Pannella: perchè così amato, dopo morto? Perchè così sfuggito, da vivo?

Guzzanti

C’è un piccolo dilemma politico da risolvere: Marco Pannella, oggi che è morto, riceve il plauso di tutti (è stato quasi “lapidato dagli elogi, imbalsamato nella melassa mediatica”, ha notato Paolo Guzzanti). Proprio di tutti, da Renzi a Berlusconi, passando per i giornali, le radio, le tv…

Perchè, prima, lo sfuggivano come una peste? Perchè il suo partito era diventato da tempo del tutto ininfluente?

Il dilemma (che va affrontato, al di là di qualsiasi giudizio personale, essendo stato Pannella un personaggio pubblico) non è così difficile: ora che Pannella è morto, rimangono le sue idee. Quelle sono condivise. Pannella è riuscito più di tutti, insieme al suo vecchio amico-nemico Scalfari, a far entrare aborto, divorzio, droga ed eutanasia, nella testa e nel cuore degli italiani, a forza di martellate, digiuni, referendum…

Il potere, oggi, santificando lui, santifica le sue idee. Di più: le vuole persino battezzare, per veicolarle meglio. Va bene anche far finta di credere alla sua conversione (di cui non vi è alcun segno, benchè nessuno possa escluderla; di lettere ai papi ne ha sempre scritte molte, ma per “convertirli”, non perchè convertito). Persino i suoi compagni di sempre, del tutto anticlericali,

che ritengono la Chiesa il male assoluto, vanno declamando la sua presunta amicizia con Francesco e lasciando intendere qualcosa di più, per alimentare il mito

Radicali ne ho conosciuti parecchi: anche di persone molto vicine a Pannella. Quasi tutte sono state segnate dalla sua personalità forte, dominante, soggiogatrice… tutte lo hanno amato, e poi respinto (anche chi è rimasto legato a lui, per sopravvivere politicamente)

Perchè Pannella era un uomo profondamente tirannico, egocentrico, come ha scritto oggi Guzzanti; come ricordava prima di morire una radicale come Adele Faccio; come hanno fatto capire in più occasioni radicali come Capezzone, Bonino…

Pannella ha sempre tenuto il partito, la cassa -ben fornita- del partito, la radio…tutto sotto il suo personalissimo controllo.

Cattura

Amava parlare, ore e ore di fila, ripetendo le stesse cose, con discorsi spesso confusi ed autocelebrativi. Non sopportava rivali. Infatti, i suoi delfini, li ha sempre lanciati, e poi cercato di frenarli, di mangiarli. Si diceva di lui, in ambienti radicali: “è come Cronos, mangia i suoi figli“.

capezzone

Ricordo uno dei suoi pupilli, Daniele Capezzone: vanitoso come pochi, con la lingua molto veloce e la battuta sempre pronta. Divenne presto conosciuto, famoso… Pannella non poteva sopportare che il suo delfino godesse di così tanta stima, e lo defenestrò… Capezzone divenne portavoce del PDL, su richiesta di Denis Verdini e Bondi, i due radicali di Forza Italia.

pannella

Ma torniamo alla domanda: perchè, in vita, tutti lo sfuggivano (a partire dai comunisti di un tempo)? Perchè, come ha ricordato oggi Emma Bonino, tanti elogi sono pura ipocrisia, perchè provengono da persone che amavano le sue idee, ma non certamente lui?

Bonino

Perchè il suo carattere tirannico lo portava a scontrarsi con tutti: piazzava opportunamente un certo numero di deputati nel Pdl, e iniziava la fronda; la legislatura successiva piazzava deputati e senatori non più a sinistra, ma a destra (quante volte ha fatto questo giochetto!), per poi inziare nuovamente una fronda interna e giocare al rialzo.

Con pochissimi deputati, riusciva ad ottenere potere e denaro. Il denaro per radio radicale, per esempio: fiumi di denaro che qualsiasi governo, di destra o di sinistra, gli affidava per un servizio già disponibile, fornito da GR Parlamento.

Oggi, queste verità, conosciute bene da tutti coloro che il mondo radicale lo hanno un poco conosciuto, le ha ricordate Paolo Guzzanti:

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/pannella-santo-anche-tiranno-e-opportunista-1261643.html

 

Interessante anche l’analisi de Il Fatto quotidiano:

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/05/21/marco-pannella-dei-morti-si-deve-solo-parlare-bene/2751468/

 

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Autore: Francesco Agnoli

Laureato in Lettere classiche, insegna Filosofia e Storia presso i Licei di Trento, Storia della stampa e dell’editoria alla Trentino Art Academy. Collabora con UPRA, ateneo pontificio romano, sui temi della scienza. Scrive su Avvenire, Il Foglio, La Verità, l’Adige, Il Timone, La Nuova Bussola Quotidiano. Autore di numerosi saggi su storia, scienza e Fede, ha ricevuto nel 2013 il premio Una penna per la vita dalla facoltà di Bioetica dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, in collaborazione tra gli altri con la FNSI (Federazione Nazionale Stampa Italiana) e l’Ucsi (Unione Cattolica Stampa Italiana). Annovera interviste a scienziati come  Federico Faggin, Enrico Bombieri, Piero Benvenuti. Segnaliamo l’ultima pubblicazione: L’anima c’è e si vede. 18 prove che l’uomo non è solo materia, ED. Il Timone, 2023.

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