’uomo, ma del Salvatore, di colui che si prende cura del gregge che ama e che ama il creato donato all’uomo.

Il Buon Pastore scende a cercare la pecora perduta, se la carica sulle spalle e la salva dalla morte eterna. Ciò avviene attraverso la croce, i cui bracci scuri Padre Rupnik pone alla base dei piedi di Cristo, come nelle icone orientali.

Chiesa delle Suore Orsoline Figlie di Maria Immacolata, Verona – Italia, Dicembre 2006

Il Padre Gesuita, del quale ho già parlato in due articoli sul bimestrale  La Roccia, (n. 6, Anno I, 2015, e n. 9, Anno II, 2016), come dicevo, ha realizzato 19 splendidi mosaici sul tema della discesa agli inferi, tema al centro di questo Logo. Ma, tranne che in un mosaico, composto per la Chiesa delle Suore Orsoline Figlie di Maria Immacolata a Verona nel Dicembre 2006, Cristo è sempre ritratto in quanto Risorto.

In quelle opere Cristo trae dallo Sheol Adamo ed Eva; oppure si china profondamente verso di loro, con gesto di pietosa salvezza verso Adamo ed Eva. Adamo rappresenta l’umanità ed Eva rappresenta l’anima. Sarà nel mosaico di Verona e nel tabernacolo della Cappella della Conferenza Episcopale di Madrid del 2011, che, per la prima volta, Padre Rupnik introdurrà l’idea che il Risorto sia il Buon Pastore, carico della sua pecorella.

Nel mosaico di Verona la scena della Discesa avviene immediatamente ai piedi della croce. Gli occhi di Cristo dalla croce mirano Maria, e, nello Sheol, incrociano gli occhi di Adamo.

 

Crocifisso, risorge e libera

Il Risorto è il Crocifisso vittorioso ed è composto con la Discesa agli inferi, che sovrasta, riecheggiando una lettera di Sant’Efrem il Siro. Di fronte, nella stessa Cappella, vi è la creazione di Adamo e di Eva.

Padre Ivan vuole significare il  percorso dell’uomo fino al compimento in Cristo, che restaurerà l’immagine e la somiglianza.

La discesa, proclamata nel Credo Apostolico e nelle Scritture, trae Adamo ed Eva, tutta l’umanità, dalla morte.

Cristo ha assunto l’umanità; in Lui l’umanità è redenta; la morte, salario del peccato, è vinta. Il battesimo, passaggio attraverso la croce, la morte, la sepoltura, la resurrezione (cf Rm 6,3-11) apre la Via all’uomo.

Il mosaico riprendendo i testi liturgici della Solennità dell’Immacolata Madre di Dio e Sedes Sapientiae, posta alla destra del Figlio, indica il Mistero. Con la mano destra la Madre di Dio addita il Crocifisso trionfatore e, con la sinistra, il Buon Pastore, nell’atto di liberare l’uomo.

Una summa teologica della Misericordia

 Nel nuovo mosaico e nel Logo il motto Misericordiosi come il Padre si propone di vivere la misericordia sull’esempio del Padre, che chiede di non giudicare e di non condannare, ma di perdonare e amare, perdonando senza misura.

L’amore di Cristo porta a compimento il mistero della sua incarnazione con la redenzione. Il disegno è realizzato in modo tale da far emergere la Verità del Buon Pastore, che tocca profondamente la carne dell’uomo, perché vuole rinnovarlo.

Nel caricare su di sé l’umanità,  il Buon Pastore confonde il proprio occhio destro con  il sinistro dell’uomo: Adamo ha un occhio di Dio e Dio un occhio dell’uomo. Tre occhi, simbolo della Trinità. L’uomo è partecipe, ora, della SS. Trinità. Questa è un’ importante novità, rispetto alle due opere precedenti dell’artista. Qui ogni uomo può scoprire in Cristo il proprio nuovo modo di essere.

Verso questa intuizione artistica Padre Ivan si era già mosso nella Via Crucis  di Mengore Volzana (Tolmino) – Slovenia Maggio 2008-

La Madre di Dio, sofferente della sofferenza del figlio e dell’umanità, impara a vedere il dolore con gli occhi del Figlio. Insieme sono Icona e modello di come l’uomo imparerà a vedere, a leggere il senso della sofferenza redentiva.

 

La mistica mandorla

La scena della Discesa, nel Logo, è all’interno della mistica mandorla, il cui guscio, l’umanità,  cela la divinità di Cristo. Nel Logo la mandorla non è una, ma ve ne sono ben tre, concentriche, con tre diverse tonalità di colore. Verso l’esterno il colore si fa progressivamente più chiaro, segnando il movimento di Cristo, che reca l’uomo fuori dalla oscura notte del peccato e della morte, verso la luce del Cielo.

Il Padre vuole che nessuno si perda, se non il Figlio della Perdizione (Gv 17, 12). Ma cosa vorrà l’uomo, mentre il Risorto torna al Padre, avendo compiuto la missione: portare con sé i prigionieri del peccato (cf Ef 2,4-6)?

 

Il simbolo parla a grandi e a piccoli

Davanti ad opere così belle potremmo essere indotti a pensare che esse siano comprensibili solo ad esperti o a persone comunque introdotte. L’esperienza nella scuola, anche con allievi piccoli, dimostra, invece, che esso parla a tutti così che ognuno possa accostarsi al mistero.

Ecco come i bambini di una classe IV elementare hanno letto il Logo della Misericordia, accompagnati dalla loro Maestra.

 

 

 

 

 

La parola a Padre Ivan Marko Rupnik dal CTV

(Centro Televisivo Vaticano)

– Selezionare Play più sotto –

 

 

 

 

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Autore: Marcello Giuliano

Nato a Brescia nel 1957, vive a Romano di Lombardia (BG). Dopo aver conseguito il Baccelierato in Teologia nel 1984 presso il Pontificio Ateneo Antonianum di Roma e il Diploma di Educatore Professionale nel 2001, ha lavorato numerosi anni nel sociale. Insegnante di Religione Cattolica nella Scuola Primaria in Provincia e Diocesi di Bergamo, collabora ai cammini di discernimento per persone separate, divorziate, risposate ed è formatore per gli Insegnanti di religione Cattolica per conto della stessa Diocesi. Scrive sulle riviste online Libertà & Persona e Agorà Irc prevalentemente con articoli inerenti la lettura simbolica dell’arte ed il campo educativo. Per Mimep-Docete ha pubblicato Dalla vita alla fede, dalla fede alla vita. Camminando con le famiglie ferite (2017); In collaborazione con Padre Gianmarco Arrigoni, O.F.M.Conv., ha curato il libro Mio Signore e mio Dio! (Gv 20, 28). La forza del dolore salvifico. Percorsi nella Santità e nell’arte, (2020). Di prossima uscita Gesù è veramente risorto?

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